Tensioni In Iran scioperi e proteste a un anno dalla morte di Mahsa

SDA

16.9.2023 - 10:24

Mahsa Amini è morta esattamente un anno fa a Teheran, dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale per non aver indossato il velo in modo corretto. (Foto simbolica)
Mahsa Amini è morta esattamente un anno fa a Teheran, dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale per non aver indossato il velo in modo corretto. (Foto simbolica)
Keystone

In Iran sono in corso scioperi in occasione del primo anniversario della morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita a Teheran un anno fa dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

In seguito a un appello lanciato da vari partiti politici e attivisti curdi, molti negozi hanno tenuto chiuso a Baneh, Kamyaran, Divandarreh, Sanandaj e Saqqez, la città di cui Mahsa era originaria. Lo fa sapere la Ong, con sede in Norvegia, «Hengaw» pubblicando video in cui si vedono negozi chiusi.

In alcuni quartieri di Baneh, i cittadini hanno protestato creando ingorghi stradali, facendo rumore con il clacson dalle proprie auto e gridando slogan contro la Repubblica islamica. Nel Kurdistan iraniano le misure di sicurezza sono state rafforzate negli ultimi giorni per timore di proteste nel giorno dell'anniversario della morte di Mahsa, che lo scorso hanno provocò un'ondata di dimostrazioni antigovernative.

Le manifestazioni andarono avanti per mesi e furono duramente represse dalle forze dell'ordine. Secondo l'agenzia degli attivisti dei diritti umani iraniani Hrana, 551 persone hanno perso la vita negli scontri durante le proteste dello scorso anno, tra loro 68 minorenni. Furono circa 20 mila gli arrestati durante le rivolte dello scorso anno. Per sette manifestanti incarcerati è stata eseguita la pena capitale a cui erano stati condannati per la loro partecipazioni alle proteste.

Arrestato il padre di Mahsa Amini

Amjad Amini, il padre di Mahsa è stato arrestato mentre lasciava la sua abitazione a Saqqez. Lo fanno sapere la stessa ong «Hengaw» e vari account di dissidenti iraniani sui social media.

Nei giorni scorsi, con l'avvicinarsi dell'anniversario della morte della figlia e delle proteste antigovernative che esplosero subito dopo, l'uomo era stato messo sotto sorveglianza e gli era stato chiesto di non tenere cerimonie per commemorare Mahsa.

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