Medio OrienteBombe sull'ospedale di Gaza, uno degli episodi più violenti del conflitto
SDA
17.10.2023 - 22:20
Strage all'ospedale di Gaza City con centinaia di morti, uno dei peggiori massacri della guerra che rischia di infiammare ancora di più il conflitto. Hamas ha subito accusato Israele di aver colpito l'Al-Ahli Arabi Baptist Hospital causando tra i 200 e i 500 morti. L'esercito da parte sua ha negato ogni responsabilità e addossato la responsabilità dell'esplosione al lancio fallito di un razzo della Jihad islamica: «L'ospedale non era un edificio sensibile e non era un nostro obiettivo».
17.10.2023, 22:20
17.10.2023, 22:26
SDA
Hai fretta? blue News riassume per te
Strage all'ospedale di Gaza City con centinaia di morti, uno dei peggiori massacri della guerra che rischia di infiammare ancora di più il conflitto.
Hamas ha subito accusato Israele, l'esercito da parte sua ha negato ogni responsabilità.
La reazione del mondo palestinese e arabo è stata veemente: il presidente Abu Mazen ha cancellato l'incontro previsto ad Amman con Joe Biden.
Ma la reazione del mondo palestinese e arabo è stata veemente: il presidente Abu Mazen ha cancellato l'incontro previsto ad Amman con JoeBiden e indetto tre giorni di lutto nazionale in Cisgiordania, mentre l'Olp ha fatto appello alla comunità internazionale chiedendo di «mettere fine a questo massacro».
L'Egitto ha condannato «con la massima fermezza il bombardamento israeliano», l'Iran ha parlato di «brutale crimine di guerra e genocidio», la Giordania ha fatto sapere di considerare lo Stato ebraico «responsabile per questi pericolosi sviluppi».
Proprio ad Amman in serata è esplosa la protesta di piazza con centinaia di persone che hanno tentato di assaltare l'ambasciata israeliana e appiccato il fuoco ai muri esterni.
Uno degli episodi più violenti del conflitto
Qualunque siano le circostanze del massacro dell'ospedale, si tratta di uno degli episodi più violenti del conflitto in corso. Questa è la situazione che si troverà di fronte il presidente Usa quando mercoledì arriverà a Gerusalemme per portare solidarietà all'alleato di punta in Medio Oriente.
Con una novità: l'attesa invasione di Gaza da parte di Israele non è più l'unica «opzione» nella guerra contro Hamas. «Potrebbe essere qualcosa di diverso», ha avvertito l'esercito.
Nella sua visita di 5 ore Biden – che poi volerà ad Amman per vedere il re giordano e il presidente egiziano al Sisi – dovrà confrontarsi con una realtà che all'undicesimo giorno di guerra sta diventando un rebus di difficile soluzione.
Dramma umanitario nella Striscia
Pesa su tutto il dramma umanitario nella Striscia dove, secondo Save the Children, tra gli oltre 3000 morti si contano più di 1000 bambini rimasti uccisi negli attacchi di Israele.
Il leader americano e il primo ministro Netanyahu dovranno affrontare il nodo della chiusura del valico di Rafah tra l'Egitto e Gaza, con gli stranieri ancora intrappolati nell'enclave palestinese e le colonne di camion con gli aiuti umanitari bloccati sul lato egiziano del confine. Senza dimenticare il problema dei 250 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e delle altre fazioni palestinesi.
Ma soprattutto, un possibile allargamento del conflitto se Israele dovesse entrare 'boots on the ground' a Gaza: minaccia ventilata dall'Iran e dai suoi alleati Hezbollah libanesi, che hanno continuato colpire il nord dello Stato ebraico. Il ministro degli Esteri di Teheran Hossein Amirabdollahian ha ammonito per esempio che l'estensione della guerra su altri fronti si sta «inevitabilmente» avvicinando.
Israele non fa passi indietro
Il pericolo per ora non sembra apparentemente scalfire la determinazione di Israele, anche nel quadro di una possibile opzione alternativa all'invasione. L'esercito ha annunciato che sta continuando a mettere in atto piani offensivi ad ampio spettro in tutto il sud del Paese e al tempo stesso al nord di fronte alla minaccia di Hezbollah.
«Il combattimento» a Gaza «sarà condotto nei prossimi giorni con grande forza», ha ripetuto Netanyahu in visita ai soldati nel sud. Altrettanto chiaro è stato il ministro della Difesa Yoav Gallant. «I membri di Hamas hanno due opzioni: arrendersi o morire», ha avvertito.
Non è una minaccia a vuoto: l'esercito in questi giorni ha ucciso vari dirigenti e comandanti di alto livello di Hamas. Martedì – solo nella notte sono stati oltre 200 i raid nella Striscia – è toccato al più importante di quelli eliminati finora: si tratta del comandante di Hamas Ayman Nofal (Abu Ahmad), centrato da aerei da combattimento nel campo profughi di Bureij.
Israele ha messo sull'avviso anche gli Hezbollah. «Al nostro confine nord siamo in massima allerta. Se gli Hezbollah compiranno il grave errore reagiremo con una potenza elevata», ha avvisato il portavoce militare Daniel Hagari.
A Gaza più di un milione di sfollati
A Gaza gli sfollati hanno oramai raggiunto il numero di un milione e i morti sono al di sopra dei 3mila, con 12'500 feriti circa.
In Israele il bilancio delle vittime è di circa 1400 (300 soldati) con oltre 500mila sfollati dal sud e dal nord del Paese sotto i razzi che continuano ad arrivare da Gaza.
La polizia ha riferito di aver accertato tra i morti 947 civili israeliani uccisi nell'attacco di Hamas: il 70% delle vittime.