Sismi Turchia-Siria: salvataggi «miracolosi» dopo quasi 200 ore 

SDA

14.2.2023 - 14:32

Anche a giorni di distanza si continuano a trovare superstiti al devastante terremoto.
Anche a giorni di distanza si continuano a trovare superstiti al devastante terremoto.
Keystone

Nel contesto del drammatico terremoto che il 6 febbraio scorso ha devastato il sud della Turchia e la Siria nord-occidentale arrivano ancora incredibili notizie di salvataggi nei due Paesi.

Continuano le ricerche e continuano i salvataggi che hanno del miracoloso. Ad Antiochia, nella provincia di Hatay, nel sud della Turchia, una donna di 26 anni è stata salvata dopo 201 ore dall'inizio del sisma.

Secondo quanto riportato dal quotidiano turco «Anadolu», Emine Akgül è un'insegnante ed è stata trovata dalle squadre di ricerca e soccorso turche in condizioni gravi e quasi priva di sensi.

Due persone sono state tratte in salvo nella provincia sud-orientale turca di Kahramanmaras dopo essere rimaste per 198 ore sotto le macerie del terremoto, sempre secondo l'agenzia di stampa statale turca «Anadolu».

Un uomo, Muhammed Cafer Cetin, è stato inoltre estratto vivo dalle macerie di un palazzo di Adiyaman, sotto le quali è rimasto anche lui sepolto per 198 ore. Questo episodio è stato reso noto dalla televisione di Stato turca Trt, che ha mostrato le immagini dell'operazione di salvataggio.

Quasi 32.000 morti nella sola Turchia

I soccorritori hanno estratto oltre 8.000 persone vive dalle macerie degli edifici crollati dopo il terremoto che ha colpito il sud est della Turchia. Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, aggiungendo che oltre 81.000 persone ferite nel sisma sono state dimesse dagli ospedali.

Sono almeno 31.974 le persone che hanno perso la vita nella sola Turchia a causa del terremoto che ha colpito il sud est del Paese. Lo rende noto l'agenzia per i disastri e le emergenze Afad, come riporta Anadolu.

Più di 100 Paesi hanno mandato messaggi di solidarietà alla Turchia, ha fatto sapere il leader turco.

Poche informazioni dalla Siria, ma «un miracolo» c'è stato

Continuano a mancare informazioni certe dalla Siria, dove per i soccorsi è difficile operare in un contesto di guerra. Non si conoscono né il numero dei morti, né quello dei feriti. L'ultimo bilancio menzionato risale a due giorni fa, quando Rick Brennan, responsabile regionale emergenze dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)  ha parlato di circa 9.300 vittime, 4.800 morte nelle zone controllate dal governo e 4.500 decedute in quelle in mano ai ribelli.

È stata estratta due volte in una settimana dalle macerie della sua casa: la prima volta era incinta, la seconda era con il suo piccolo appena nato. Il doppio salvataggio che ha dell'incredibile è avvenuto a Jindayris, nella Siria nord occidentale.

Dima, riporta il «Guardian», era incinta di sette mesi quando parte della sua casa è crollata durante il sisma del 6 febbraio. È stata tirata fuori dalle macerie con lievi ferite e subito dopo ha dato alla luce il suo piccolo, che ha chiamato Adnan, in un'ospedale di Afrin sostenuto dalla Syrian American Medical Society (Sams).

Sono tornati a casa, ma quel riparo, l'unico possibile in un Paese dove gli aiuti sono arrivati col contagocce è crollato completamente tre giorni dopo. Adnan è stato ricoverato all'ospedale al-Shifa di Afrin dai soccorritori: in condizioni critiche, affetto da grave disidratazione e ittero, mentre Dima ha riportato lesioni agli arti inferiori.

Il piccolo miracolato sta rispondendo bene ai trattamenti. «Lo stiamo solo nutrendo e stiamo intervenendo attraverso fleboclisi endovenose», ha detto il pediatra che lo ha in cura, il dottor Abdulkarim Hussein al-Ibrahim, che ha diffuso foto del piccolo mentre dorme tranquillo all'interno di un'incubatrice con il polso collegato a una flebo.

Aperti due valichi di frontiera

«L'impegno del governo è di portare aiuti al popolo siriano dovunque si trovi. Le persone nel nord-ovest del Paese sono siriani come gli altri e per questo il governo supporta la consegna di aiuti umanitari da qualsiasi valico» ha detto lunedì sera l'ambasciatore di Damasco all'Onu, Bassam Sabbagh, precisando che l'accordo sull'apertura di due valichi transfrontalieri annunciata dal segretario generale Antonio Guterres «è stato fatto con l'Onu e senza precondizioni».

L'annuncio da parte di Damasco dell'apertura di due nuovi valichi transfrontalieri tra la Turchia e il nord-ovest del Paese per permettere il passaggio degli aiuti umanitari destinate alle regioni colpite dal terremoto, è «una buona cosa» se il presidente Bashar al-Assad è «serio» ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, in un briefing con la stampa martedì.

Intanto questa mattina, per la prima volta dopo 12 anni, è atterrato in Siria, in un aeroporto di Aleppo, controllato dal governo centrale siriano, un aereo cargo civile saudita contenente aiuti umanitari destinati alle vittime del sisma.

Dal 2012 l'Arabia Saudita, giova ricordarlo,  si è schierata apertamente contro il governo di Damasco, incarnato dal contestato presidente Bashar al Assad sostenuto da Iran e Russia, nel contesto del conflitto armato su scala locale e regionale scoppiato nel 2011.