Ultima assemblea Il presidente di Credit Suisse Lehmann: «Mi scuso per avervi deluso»

ATS / sam

4.4.2023 - 11:01

Per Axel Lehmann quella trovata è la migliore soluzione possibile.
Per Axel Lehmann quella trovata è la migliore soluzione possibile.
Keystone

Il presidente di Credit Suisse Axel Lehmann si è scusato davanti agli azionisti per il tracollo della banca: nel suo discorso durante l'assemblea generale a Zurigo ha inoltre difeso la prevista acquisizione da parte di UBS. Dal canto suo, il presidente della direzione Ulrich Körner ha detto di condividere la delusione: «Dopo 167 anni, il Credit Suisse rinuncia alla sua indipendenza».

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Durante l'assemblea generale, il presidente di Credit Suisse Axel Lehmann si è scusato davanti agli azionisti per il tracollo della banca.
  • Insieme al presidente di UBS Colm Kelleher e al nuovo CEO di UBS Sergio Ermotti, Lehmann lavorerà per trovare le «migliori soluzioni possibili» per i dipendenti.
  • Dal canto suo, il presidente della direzione Ulrich Körner ha detto di condividere la delusione degli azionisti: «Dopo 167 anni, il Credit Suisse rinuncia alla sua indipendenza».

«Mi scuso per non essere stato in grado di fermare la perdita di fiducia che si è accumulata nel corso degli anni, per aver deluso tutti voi», ha affermato Axel Lehmann, stando al testo scritto del suo discorso.

Il manager 64enne ha detto di essere consapevole che il giorno è triste. «Posso percepire l'amarezza, la rabbia, lo shock di tutti coloro che sono delusi da questi sviluppi, che si sentono presi alla sprovvista, che ne sono colpiti».

«Volevamo girare la ruota in meglio con tutte le nostre forze», ha proseguito. «Il fatto che non ci sia stato il tempo per farlo e che dopo quella fatale settimana di marzo i nostri piani siano stati vanificati mi addolora e mi dispiace davvero».

Gli sforzi non sono serviti. «La banca non poteva essere salvata», si è detto convinto il dirigente con studi in economia a San Gallo e negli Stati Uniti. E l'unica alternativa alla fusione sarebbe stata quella di un risanamento secondo la legge sulle banche. «Sarebbe stato lo scenario peggiore, ovvero perdita totale per gli azionisti, rischi incalcolabili per i clienti, gravi conseguenze per l'economia nazionale e i mercati finanziari globali».

Ora bisogna concentrarsi sul futuro, ha detto. «Non si può fare nulla per la rovina di Credit Suisse, per le circostanze e per i vari fattori che l'hanno influenzata». Insieme al presidente di UBS Colm Kelleher e al nuovo Ceo di UBS Sergio Ermotti, Lehmann lavorerà fino alla fine per trovare le «migliori soluzioni possibili» per i dipendenti.

Allo stesso tempo, il presidente del Cda ha ringraziato gli azionisti, i dipendenti e UBS. La fusione delle due grandi banche apre «nuove prospettive per tutti».

«Dopo 167 anni, il Credit Suisse rinuncia alla sua indipendenza»

Più o meno sulla stessa linea è stato anche il discorso del presidente della direzione Ulrich Körner. Il 60enne ha detto di condividere la delusione degli azionisti. «Dopo 167 anni, il Credit Suisse rinuncia alla sua indipendenza». Perlomeno l'annuncio della fusione ha creato immediatamente stabilità, generando fiducia, cosa che consente ora una transizione ordinata.

Anche Körner ha sostenuto che Credit Suisse «non aveva più tempo» per agire altrimenti. Il risultato annuale del 2022, con una perdita netta di 7,3 miliardi di franchi, è «assolutamente inaccettabile», ha sottolineato il manager. Ma ha anche dimostrato la necessità della nuova strategia annunciata a fine ottobre 2022. «Ci abbiamo lavorato con anima e corpo fino all'ultimo minuto».

Tuttavia, i problemi bancari negli Stati Uniti hanno provocato «onde d'urto globali e una massiccia perdita di fiducia», ha proseguito. «Noi siamo stati colpiti in modo particolarmente duro». L'istituto si è trovato costretto ad agire rapidamente e con decisione. «Il crollo di Credit Suisse sarebbe stato un disastro per l'economia globale e per la Svizzera».

Ora sta nascendo qualcosa di nuovo

Ora sta nascendo qualcosa di nuovo: l'integrazione di CS in UBS riunirà due dei principali gestori patrimoniali del mondo e due forti banche svizzere per creare una «società di servizi finanziari globali ancora più forte», si è detto convinto Körner. A suo avviso «lo spirito imprenditoriale dei dipendenti» rimarrà nella nuova entità.

La riunione è ad alto contenuto emotivo e la polizia nonché servizi di sicurezza privati sono presenti in forze. È l'ultima volta che gli azionisti potranno dire la loro, più in modo simbolico che concreto: non hanno infatti voce in capitolo sull'aspetto più importante di quanto sta succedendo alla loro società, l'acquisizione da parte di UBS.

Sono stati stralciati dall'ordine del giorno anche punti quali il discarico – cioè l'atto formale che mette i vertici al riparo da azioni di responsabilità per quanto hanno fatto durante l'anno – per i membri della direzione e del consiglio di amministrazione (Cda), come pure la richiesta di un cosiddetto bonus di trasformazione per i componenti della direzione, una gratifica per complessivi 30 milioni di franchi che sarebbe stata erogata in caso di successo nella fase di ristrutturazione in cui era impegnata la grande banca, prima di essere travolta da una crisi di fiducia e di liquidità.

Lehmann non rivela i dettagli dell'acquisizione

Il presidente di Credit Suisse Lehmann non è però entrato nei dettagli del piano di acquisizione da parte di UBS stabilito nel fine settimana culminato nella conferenza stampa di domenica 19 marzo. Nell'assemblea generale della società in corso a Zurigo il 64enne ha detto di non voler commentare in modo approfondito le misure adottate dalle autorità e dai politici.

Un azionista aveva posto numerose domande sulle varie decisioni relative all'acquisizione. In particolare desiderava sapere chi si fosse rivolto per primo a chi e come si fosse sviluppato esattamente il deflusso dei fondi dei clienti in quei giorni.

Chiedeva pure informazioni sul prezzo di acquisto (UBS paga agli azionisti di CS 1 azione UBS per 22,48 azioni CS), pari a 3 miliardi di franchi al momento dell'annuncio. Secondo l'azionista per chiarire tali questioni serve una revisione speciale.

Lehmann non ha voluto nemmeno commentare l'andamento degli affari nel primo trimestre. I dati saranno diffusi il 27 aprile.

Cinque membri del Cda rinunciano alla rielezione

Cinque dei dodici membri del Consiglio di amministrazione (Cda) di Credit Suisse (CS) non si sono ricandidati per la rielezione nell'organo di sorveglianza durante l'assemblea generale in corso a Zurigo.

Lo ha annunciato il presidente del Cda Axel Lehmann. Si tratta di Shan Li, Seraina Macia, Blythe Masters, Richard Meddings e Ana Paula Pessoa.

In vista della riunione odierna diversi consulenti degli azionisti avevano chiesto che vari membri del Cda non venissero rieletti. Secondo gli statuti della società il consiglio di amministrazione deve essere composto da almeno sette membri.

ATS / sam