Diritti degli azionisti In Svizzera si dice più spesso «no» alla remunerazione dei manager aziendali. Ecco i motivi

hm, ats

28.11.2024 - 15:25

Gli azionisti non apprezzano sempre i salari che si versano i dirigenti.
Gli azionisti non apprezzano sempre i salari che si versano i dirigenti.
Keystone

La quota di azionisti che in Svizzera respinge i rapporti sulle remunerazioni dei dirigenti aziendali è più ampia che altrove in Europa: è la conclusione cui giunge Swipra, una fondazione che si batte per gli investimenti orientati a valori sostenibili.

In media i «no» nelle assemblee delle 100 maggiori società svizzere hanno raggiunto il 18%, emerge da uno studio pubblicato oggi, una ricerca sul buon governo aziendale che è giunta alle 12esima edizione.

Questo è dovuto al fatto che il 76% degli azionisti considera eccessivi i compensi dei top manager.

Inoltre il 43% ritiene che la trasparenza della remunerazione legata ai risultati sia inadeguata: mancano indicatori di performance chiari.

Tema poco studiato

La retribuzione dei dirigenti può diventare un problema se non è chiara o se si sviluppa in modo diverso rispetto alla retribuzione dei dipendenti, afferma Swipra nello studio.

In ultima analisi anche la reputazione dell'azienda e del consiglio di amministrazione potrebbe risentirne. «Questi aspetti sono ancora troppo poco considerati nel dibattito sul tema», afferma Christoph Wenk, autore del documento.

Un cambiamento sostanziale

L'introduzione del voto sul rapporto di sostenibilità ha da parte sua avuto un impatto significativo sulle pratiche di rendicontazione delle aziende: il 45% delle ditte ha dichiarato che quello è stato il punto all'ordine del giorno delle assemblee generali più impegnativo in termini di risorse nel 2024.

Allo stesso tempo, sempre secondo Swipra, la qualità dei documenti è migliorata in modo significativo.

spesso chi dice «sì» non capisce cosa sta votando

I rapporti di sostenibilità sono stati accettati in media dal 97% degli azionisti.

Stando allo studio ciò è però dovuto principalmente al fatto che quasi la metà degli azionisti non aveva le idee chiare su cosa stesse effettivamente votando: ad esempio se si trattasse di una valutazione delle ambizioni dell'azienda o dei suoi progressi nel passato.

Swipra è tuttavia convinta che quando i proprietari di azioni azionisti avranno acquisito maggiore esperienza nell'interpretazione di tali relazioni saranno in grado di esprimere un giudizio più differenziato.

Le imprese non dovrebbero quindi contare sul fatto che i tassi di approvazione rimangano così elevati anche in futuro.

hm, ats