BancheCredit Suisse in grande difficoltà, perdita trimestrale di 4 miliardi
ATS / red
27.10.2022 - 11:30
Credit Suisse (CS) in profondo rosso: la seconda banca svizzera ha subito una perdita di 4 miliardi di franchi nel terzo trimestre. Ben 9.000 posti di lavoro saranno soppressi, di cui 2.000 in Svizzera.
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27.10.2022, 11:30
27.10.2022, 12:21
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Sull'arco dei primi nove mesi dell'anno il risultato è negativo per 5,9 miliardi, ha comunicato l'istituto giovedì mattina presto, nel giorno delle tanto attese comunicazioni sulla revisione strategica.
Nello stesso periodo del 2021 l'azienda aveva realizzato un utile di 424 milioni. Da allora si sono inanellati quattro trimestri tutti con il segno meno.
La perdita netta riportata nel periodo luglio-settembre include peraltro una correzione di valore pari a 3,7 miliardi di franchi per imposte differite relative alla revisione strategica della banca.
La perdita ante imposte è di 342 milioni, dopo un utile di 1,0 miliardi nello stesso periodo dell'anno precedente. Gli analisti si aspettavano una rosso prima delle tasse di 613 milioni e una perdita netta di 602 milioni.
Le principali difficoltà
Le maggiori difficoltà, a livello operativo, hanno interessato il settore investment banking e questo non costituisce una novità: già a fine luglio Credit Suisse aveva previsto una perdita per la divisione, che è ora stata quantificata in 666 milioni di franchi.
La banca ha anche fatto passi indietro in materia di capitalizzazione: il coefficiente di fondi propri di qualità primaria (Common Equity Tier 1, CET1) è sceso al 12,6% dopo il 13,5% del secondo trimestre.
«Il trimestre e più in generale il 2022 sono stati fortemente influenzati dalle continue turbolenze del mercato e dalle difficili condizioni macroeconomiche, che hanno determinato una performance più debole in particolare per l'investment banking», afferma il CEO Ulrich Körner, citato in un comunicato odierno. «La nostra recente performance a livello di gruppo è stata deludente».
La ristrutturazione sarà radicale
Il futuro dovrebbe però essere migliore. «A partire da oggi, stiamo compiendo una serie di passi decisivi per rifocalizzare Credit Suisse sulle esigenze dei nostri clienti e dei nostri azionisti. Il nostro nuovo modello integrato si concentrerà su Wealth Management, Swiss Bank e Asset Management, e ristruttureremo radicalmente Investment Bank, rafforzando la nostra base di capitale e accelerando il ritmo di crescita. Riteniamo che queste misure porteranno a una performance più stabile per la banca, generando un valore duraturo per gli azionisti», conclude il manager.
Presso l'azienda la ristrutturazione si annuncia radicale: l'istituto punta a un taglio degli oneri di 2,5 miliardi, pari al 15%, entro il 2025. Viene inoltre previsto un aumento di capitale per rafforzare la solidità della società: l'impresa punta a raccogliere 4,0 miliardi di franchi.
Credit Suisse prevede di cancellare 9000 impieghi: la grande banca ha infatti annunciato stamani l'intenzione di ridurre l'organico dagli attuali 52'000 posti (equivalenti a tempo pieno) a 43'000 entro la fine del 2025.
2.000 gli impieghi cancellati in Svizzera
I tagli del personale di Credit Suisse interesseranno anche la Svizzera: nei prossimi tre anni l'organico dovrebbe calare di circa 2000 unità, scendendo a 14'000 dipendenti. Lo ha indicato il presidente del Consiglio di amministrazione (Cda) Axel Lehmann in un'intervista all'emittente SRF.
«Agiremo principalmente attraverso le fluttuazioni naturali e consentiremo anche ai dipendenti di cercare nuove posizioni all'interno dell'azienda», ha promesso il manager 63enne.
Il CEO investment banking parte con effetto immediato
La ristrutturazione strategica di Credit Suisse (CS) porta anche a profondi cambiamenti ai vertici dell'istituto: il numero uno dell'investment banking – una delle quattro divisioni in cui era finora organizzata la società – lascia la banca con effetto immediato, ha indicato oggi la stessa impresa.
Il manager è Christian Meissner e di una sua possibile partenza si era parlato nelle scorse settimane. In passato si era fatto il suo nome anche come di un possibile successore di Sergio Ermotti alla guida di UBS.
Tornando a CS, Michael Klein uscirà dal consiglio di amministrazione, per operare quale consulente del Ceo Ulrich Körner e lanciare la nuova unità CS First Boston, segmento che diventerà autonomo e che dal 2023 dovrebbe poi essere guidato dallo stesso Klein.
L'Associazione impiegati chiede chiarezza sulle misure
L'Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) auspica chiarezza riguarda all'impatto che la ristrutturazione di Credit Suisse avrà nella Confederazione e chiede agli ex dirigenti, ritenuti responsabili di una politica aziendale sbagliata negli ultimi anni, di restituire i milioni incassati.
In una nota l'organizzazione fa presente come lo stesso CEO Ulrich Körner si sia stamane espresso - nelle comunicazioni aziendali - per una «forte banca svizzera», quale nucleo del nuovo gruppo. Anche per l'ASIB si tratta di rafforzare le redditizie attività elvetiche.
Se Credit Suisse taglierà comunque posti di lavoro nella Confederazione - soprattutto nelle funzioni di gruppo - deve assumersi la propria responsabilità nei confronti dei dipendenti, argomenta l'associazione. Il valido piano sociale esistente va attuato in modo che i tagli causino il minor danno possibile.
L'ASIB invita anche la nuova dirigenza della banca a mostrare una certa cura per la piazza economica svizzera e ad attuare «un necessario cambiamento culturale». «La vecchia guardia attorno all'ex presidente del consiglio di amministrazione Urs Rohner deve assumersi le sue responsabilità: hanno manovrato Credit Suisse in questa situazione disastrosa e dovrebbero almeno avere la decenza di restituire i loro bonus», si legge nel comunicato.