Zurigo Brian, conosciuto come Carlos, uscirà presto di prigione

pl, ats

1.11.2022 - 17:55

Il giovane delinquente zurighese un tempo conosciuto con il soprannome «Carlos», ma che oggi preferisce farsi chiamare con il suo vero nome Brian, dovrebbe uscire di prigione «nei prossimi giorni». Lo ha reso noto martedì il Tribunale cantonale di Zurigo.

Brian in un ritratto nell'aula del Tribunale cantonale di Zurigo del 26 maggio 2021 (immagine d'archivio).
Brian in un ritratto nell'aula del Tribunale cantonale di Zurigo del 26 maggio 2021 (immagine d'archivio).
KEYSTONE/LINDA GRAEDEL

Brian, che oggi ha 27 anni, ha problemi con la giustizia da quando aveva nove anni e ha alle spalle una lunga serie di condanne per reati violenti: in tutto più di 30, di cui due da maggiorenne. La vicenda più grave risale al 2011, quando accoltellò ripetutamente alla schiena un giovane, che riportò gravi ferite.

Il giovane si trova da più di cinque anni ininterrottamente in regime di detenzione preventiva o di sicurezza. Stando alla nota del Tribunale cantonale, dev'essere rilasciato perché la detenzione di sicurezza risulterebbe più lunga della condanna con cui potrebbe essere confrontato.

Nei suoi confronti è in corso un'inchiesta per lesioni personali e violenze e minacce contro funzionari commesse in prigione fra il gennaio 2017 e l'ottobre 2018. Secondo il Tribunale, si può quindi pensare che la pena prevista sia già stata scontata.

Procedimento ancora in corso

Il tribunale distrettuale di Dielsdorf aveva condannato Brian a quattro anni e nove mesi di detenzione e il Tribunale cantonale aveva in seguito aumentato la pena a sei anni e quattro mesi.

Con una decisione del 12 novembre 2021, il Tribunale federale ha però annullato la sentenza e rinviato il caso al Tribunale cantonale, che non si è ancora pronunciato.

Durante la detenzione preventiva, gli avvocati di Brian hanno presentato vari appelli. Nel maggio di quest'anno il Tribunale federale respinto un ricorso contro l'estensione della detenzione di sicurezza. I giudici di Losanna hanno inoltre invitato la corte zurighese ad elaborare «senza indugio» un piano per ammorbidire le sue condizioni di detenzione.

Questo perché la pena detentiva di 4 anni e 9 mesi inflitta dal Tribunale distrettuale di Dielsdorf sarebbe stata completamente scontata da Brian già quattro mesi fa. Nella nota, il Tribunale cantonale precisa che la procedura d'appello richiederà ancora tempo, poiché sono state presentate richieste di raccogliere nuove prove.

Contro la decisione di rilasciare Brian dalla detenzione di sicurezza può ancora essere fatto ricorso davanti al Tribunale federale. Il Ministero pubblico zurighese prende atto della decisione e sta esaminando eventuali ulteriori passi, ha detto un portavoce su richiesta di Keystone-ATS.

Portato alla ribalta da un reportage televisivo

Del caso si sono occupati negli scorsi anni anche la Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (CNPT) e il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Nils Melzer. Quest'ultimo aveva parlato di condizioni di detenzione «disumane», «inaccettabili» e «sconcertanti».

Lo scorso mese di gennaio, il Dipartimento di giustizia del canton Zurigo aveva aveva deciso di trasferire il giovane in una prigione adibita al carcere preventivo. In precedenza Brian era rinchiuso nella sezione di alta sicurezza del penitenziario Pöschwies di Regensdorf (ZH), chiuso in cella per 23 ore al giorno e accompagnato nell'ora d'aria da un manipolo di agenti in tenuta anti sommossa.

A fare diventare «Carlos» un caso «nazionale» è stato un reportage televisivo del 2013, in cui si riferiva delle misure di presa a carico decise nei suoi confronti dalla giustizia minorile. Il tutto ad un costo di circa 29'000 franchi al mese: una cifra a prima vista esorbitante, ma paragonabile ai costi di una presa a carico in una struttura chiusa.

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