Strage nella scuola Bufera sulla polizia del Texas: «È intervenuta tardi»

ATS / sam

27.5.2022 - 09:18

Perché è passata quasi un'ora dall'arrivo di Salvador Ramos nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, e la sua uccisione da parte degli agenti? Perché le squadre speciali non hanno fermato prima la carneficina?

27.5.2022 - 09:18

All'indomani di una delle stragi più sanguinose della storia americana, la polizia del Texas è chiamata a rispondere a molte domande, mentre cresce la rabbia dei genitori delle piccole vittime che accusano gli agenti di non aver agito con tempestività per fermare la furia omicida di Ramos.

«Entrate! Entrate!», urlano disperati agli agenti i genitori accorsi fuori dalla scuola, nei video di quei momenti terribili ripresi da testimoni e abitanti. Una folla frustrata dall'inazione della polizia e terrorizzata da quello che poteva accadere. Javier Cazares, la cui figlia di 8 anni Jacklyn è stata uccisa nell'attacco, ha detto che era pronto con altri tre o quattro padri a entrare nella scuola.

«I poliziotti erano impreparati, stavano lì in piedi senza fare nulla», ha accusato, devastato dal dolore. «C'erano molti agenti armati là fuori, potevano entrare velocemente, poteva finire tutto in pochi minuti», ha attaccato il 43enne. E invece ne sono passati dai 40 a oltre un'ora. Un'eternità. «Stanno sparando là dentro e questi figli di puttana si preoccupano di noi, dobbiamo entrare e prendere i nostri bambini», si sente gridare un altro padre.

La ricostruzione della polizia

La polizia del Texas ha fornito una prima ricostruzione della dinamica del massacro: Ramos si è prima «confrontato» con una guardia di sicurezza della scuola, Erick Estrada, fuori dall'edificio. Era armato e aveva un borsone nero con delle munizioni che ha abbandonato alla vista dell'agente. Tuttavia non è stato fermato e l'agente non ha aperto il fuoco.

Entrato nella scuola da una porta sul retro che era aperta, il killer si è imbattuto in altri due agenti nell'atrio che ha colpito e ferito. La polizia non ha spiegato l'entità dello scontro a fuoco, ma si è limitata a dire che i due agenti colpiti «si sono ritirati e hanno chiamato i rinforzi».

Alla chiamata ha risposto la Border Patrol Tactical Unit, la divisione dell'autorità di frontiera americana specializzata nel rispondere a minacce terroristiche di tutti i tipi. Qui si ferma la ricostruzione della polizia ma gli interrogativi restano.

Tante domande

Non si spiega perché nessuno degli agenti che si sono imbattuti in Ramos lo abbia fermato, dal momento che erano tutti armati. Non si capisce perché i poliziotti nella scuola abbiano aspettato i rinforzi invece di attuare un protocollo imposto nel 1999, dopo la strage nel liceo di Columbine, che prevede una risposta immediata perché, è l'assunto, «ogni secondo che passa sono più vite che se ne vanno».

Perché erano stati feriti o per un errore di valutazione? La polizia dovrà chiarirlo. E ancora, una volta arrivati nella scuola, le squadre speciali hanno avuto difficoltà a irrompere nell'aula della strage tanto che hanno dovuto chiedere ad un bidello di aprire la porta a chiave. Altri minuti preziosi perduti. Né si capisce cosa possa aver usato Ramos di così ingombrante o pesante da impedire agli agenti buttare giù la porta.

E mentre la strage di Uvalde ha ancora contorni poco chiari, fuori da un'altra scuola in Texas uno studente è stato arrestato con una pistola stile Ak-47 e un fucile AR-15, proprio come quello usato da Ramos per massacrare 19 bambini e due insegnanti.

Joe Biden e la duchessa Meghan a Uvalde

Dopo il bagno di sangue, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto leggi più severe sulle armi. Le corrispondenti iniziative dei suoi democratici, tuttavia, falliscono regolarmente a causa della resistenza dei repubblicani e della potente lobby delle armi.

«Questi erano bambini delle scuole elementari, dovrebbero perdere i primi denti, non la vita», ha detto la portavoce di Biden Karine-Jean Pierre. Ha annunciato che il presidente intende recarsi a Uvalde domenica accompagnato da sua moglie Jill.

Giovedì, un'altra celebrità ha commemorato le vittime. La duchessa Meghan ha visitato la piccola comunità e ha deposto dei fiori. La 40enne si è recata a Uvalde nel suo ruolo personale di madre, ha spiegato una portavoce. La moglie del principe Harry ha due figli piccoli con il nipote della Regina: Archie e Lilibet.

Meghan Markle, duchessa di Sussex, depone un mazzo di fiori in un memoriale a Uvalde giovedì.
Meghan Markle, duchessa di Sussex, depone un mazzo di fiori in un memoriale a Uvalde giovedì.
Keystone/AP Photo/Jae C. Hong

ATS / sam