Francia È morta suicida l'attrice Emmanuelle Debever, la prima ad accusare Depardieu di violenze

SDA

13.12.2023 - 14:03

epa04761755 French actor Gerard Depardieu attends the press conference for 'Valley of Love' during the 68th annual Cannes Film Festival, in Cannes, France, 22 May 2015. The movie is presented in the Official Competition of the festival which runs from 13 to 24 May. EPA/GUILLAUME HORCAJUELO
epa04761755 French actor Gerard Depardieu attends the press conference for 'Valley of Love' during the 68th annual Cannes Film Festival, in Cannes, France, 22 May 2015. The movie is presented in the Official Competition of the festival which runs from 13 to 24 May. EPA/GUILLAUME HORCAJUELO
KEYSTONE

L'attrice francese Emmanuelle Debever, la prima ad accusare di violenze sessuali Gérard Depardieu, è morta il 7 dicembre. Aveva 60 anni e si sarebbe suicidata gettandosi nella Senna.

In carriera aveva più volte recitato con Depardieu, sul quale si moltiplicano in questi giorni le accuse di violenze e molestie sessuali.

La notizia della morte della Debever è stata diffusa sull'account X dell'Istituto Nazionale dell'Audiovisivo. Il decesso è avvenuto nel giorno stesso in cui è stato trasmesso il programma tv «Complément d'enquête: La chute de l'ogre» su Gérard Depardieu e tutte le accuse di stupro e violenza sessuale nei suoi confronti. Le dinamiche del suicidio sono state invece diffuse da una giornalista di Libération.

Anche se i giorni della popolarità erano ormai lontani e pochi si ricordavano di lei, Emmanuelle Debever raggiunse la notorietà nel 1982 per un ruolo nella serie tv «Joëlle Mazart». Poi fu notata per un ruolo in un'altra serie, «Médecins de nuit» e nei film «Quidam» di Gérard Max e «Un jeu brutal» di Jean-Claude Brisseau.

Depardieu lo aveva incrociato sul set del film «Danton» di Andrzej Wajda. «Io interpretavo Louison, la giovanissima moglie di Danton – scriveva lei stessa in un post su Facebook del 5 giugno 2019 – il mostro sacro si era permesso delle cose durante quelle riprese, approfittando dell'intimità di una carrozza. Infilando la sua manona sotto la mia gonna, per – così diceva lui – sentirmi meglio, visto che io lo respingevo».

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