Canale TV arci-conservatore Fox News non vuole avere più niente a che fare con Trump

Di Jan-Niklas Jäger

7.3.2023

Il canale d'informazione conservatore fa parte dell'impero mediatico dell'imprenditore Rupert Murdoch. Fox News ha rotto con l'ex presidente.
Il canale d'informazione conservatore fa parte dell'impero mediatico dell'imprenditore Rupert Murdoch. Fox News ha rotto con l'ex presidente.
Mary Altaffer / AP / dpa

Per molto tempo Fox News è stata considerata l'emittente televisiva di Donald Trump. Ora il canale sta prendendo le distanze dall'ex presidente statunitense. Ma non è la prima volta: il rapporto tra i due è stato lungo e complicato.

Di Jan-Niklas Jäger

7.3.2023

L'emittente ultraconservatrice Fox News ha fatto scalpore quando ha dichiarato il governatore della Florida Ron DeSantis «il nuovo leader del Partito repubblicano» dopo le numerose sconfitte dei candidati che godevano del sostegno di Donald Trump.

Durante la presidenza di Trump, la rete appartenente all'impero mediatico di Rupert Murdoch è sempre stata al fianco del 76enne. Il New York Times ha definito «bellicosa» la copertura del presidente da parte della Fox, anche se è vero che il quotidiano era dalla parte degli oppositori del tycoon.

L'affermazione di Trump secondo cui l'elezione di Joe Biden nel novembre 2020 sarebbe stata il risultato di una deliberata manipolazione è stata sostenuta anche da alcuni conduttori della Fox, tra cui Sean Hannity, Lou Dobbs e Maria Bartiromo.

Fox News in tribunale

Per questo motivo il canale sta affrontando un'azione legale. La società di tecnologia elettorale Dominion Voting Systems accusa Fox News di diffamazione: i dirigenti dell'emittente sapevano che le affermazioni di Trump erano false, ma hanno permesso che venissero fatte lo stesso per ottenere buoni ascolti.

Il capo della Fox, Murdoch, ha di recente ammesso di esserne stato a conoscenza, ma di non aver fatto nulla. «Avrei voluto che ci fossimo opposti con più forza», ha dichiarato Murdoch in tribunale.

Ora il sito di notizie «Semafor» riferisce che l'emittente applicherà un «soft ban» a Trump, ossia lo boicotterà in maniera passiva: l'ex presidente non sarà più invitato.

Haley al posto di Trump

Trump è stato visto per l'ultima volta nel programma di Fox News «Sean Hannity» in settembre. Da quando ha annunciato la sua nuova candidatura alle presidenziali del Partito repubblicano non è più stato ospitato.

In confronto, la sua rivale Nikki Haley è stata invitata ben sette volte da quando ha annunciato la sua candidatura, meno di un mese fa.

La fonte che ha riferito del «soft ban» è un membro del team della campagna di Trump che ha ricevuto l'informazione direttamente dai dipendenti della Fox. Alcuni presentatori avevano cercato di ingaggiare l'ex presidente per i loro programmi, ma i vertici del network lo hanno impedito.

Ignorata la visita di Trump nella zona tossica in Ohio

Anche l'assenza di Fox News durante la visita di Trump in Ohio si inserisce in questo contesto. Nel villaggio di East Palestine un treno che trasportava sostanze tossiche è deragliato e molte carrozze hanno preso fuoco. Trump ha approfittato della visita per criticare il presidente Joe Biden per essere rimasto lontano dalla regione.

Oltre a Fox News, la visita è stata boicottata anche dalle reti affiliate ai democratici, CNN e MSNBC.

La relazione tra Trump e la Fox sembra quindi aver raggiunto il punto più basso. Ma il rapporto conflittuale tra i due non è del tutto nuovo. Anzi, è stato chiuso un cerchio: all'inizio della carriera politica di Trump il canale si era schierato contro di lui. 

L'inizio di un rapporto di amore-odio

Il 6 agosto 2015 l'imprenditore ed ex star dei reality si è presentato per la prima volta su un palco insieme a tutti i candidati in lizza per la nomination presidenziale del Partito repubblicano. Si è svolto il primo dibattito presidenziale repubblicano della campagna, trasmesso da Fox News.

È stato Trump a rispondere alla prima domanda della serata. Era sul palco accanto a figure affermate del partito come il senatore texano Ted Cruz e l'ex governatore della Florida Jeb Bush, il cui fratello, George W. Bush, ha potuto contare sul sostegno di Fox News durante il suo mandato di presidente degli Stati Uniti dal 2001 al 2009.

«C'è qualcuno sul palco - ha chiesto il moderatore Bret Baier - che non è disposto a giurare il proprio sostegno all'eventuale candidato del Partito repubblicano e a promettere di non correre come candidato indipendente contro quella persona?».

Donald Trump, l'outsider

Come previsto, Trump è stato l'unico ad alzare la mano. La trappola di Baier deve aver funzionato. «Signor Trump, tanto per essere chiari, lei è sul palco di un dibattito delle primarie repubblicane», ha scherzato.

Poi, la moderatrice Megyn Kelly si è rivolta a Trump per criticarlo per i suoi commenti sulle donne. «Non ho tempo per il politicamente corretto e a essere onesti, nemmeno questo Paese ce l'ha», ha replicato lui.

Anche dopo l'incontro, Fox News non ha tolto gli occhi da Trump: un'analisi del dibattito pubblicata online il giorno successivo lo ha dichiarato perdente e ha commentato in modo sprezzante la sua invettiva contro il politically correct: «Pessima scelta, Donald».

La rimozione dell'establishment repubblicano

Quella sera i conduttori hanno fatto quello che Fox News ha sempre fatto: hanno difeso lo status quo repubblicano. Per loro Trump, che all'epoca era già in vantaggio nei sondaggi, rappresentava di gran lunga la minaccia più grande tra tutti i candidati. Al momento del dibattito, i vertici dell'emittente non avevano idea che Trump avrebbe presto impersonato il nuovo status quo del partito.

Era chiaro che i media liberali vicini ai democratici avrebbero criticato Trump. Ma l'opposizione aperta di Fox News ha aiutato l'ex star dei reality a dire agli elettori che anche l'establishment conservatore era corrotto.

Improvvisamente, i rivali repubblicani di Trump non erano più alternative credibili a Hillary Clinton, favorita dalla leadership del partito democratico. Invece di minare lo slancio di Trump, Fox News gli ha fornito lo spazio necessario per coltivare il suo populismo anti-establishment.

Inversione di rotta dopo le elezioni

L'elezione di Trump a 45mo presidente degli Stati Uniti, avvenuta l'8 novembre del 2016, è stata seguita da un'inversione di tendenza. Quasi nessuno dei conduttori di Fox News ha più espresso critiche nei suoi confronti. Nel primo anno di presidenza, Trump ha concesso loro il triplo delle interviste rispetto a tutti gli altri canali messi insieme.

Le notizie che ritraevano Trump in una luce negativa ricevevano invece poca o nessuna attenzione. Il presidente ha usato Fox News per raggiungere le persone che non seguivano le sue attività su Twitter.

Trump ha portato ascolti record

L'accesso esclusivo al presidente degli Stati Uniti ha aiutato il canale a raggiungere ascolti record già nei primi mesi del mandato.

Tuttavia, questo vale anche per la concorrenza liberale, che dopo l'elezione ha intensificato gli attacchi contro Trump: il pubblico di CNN e MSNBC è aumentato del 50%. Che lo si amasse o lo si odiasse, Trump da presidente è stato un bene per gli affari. Di conseguenza, gli ascolti sono crollati di nuovo non appena il tycoon ha lasciato la Casa Bianca.

Ora Fox News vuole lasciarsi alle spalle l'era Trump. Ma il mondo è un posto diverso nel 2023 rispetto al 2015, anche per i conservatori. Che un rappresentante dell'emittente possa far sembrare ridicola un'uscita repubblicana contro il politicamente corretto oggi sembra impensabile.

Nuova normalità

L'evolversi del dibattito pubblico ha lasciato un segno duraturo da entrambe le parti. Anche, ma non solo, grazie all'eredità di Donald Trump, che si è presentato come uno zelante guerriero della cultura nella tradizione di Ronald Reagan.

Il desiderio di Fox News di prendere le distanze da Trump non cambia il fatto che la lotta contro il politicamente corretto è l'aspetto principale del programma più seguito del canale. In esso, Tucker Carlson inveisce contro la cultura «woke» della sinistra, ad esempio contro i tentativi di rappresentazione inclusiva delle mascotte degli M&Ms. 

Nel 2022, il programma di Carlson è stato il secondo programma di informazione di maggior successo negli Stati Uniti.

Il principale avversario di Trump, Ron DeSantis, ha tenuto giovedì un discorso ai principali donatori repubblicani. Nel farlo, ha criticato gli altri repubblicani per non aver preso abbastanza provvedimenti contro «l'ideologia woke». Grazie ai suoi successi in questo senso, ha detto, ha trasformato la Florida da uno Stato molto contestato alle elezioni al principale Stato repubblicano della nazione.

Su questo può avere ragione. Ma dimostra anche che nemmeno «il nuovo leader del Partito repubblicano» può sfuggire all'ombra di Donald Trump.