USA-Medio OrienteTrump valuta raid contro il nucleare iraniano per impedire la produzione di testate atomiche
SDA
13.12.2024 - 21:43
Colpire i siti nucleari iraniani, eventualmente in un'operazione congiunta con Israele, nel momento di massima debolezza e isolamento della Repubblica islamica.
Keystone-SDA
13.12.2024, 21:43
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È una delle opzioni valutate dal team del presidente eletto americano Donald Trump per impedire a Teheran di produrre bombe atomiche, come ha rivelato il «Wall Street Journal».
Del resto, nell'intervista a «Time» che lo ha nominato «Persona dell'anno», Trump ha detto apertamente che «tutto può succedere, è una situazione molto volatile».
Medio Oriente, una bomba ad orologeria
Si tratta di un pericoloso scenario senza precedenti, dato che gli USA non hanno mai attaccato direttamente l'Iran e che una mossa del genere potrebbe innescare un conflitto aumentando le già numerose tensioni in Medio Oriente, dalla Striscia di Gaza al Libano e alla Siria.
Sullo sfondo anche un fattore personale, ossia il fatto che, secondo il governo americano, Teheran ha tentato di uccidere il tycoon per vendicarsi della sua decisione di eliminare nel 2020 con un raid aereo il generale Qassem Soleimani a Baghdad.
La tentazione dell'Iran? Le bombe atomiche
Con i tentacoli delle milizie decapitati (da Hamas a Hezbollah) e i siti missilistici distrutti da Israele, l'Iran potrebbe essere tentato di usare la sua terza ed ultima carta per uscire dall'angolo, accelerando il programma per la costruzione di ordigni nucleari.
Teheran ha già abbastanza materiale fissile per produrre più di 12 bombe atomiche, secondo una stima dell'intelligence americana pubblicata la scorsa settimana. Se decidesse di farlo, basterebbero alcuni mesi. Per questo la pressione internazionale sale.
La risoluzione 2231: l'accordo sul nucleare iraniano
Pur restando impegnate per una soluzione diplomatica, Londra e Parigi hanno minacciato in una lettera al Consiglio di sicurezza dell'ONU – che discuterà il dossier martedì prossimo – la possibilità di ricorrere al meccanismo di reimposizione di sanzioni contro l'Iran per impedirgli di sviluppare il suo programma nucleare.
Il prossimo ottobre inoltre scade la risoluzione 2231 che suggella l'accordo sul nucleare iraniano, da cui Trump è uscito unilateralmente nel 2018 imponendo pesanti sanzioni a Teheran.
Trump potrebbe aumentare le forze americane in Medio Oriente
Ora anche un'aumentata pressione economica e diplomatica potrebbe non bastare più. Per questo il presidente eletto starebbe valutando l'aumento delle forze americane in Medio Oriente e la minaccia o l'esecuzione di attacchi, secondo la filosofia reaganiana ed ora trumpiana della «pace attraverso la forza».
L'idea principale è sostenere gli strike di Israele (fornendogli armi avanzate come le bombe anti-bunker) su impianti come quelli di Natanz, Fordo e Isfahan e partecipare eventualmente in un'operazione congiunta.
Uno scenario che tenta Benyamin Netanyahu per colpire quello che il transition team di Trump chiama «la testa della piovra» e cambiare definitivamente gli equilibri in Medio Oriente.
Ma Trump ama concludere «deal» ed è pronto a negoziare se l'Iran – stretto alleato della Russia – dovesse accettare di sedersi a un tavolo. Il tycoon eviterebbe così il rischio di infiammare la regione col rischio di coinvolgere le truppe americane.