Cina-UsaLa Cina condanna la tappa del presidente di Taiwan alle Hawaii
SDA
1.12.2024 - 11:40
La Cina «condanna con fermezza l'organizzazione da parte degli Usa della sosta» del presidente di Taiwan William Lai alle Hawaii e ha «presentato proteste formali» agli Usa.
Keystone-SDA
01.12.2024, 11:40
01.12.2024, 12:02
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È quanto ha commentato un portavoce del ministero degli Esteri in merito allo scalo di Lai, impegnato nel suo primo viaggio all'estero.
La Cina «si oppone con fermezza a qualsiasi forma di interazione ufficiale tra gli Usa e la regione di Taiwan, a qualsiasi viaggio del leader di Taiwan negli Usa sotto ogni nome o pretesto e a qualsiasi forma di connivenza o sostegno degli Usa ai separatisti per l'indipendenza di Taiwan e alle loro attività separatiste».
Lai è stato festeggiato con un tappeto rosso, ghirlande di fiori e 'aloha' all'arrivo di sabato, ora locale, alle Hawaii dove si fermerà per due giorni, parte di un tour tra gli ultimi alleati del Pacifico che ha scatenato l'irritazione di Pechino.
«Aloha, #Hawaii! Grato per il caloroso benvenuto da parte del direttore generale AIT Ingrid Larson e @GovJoshGreenMD. Non vediamo l'ora di fare conversazioni significative e di entrare in contatto con vecchi e nuovi amici», ha scritto Lai su X, ringraziando per l'accoglienza da capo di Stato che gli è stata riservata.
Il leader taiwanese, infatti, è stato accolto da Ingrid Larson, direttore generale a Washington dell'American Institute in Taiwan (l'ambasciata de facto Usa a Taipei), dal governatore delle Hawaii Josh Green e da altri alti funzionari americani, ed è stato ricoperto di ghirlande di fiori o foglie dai colori vivaci, note come leis, saluti di 'aloha' e altri doni hawaiani. Indossando una camicia tipica hawaiana, Lai ha visitato il museo di storia delle isole del Pacifico, un centro di gestione delle emergenze e l'Uss Arizona Memorial a Pearl Harbour. In serata, tra i vari eventi in agenda, Lai parteciperà alla cena con funzionari del governo Usa e di taiwanesi residenti all'estero.
La Cina rivendica Taipei come parte «inalienabile» e «sacra» del suo territorio da riunificare anche con la forza se necessario, rispondendo al primo viaggio di Lai, definito un «piantagrane» e un «separatista», con minacce mirate a «stroncare in modo risoluto» qualsiasi tentativo di indipendenza.
Pechino, sempre attraverso il ministero degli Esteri, ha espresso dura condanna all'ultima vendita di armi Usa «alla regione cinese di Taiwan da 385 milioni di dollari» relativa a pezzi di ricambio per jet F-16, sistemi radar e apparecchiature di comunicazione. La mossa, «in violazione del principio della 'Unica Cina'», lede sovranità e interessi di sicurezza della Repubblica popolare, inviando «un segnale gravemente sbagliato alle forze separatiste per l'indipendenza di Taiwan e sono dannose a relazioni Cina-Usa, a pace e stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan».
La decisione è «incoerente con l'impegno dei leader Usa di non supportare l'indipendenza di Taiwan»: pertanto, dopo la presentazione di proteste formali e l'invito a non armare l'isola, la Cina ha assicurato che «adotterà contromisure forti e risolute per difendere con fermezza la sovranità nazionale, la sicurezza e l'integrità territoriale».