L'analisiEcco tre scenari su come potrebbe finire la guerra in Ucraina
Di Tobias Benz
23.12.2023
Fronti inaspriti e un gelido inverno di guerra sono in arrivo: in Ucraina, a quasi due anni dall’inizio dell’invasione russa, la pace è ancora lontana. Ecco tre scenari su come potrebbe finire il conflitto.
Di Tobias Benz
23.12.2023, 15:06
Di Tobias Benz
Hai fretta? blue News riassume per te
Non c’è ancora alcuna risoluzione in vista per la riconciliazione della guerra in Ucraina.
Il famoso storico tedesco Jörn Leonhard formula diversi scenari sull'andamento del conflitto e rivela quello che lo preoccupa di più.
Definisce «rischiosa» l'eventuale disponibilità degli ucraini a negoziare. Questo potrebbe segnalare a un aggressore come Vladimir Putin che può spingersi oltre.
Le imminenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti e il relativo sostegno occidentale avrebbero un’influenza decisiva sull’esito della guerra.
Il sistema autocratico del presidente russo potrebbe anche causare un punto di svolta e porre fine agli scontri, come accadde in Russia durante la Prima Guerra Mondiale.
In Ucraina la guerra prosegue dal febbraio 2022. Inizialmente i russi hanno guadagnato terreno, ma in seguito gli ucraini sono riusciti a fermare gli aggressori e poi addirittura a respingerli dopo un tempo relativamente breve.
Da qualche tempo però sui fronti nell'est del Paese si registra una fase di stallo, con alcune avanzate sia da una parte che dall'altra. In altre parole sembra non ci sia alcuna decisione in vista sul campo di battaglia.
Lo stesso vale per la risoluzione del conflitto al tavolo delle trattative. Quindi cosa potrebbe succedere in Ucraina? Il famoso storico tedesco Jörn Leonhard vede diversi scenari su come potrebbe finire la guerra. Ma una cosa è chiara: potrebbe volerci del tempo.
«Posso capire che molti vogliano una via rapida verso la pace quando si tratta dell'Ucraina o del Medio Oriente. Storicamente, le vie verso la pace sono raramente brevi, soprattutto nei conflitti con una lunga storia», spiega il 56enne in un'intervista alla rivista «Der Spiegel».
Scenario 1: un'impasse
«Questa guerra è iniziata con la classica aspettativa di una decisione rapida che troviamo all'inizio di molte guerre nella storia. Innumerevoli esperti avevano previsto che l’Ucraina non sarebbe sopravvissuta 72 ore», dice Leonhard.
C’è anche la speranza che una rapida vittoria di una delle parti in conflitto sia seguita da una risoluzione politica. Tuttavia sottovalutare la capacità dell’Ucraina di difendersi e sovrastimare le capacità della Russia ha impedito una vittoria veloce di Putin.
«Guardando al XIX e XX secolo, c’è molto che suggerisce come questo tipo di guerre non finiscono con dei chiari vincitori e vinti, ma diventano mature per una soluzione diplomatica solo quando le due parti non hanno più nulla da guadagnare sul campo di battaglia», afferma Leonhard.
Al momento però sia i russi che gli ucraini hanno ancora speranza di un successo militare.
Inoltre potrebbe essere pericoloso segnalare la volontà di negoziare. «Un segnale del genere può persino alimentare la tendenza del nemico a proseguire la guerra. Chiunque sia disposto a fare concessioni unilaterali dimostra debolezza nei confronti di un avversario determinato».
Questo è stato confermato ad esempio negli anni '30, quando la politica di pacificazione degli inglesi e dei francesi confermò la convinzione di Hitler di poter continuare la sua linea di aggressione. La stessa cosa potrebbe accadere oggi. «Ciò segnalerebbe a un aggressore come Putin: puoi spingerti oltre».
Scenario 2: la Russia vince
Secondo Leonhard un'impasse precederebbe una guerra delle risorse, in quanto potrebbe durare a lungo. Al centro di questo conflitto c’è la domanda: per quanto tempo l’Occidente resterà al fianco dell’Ucraina?
Dato che gli aiuti si stanno sgretolando, vedi per esempio con la reticenza del Congresso degli Stati Uniti di concedere più aiuti a Kiev, crescono i dubbi tra gli alleati dell’Ucraina. Le consegne di armi non arrivano, sorgono dubbi sul sostegno finanziario e le elezioni presidenziali americane del 2024 minacciano di capovolgere tutto.
«Cosa accadrebbe se Donald Trump venisse eletto l’anno prossimo? Gli aiuti all’Ucraina poi si fermeranno? Niente fa pensare che Putin sia disposto a fare delle concessioni finché non saprà chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti», spiega Leonhard.
Dopo la pubblicazione dell’intervista allo «Spiegel» si è saputo anche che Putin si candiderà alla rielezione a presidente della Russia nel 2024.
«Questa guerra riguarda anche ciò che è l’Occidente, quanto resiliente si dimostra. Ed è una guerra per un ordine mondiale in evoluzione con sempre meno certezze, come dimostrano la visione della Cina o le reazioni dell’India o del Brasile», dice Leonhard.
Se la Russia vincesse, la Cina potrebbe trarre conseguenze analoghe per la questione di Taiwan, il che alimenterebbe una moltitudine di nuovi conflitti. Pechino continua a considerare lo Stato insulare al largo delle sue coste come parte della Cina e minaccia ripetutamente la violenta annessione. «Per l’Europa e gli Stati Uniti si tratta delle condizioni iniziali per un nuovo ordine mondiale e della resilienza della democrazia».
Scenario 3: il regime russo imploderà?
Ma la democrazia potrebbe anche dare all’Occidente un vantaggio decisivo. «Ci sono punti critici nelle guerre in cui la legittimità dei sistemi può erodersi. La vittoria delle democrazie nella prima guerra mondiale non è stata una coincidenza perché queste sono state in grado di comunicare meglio la distribuzione degli oneri della guerra a lungo termine e sono rimaste credibili anche nelle crisi», spiega Leonhard.
Questa legittimità del sistema politico potrebbe essere messa sotto pressione nelle monarchie militari autocratiche. Questo è accaduto ad esempio in Russia durante la prima guerra mondiale e successivamente anche in Germania.
Tuttavia è molto difficile prevedere quando potrebbero verificarsi degli sconvolgimenti nella Russia odierna. «Può volerci molto tempo prima che si verifichino questi momenti critici», chiarisce Leonhard.
Finché questo non accadrà, la strada verso la pace potrà essere raggiunta solo in un modo: «È necessario un cessate il fuoco che consenta di allentare la tensione attraverso l’internazionalizzazione e la ricerca di mediatori», afferma Leonhard.
Ed è qui che lo storico vede uno dei problemi centrali: «L’assenza di mediatori credibili mi preoccupa di più».