Il dibattito sulla rottura dei negoziati non esiste nell'Unione europea, ha detto Juncker in un'intervista rilasciata ai giornali svizzerotedeschi del gruppo Tamedia in edicola oggi. «La Commissione non abbandona mai il tavolo delle trattative», ha assicurato, aggiungendo che sarebbe molto deluso se a farlo fosse la Svizzera.
Per evitare nuove rappresaglie da parte dell'Ue come il non prolungamento dell'equivalenza borsistica, il politico lussemburghese, già a lungo primo ministro del suo Paese, invita a concludere nei tempi più stretti possibili l'accordo istituzionale. La pazienza di Bruxelles infatti non è infinita, sottolinea il 66enne.
Juncker si oppone all'idea che la Svizzera ottenga concessioni in cambio di contributi finanziari più elevati. «È sbagliato pensare di risolvere i problemi con i soldi», ha commentato a questo proposito.
Le divergenze possono e devono essere appianate, anche perché, prosegue, un accordo è indispensabile. In caso contrario, sia Bruxelles sia Berna ne sarebbero danneggiate, avverte Juncker, presidente della Commissione europea per cinque anni a partire dal 2014.