Medio Oriente Nel mirino di Israele c'è la Cisgiordania: Netanyahu lancia l'operazione Muro di Ferro a Jenin

SDA

21.1.2025 - 21:55

L'operazione lanciata dal premier israeliano è cominciata con una serie di attacchi con droni.
L'operazione lanciata dal premier israeliano è cominciata con una serie di attacchi con droni.
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Messi a tacere gli attacchi da Gaza e dal Libano, Israele punta a colpire «il nido di terroristi» che si nasconde in Cisgiordania, ben rifornito di armi e esplosivi provenienti dall'Iran. Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha annunciato la nuova operazione militare in Giudea e Samaria – nome biblico della Cisgiordania – chiamata Muro di Ferro, che sarà «vasta e significativa a Jenin».

Keystone-SDA

«Agiamo in modo deciso contro l'asse iraniano ovunque esso estenda le sue mani: a Gaza, in Libano, in Siria, in Yemen, in Giudea e Samaria. E non finisce qui», ha avvertito il premier.

Un avvertimento che ha subito indotto i commentatori internazionali a chiedersi se Israele intenda attaccare nuovamente Teheran. Oltre ad allarmare i paesi arabi della regione, che sanno di poter sempre cadere sotto la ritorsione della Repubblica islamica.

Al Forum economico mondiale (WEF) di Davos il ministro degli esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan al-Saud, ha dichiarato che «bisognerebbe evitare una guerra tra Israele e Iran».

L'attacco dei droni israeliani 

Hamas da Gaza intanto ha fatto sentire la sua voce e, ribadendo l'appello alla mobilitazione generale in Cisgiordania, ha esortato i palestinesi a «intensificare i combattimenti contro Israele in risposta all'offensiva militare dell'IDF», le forze di difesa israeliane.

Nel frattempo l'operazione Muro di Ferro è partita con una serie di attacchi con droni contro le strutture utilizzate dai gruppi terroristici, hanno riferito fonti militari.

I media palestinesi hanno descritto diversi attacchi aerei e, secondo le autorità sanitarie locali, almeno nove persone sono state uccise e 35 ferite. Ma non è stato chiarito se le vittime siano appartenenti alle fazioni di Hamas e Jihad islamica palestinese.

Lunedì il capo di Stato maggiore dell'IDF Herzi Halevi aveva affermato che l'esercito si stava preparando per «operazioni significative» in Cisgiordania, proprio durante il cessate il fuoco nella Striscia. 

Cresce la tensione

Intanto in Cisgiordania la tensione è altissima, su tutti i fronti. Nella notte tra lunedì e martedì decine di coloni israeliani hanno assaltato i villaggi palestinesi di Jinsafut e al-Funduq, lanciando pietre, dando fuoco alle auto e cercando di entrare nelle abitazioni, come mostrano le immagini trasmesse dall'emittente tv israeliana Kan.

Due ventenni israeliani con il volto coperto sono stati gravemente feriti da un agente di polizia dopo averlo colpito con spray al peperoncino. L'ufficiale è ora agli arresti domiciliari. Ma non ci sono notizie di altri arresti tra i coloni che hanno lanciato l'attacco.

Le autorità israeliane vengono accusate da mesi di aver chiuso un occhio sulla violenza dilagante dei coloni. La responsabilità viene attribuita al ministro dimissionario Itamar Ben Gvir, sostenitore dei coloni e colono lui stesso.

Donald Trump, dal canto suo, appena reinsediato nello Studio Ovale, ha firmato l'ordine esecutivo per revocare le sanzioni ai coloni in Cisgiordania, invertendo la politica del suo predecessore.

Prosegue lo scambio

Nel frattempo Hamas ha confermato che quattro donne israeliane prese in ostaggio – delle sette ancora a Gaza – saranno liberate sabato, nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco.

La dichiarazione è arrivata dopo che un altro portavoce dell'ufficio prigionieri del gruppo terroristico aveva affermato che il prossimo rilascio degli ostaggi sarebbe avvenuto domenica.

Le sette donne rimaste nella lista originaria di 33 da rilasciare nella prima fase sono due civili (Arbel Yehud, 29 anni, e Shiri Silberman Bibas, 34) e le cinque soldatesse ventenni Liri Albag, Karina Ariev, Agam Berger, Danielle Gilboa e Naama Levy.

Anche i due piccoli Bibas, Ariel e Kfir, che ora avrebbero 5 e 2 anni se fossero vivi, sono nella lista. Per ciascuna delle soldatesse, Israele rilascerà 50 prigionieri palestinesi, 30 dei quali sono terroristi condannati all'ergastolo.