NapoliSupervulcano, l'esperto: «Non sappiamo cosa accadrà dopo». Ai Campi Flegrei la gente inizia ad aver paura
dmu / pab
5.10.2023
Da settimane la zona intorno alla città di Napoli è scossa da terremoti. La causa è un supervulcano sotterraneo. Un esperto pensa che la probabilità di una supereruzione sia bassa. Ma, come conferma una vulcanologa, il magma sta migrando verso la superficie. Intanto ai Campi Flegrei, malgrado i timori della popolazione, il livello d'allerta rimane al giallo. Si starebbero preparando nuovi piani d'evacuazione. Quelli attuali sono divisi in zona rossa e gialla. Ma le vie di fuga non sarebbero tutte praticabili.
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05.10.2023, 13:11
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Lunedì, un ennesimo terremoto ha scosso la regione intorno alla città di Napoli, provocando il panico in parte della popolazione.
La causa delle scosse è un supervulcano sotterraneo dei Campi Flegrei.
Il professore dell'ETH Olivier Bachmann valuta la situazione di pericolo. Una supereruzione è improbabile, ma non impossibile.
Nel caso ci fosse una super eruzione anche la Svizzera sarebbe direttamente toccata, con conseguenze potenzialmente molto pesanti sull'ambiente, la natura e le persone.
Secondo la vulcanologa Lucia Pappalardo «Il magma sta migrando verso la superficie» ai Campi Flegrei, ma non teme un effetto catena con gli altri vulcani della Campania.
Anche se i fenomeni sismici sembrano aumentare di frequenza e intensità ai Campi Flegrei, il livello d'allerta deciso dalle autorità martedì sera rimane giallo e non passa al rosso.
La popolazione locale è sempre più preoccupata e chiede nuovi piani di evacuazione. Il Governo li starebbe elaborando.
Quelli in vigore ora prevedono una zona rossa, in cui l'evacuazione sarebbe per sempre, e una gialla, in cui la partenza potrebbe essere solo temporanea.
Lunedì sera, un terremoto di magnitudo 4 sulla scala Richter ha provocato scosse nella regione di Napoli. Sebbene non ci siano stati né feriti né danni, secondo la Protezione Civile italiana si è diffuso il panico tra la popolazione locale.
Sono settimane che si succedono queste scosse, più o meno forti. Sono causate dal fenomeno del bradisismo, ovvero il periodico sollevamento e abbassamento del terreno tipico di questa zona vulcanica a ovest del Vesuvio, in quelli che si chiamano i Campi Flegrei.
La preoccupazione non è senza motivo, poiché la gente vive appunto nei pressi di questo enorme cratere, che appartiene a un super-vulcano che è attivo nel sottosuolo e scuote regolarmente la terra.
È imminente una super-eruzione? L'esperto del Politecnico Olivier Bachmann valuta la situazione di pericolo per il «Blick». «Al momento non ci sono indicazioni che il magma stia risalendo», dice il professore di petrologia magmatica.
Ma è possibile, naturalmente. Il movimento del magma deve essere osservato attentamente nelle prossime settimane. «Non sappiamo cosa accadrà in seguito», dice Bachmann.
Se il magma sale, la superficie sale
Nel 2018, Olivier Bachmann e il suo team hanno scoperto che la camera magmatica dei Campi Flegrei sta iniziando a riempirsi. Quando il magma sale, l'evaporazione delle acque sotterranee e dei gas spinge verso l'alto la roccia della superficie terrestre e quindi l'intera regione costiera. Non appena il magma sprofonda di nuovo, il rigonfiamento della superficie terrestre si ritira.
Secondo Bachmann, il magma si trova ancora a una profondità di circa sei-otto chilometri. Se si sposta, anche le scosse diventeranno più forti. L'esperto vede poche possibilità di un'eruzione anticipata del supervulcano a causa dell'aumento dell'attività sismica. Anche in passato si sono verificati periodi di turbolenza di questo tipo senza che si verificasse un'eruzione.
Una super eruzione colpirebbe anche la Svizzera
«Possono passare altri 1.000 anni prima della prossima eruzione. Ma può anche avvenire molto rapidamente», dice Bachmann. E se dovesse capitare potrebbe essere prevista solo pochi giorni prima.
Nell'improbabile caso di una super-eruzione, quattro milioni di persone dovrebbero essere sfollate immediatamente, poiché l'intera regione di Napoli sarebbe in gran parte distrutta.
Inoltre, le particelle vulcaniche influirebbero sul clima di tutto il mondo, con conseguenze incalcolabili, come è accaduto per la più grande eruzione della storia recente dell'Umanità, quella avvenuta nel 1883 in Indonesia, quando quella del Krakatoa durò diversi giorni creando il buio su diverse parti della Terra per giorni.
Ovviamente anche la Svizzera verrebbe duramente colpita e, a seconda della direzione del vento, sarebbe ricoperta da polvere e cenere nel giro di poche ore.
La super-eruzione provocherebbe anche cieli bui e temperature più basse, con conseguenze potenzialmente disastrose non solo per la natura e l'agricoltura, ma anche per l'essere umano.
Secondo l'esperto dell'ETH, tuttavia, non c'è motivo di farsi prendere dal panico, almeno per ora: «Queste super eruzioni sono estremamente rare e altamente improbabili».
Ai Campi Flegrei si rimane in allerta gialla
Rimane di allerta gialla la situazione nell’area dei Campi Flegrei, interessata da settimane da un crescente sciame sismico. Lo ha detto martedì sera il ministro per la Protezione civile italiana Nello Musumeci, al termine della riunione della commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi.
La decisone è stata presa sulla base delle considerazioni espresse dagli specialisti, che hanno fornito un’ampia rappresentazione dei dati del monitoraggio con diversi parametri del sistema vulcanico.
Insomma gli esperti «non si ravvisano motivazioni immediate per la modifica del livello di allerta giallo per il rischio vulcanico», ma specifica che «la maggiore frequenza degli sciami sismici, l’aumento della loro magnitudo e il perdurare del sollevamento del suolo suggeriscono che gli stessi eventi sismici possano ripetersi in futuro».
È quasi pronto intanto il piano d’emergenza del governo per la zona dei Campi Flegrei nel caso dovesse verificarsi un evento di bradisismo grave. Il piano prevede anche nello scenario peggiore l’iter per l’evacuazione della popolazione a rischio.
«Il magma sta migrando verso la superficie»
Secondo la vulcanologa Pappalardo, espressasi sul Fatto Quotidiano, «l’evoluzione nel tempo e nello spazio dei parametri geochimici e geofisici può dare indicazione che il magma, che attualmente risiede a circa 7-8 km di profondità, sta migrando verso la superficie».
«Per fare questo, prosegue l'esperta, il magma deforma e rompe le rocce, generando sollevamento del suolo, terremoti, e rilascia gas che hanno un particolare tipo di chimismo che viene sempre monitorato».
Pappalardo aggiunge che non c’è pericolo di un effetto a catena sugli altri vulcani campani: «Ciascun vulcano ha un sistema di alimentazione superficiale indipendente, se erutta uno non significa che lo farà anche l’altro. Tanto è vero che adesso il Vesuvio è assolutamente tranquillo e anzi manifesta segnali opposti e il suolo è in lieve abbassamento al contrario di quanto accade ai Campi Flegrei.».
«Sono sempre vulcani attivi e non dimentichiamolo: c’è anche quello di Ischia. È un territorio a elevata pericolosità vulcanica e questo è vero sempre. Era vero 50 anni fa, è vero adesso e lo sarà fra 50 anni».
Cosa prevedono i piani di evacuazione dei Campi Flegrei
Come abbiamo appena visto continuano le scosse di terremoto nei Campi Flegrei nella vasta area nel golfo di Pozzuoli, creando paura nella gente. Da più parti si sente parlare addirittura di una nuova sindrome psicologica che causa attacchi di panico e ansia tra i residenti, come riporta Open.
Molti hanno sollecitato la necessità di allontanare la popolazione o ancora di aggiornare il piano della Protezione civile. Ma in cosa consiste il piano di evacuazione e come dovrebbe funzionare?
Le informazioni dettagliate si trovano sul sito del Dipartimento della Protezione civile, dedicato proprio alla situazione dei Campi Flegrei.
Il «piano nazionale protezione civile Campi Flegrei» suddivide l’area sopra e intorno al supervulcano in due zone: la rossa e la gialla.
L'area rossa: tutti devono andarsene in 3 giorni
La prima è segmentata in 15 località: Monte di Procida, Bacoli, Pozzuoli, alcune municipalità di Napoli, Marano di Napoli, Quarto, Giugliano in Campania.
In quest’area, in caso di allarme, l’evacuazione preventiva è l’unica misura possibile per la salvaguardia delle persone poiché è quella più esposta all’invasione dei flussi piroclastici, nubi ardenti di magma e gas, che per la loro velocità e temperature ucciderebbero tutte le persone nella zona, dove abitano 500.000 persone.
Nella zona gialla la partenza potrebbe essere temporanea
La zona gialla invece comprende i comuni di Villaricca, Calvizzano, Mugnano di Napoli, Melto di Napoli, Casavatore, parte di Marano di Napoli e altri 24 quartieri del capoluogo campano.
In caso di eruzione questi siti sarebbero esposti alla ricaduta delle ceneri vulcaniche. Potrebbero quindi essere necessari degli allontanamenti temporanei di una parte dei residenti, che sono circa 800.000.
Dovesse scattare l'allarme le 500.000 persone avrebbero tre giorni di tempo (72 ore) per abbandonare la zona in modo autonomo o assistito. Da più parti però si fa notare che molte delle vie di fuga che dovrebbero prendere le persone sono in cattivo stato oppure alcune non esistono più.
Il piano prevede le seguenti fasi:
Scatta l'allarme nella zona rossa? 72 ore per scappare
Nelle prime 12 ore, i residenti hanno il tempo di prepararsi e le autorità di predisporre le misure necessarie per la regolazione del traffico.
Nelle successive 48 ore i Comuni gestiscono la partenza, per tutti in contemporanea, e il cronoprogramma degli spostamenti così come stabilito dai piani comunali.
È stato previsto un margine di 12 ore, nel caso in cui insorgessero eventuali criticità e per far allontanare gli operatori del sistema di protezione civile.
Nella mappa fornita dal dipartimento della Protezione civile sono segnalati dei quadratini blu che rappresentano le «aree di attesa» per ognuna delle 15 località.
I puntino verdi segnalano invece le «aree di incontro». Chi sarà assistito sarà trasportato dalla prima alla seconda area con pullman messi a disposizione dalla Regione Campania.
Successivamente, i residenti verranno spostati nei «Punti di prima accoglienza» in tutto il Paese attraverso bus, treni o navi.
Per quelli che invece si sposteranno in modo autonomo, il piano stabilisce alcuni percorsi obbligatori. Il traffico sarà regolato con l’attivazione di cancelli che cadenzeranno l’uscita dalla zona rossa.