Svizzera L'esperto: «Attenzione! È iniziata la stagione delle zecche e sono in aumento»

Di Uz Rieger

5.5.2023

Una zecca al microscopio elettronico: con l'arrivo delle temperature più calde questi aracnidi si attivano.
Una zecca al microscopio elettronico: con l'arrivo delle temperature più calde questi aracnidi si attivano.
KEYSTONE/Str

Se amate passare il vostro tempo in campagna, fate attenzione: le zecche stanno già aspettando le loro nuove vittime.

Di Uz Rieger

Hai fretta? blue News riassume per te: 

  • Le zecche sono attive. Ma visto che non ci sono dati disponibili, è difficile valutare se a causa dell'inverno mite ci sarà un'«invasione».
  • In ogni caso, il cambiamento climatico incrementa l'attività dei parassiti.
  • Il numero di meningoencefaliti primaverile-estive (TBE) è aumentato notevolmente.
  • La vaccinazione può fornire una buona protezione contro la malattia.
  • Anche il comportamento durante il tempo libero è importante: se si sta molto nei boschi e nei prati bisogna fare attenzione.

Camminare per i boschi o per i prati in primavera fa bene alla salute. Ma si rischia di essere punti da una zecca. Gli aracnidi possono anche trasmettere malattie pericolose, come quella di Lyme, causata da batteri, o la meningoencefalite primaverile-estiva (TBE), causata da un virus.

Dopo un inverno piuttosto secco e caldo, si teme che i parassiti si moltiplicheranno a dismisura. blue News ha voluto approfondire la questione e ha chiesto risposte a Werner Tischhauser dell'Università di Scienze Applicate di Zurigo (ZHAW), esperto di zecche che fornisce informazioni anche alla Lega svizzera per i pazienti che soffrono per malattie trasmesse da questi animali.

L'esperto spiega che è difficile sapere se quest'anno ci sarà un'invasione dei piccoli animali, perché nessuno registra la loro presenza in maniera standardizzata e sistematica. Tuttavia, lo scorso inverno è stato uno dei più miti da quando esistono le registrazioni, e questo è rilevante.

È la stagione delle zecche

Più le temperature sono miti, più l'attività delle zecche ne beneficia. È importante in particolare la soglia dei 7 gradi, perché determina se gli animali si trovano in letargo o se sono attivi.

In primavera, tuttavia, gli aracnidi si attivano in ogni caso. «Le zecche iniziano a uscire dal loro torpore invernale, aumentano le loro funzioni corporee e da quel momento in poi sono pronte per il loro prossimo pasto. Un'ondata di fresco come quella che abbiamo avuto negli ultimi giorni non le disturba più di tanto. Siamo entrati decisamente nella stagione delle zecche», spiega Tischhauser.

Anche il cambiamento climatico gioca a favore dei piccoli insetti, perché allunga il loro periodo di attività. Lo scienziato è sicuro che «quindi il problema diventerà più grande». I dati sulle infezioni, registrati in modo standardizzato, indicano che le zecche si stanno diffondendo.

Forte aumento dei casi di TBE

L'indicatore più forte è rappresentato dai casi di TBE, che negli ultimi dieci anni sono raddoppiati. «Siamo a un livello molto alto. A lungo termine, dobbiamo aspettarci un aumento delle infezioni», afferma Tischhauser.

L'esperto sottolinea poi che sull'incidenza della malattia influisce anche un fattore spesso trascurato, ma che è rilevante quanto l'aumento delle zecche: le attività che si svolgono nel tempo libero. Queste si stanno spostando sempre più all'aperto, attraverso sport popolari come il golf, il jogging, il trail running o, soprattutto, lo sport nazionale svizzero: l'escursionismo.

Anche lavorare in giardino espone le persone alle punture di zecca: «La quantità di casi della malattia dipende almeno in parte dalle attività della popolazione», afferma l'esperto. «Se le persone non escono, non succede nulla».

La vaccinazione protegge dalla TBE

Sebbene non esista un rimedio che protegga completamente dalle infezioni trasmesse dalle zecche, la TBE può essere tenuta sotto controllo grazie a una vaccinazione ben tollerata. Tuttavia, l'esperto osserva: «La Svizzera è nota per il suo basso tasso di vaccinazione contro la TBE. Fanno da ostacolo, tra le altre cose, la ‹stanchezza da vaccinazione› dopo il Covid e la mancanza di consapevolezza sul problema».

A chi consiglia quindi la vaccinazione? Dipende da quanto spesso e dove si trascorre il tempo all'aperto, risponde Tischhauser. Se si fa solo una passeggiata su una strada forestale asfaltata e non si va in campagna a raccogliere funghi, per esempio, non si è a rischio. Diverso è il discorso per gli amanti della natura: «A loro la consiglio, anche alla fascia d'età oltre i 50 anni, che ha una maggiore probabilità di casi gravi di TBE».

Le mappe di rischio ufficiali per alcune regioni, che molte persone usano per orientarsi, «dovrebbero essere prese con le pinze», afferma Tischhauser, perché la gente viaggia molto.

Ecco perché per una vasta area della Svizzera la vaccinazione ha senso: «È difficile dire dove davvero c'è un hotspot. La malattia di Lyme è presente in tutta la Svizzera. La Borrelia si trova nel 15-20% delle zecche. Con la TBE, il fenomeno è molto più ridotto, ma le mappe riflettono una realtà falsata. Non si può dire che questa o quella comunità sia sicura».