Analisti scettici A rischio gli impieghi di Credit Suisse e UBS, la FINMA valuta misure contro i manager

beko, ats

20.3.2023 - 12:42

L'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS mette a rischio gli impieghi delle due banche, non solo quelli di CS. Dal canto suo la FINMA valuta misure contro i manager. Intanto c'è scetticismo fra gli analisti. I soci sauditi hanno perso oltre un miliardo. L'azione di CS è scesa alle 12h00 al minimo storico di 0,75 franchi.

IMMAGINE ILLUSTRATIVBA D'ARCHIVIO.
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«Quando avviene una fusione tra due entità simili vi è una sovrapposizione di responsabilità e in questo caso non è detto che saranno assunte dai collaboratori di UBS», ha detto l'economista Stéphane Garelli, professore presso l'International Institute for Management Development (IMD), ai microfoni di RTS lunedì mattina, il giorno dopo l'annuncio dell'acquisizione della banca delle due vele da parte della rivale UBS.

I dipendenti del Credit Suisse apporteranno un contributo anche sui piani delle competenze e delle reti, ha aggiunto Garelli. «Questo significa che rischiamo di ritrovarci con molte persone che dispongono di competenze finanziarie sul mercato, che però saranno purtroppo senza lavoro».

In relazione a «un gigante bancario che è molto più grande degli altri», l'esperto ritiene che questo non sia «molto salutare», soprattutto per la concorrenza. In futuro, sarà necessario garantire che non si verifichi un abuso di posizione dominante. Ci si chiede anche se una tale dimensione sia gestibile.

Gli analisti sono scettici

L'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS è stata intanto accolta con un certo scetticismo dagli analisti del settore. La manovra evita certo il tracollo, ma non è detto che si tratterà di un affare positivo per UBS.

Probabilmente quanto avvenuto non è la scelta che avrebbe fatto in maniera prioritaria UBS, hanno commentato gli esperti della canadese RBC. Sulla carta, i tre miliardi per l'acquisizione sono poco, sottolineano gli analisti di Vontobel. Allo stesso tempo però cambia sostanzialmente la struttura degli affari di UBS.

Secondo la Banca cantonale di Zurigo (ZKB), i potenziali vantaggi sembrano comunque superare gli svantaggi per UBS. Questo però solamente se si riuscirà a ricostruire la fiducia, cosa che secondo gli esperti probabilmente avverrà.

Altri economisti sottolineano le numerose questioni in sospeso. Il vero valore dell'operazione è difficile da giudicare, secondo l'americana Jefferies, anche perché Credit Suisse al momento registra forti perdite. A detta della banca d'investimenti Usa KBW, sul lungo termine l'affare sarà positivo, ma bisognerà aspettare un po' prima che la novità smetta di fare troppo rumore.

Secondo gli esperti di Capital Economics, l'esperienza con questo tipo di «matrimoni forzati» è piuttosto eterogenea. Esistono gli esempi positivi, ma anche quelli decisamente negativi.

La Finma potrebbe imporre altre condizioni ai manager

Dopo l'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS, nel contesto degli aiuti di Stato potrebbero essere imposte ulteriori condizioni ai manager di CS. La Finma sta analizzando la questione.

«In un primo momento si è trattato di trovare una soluzione per la protezione dei risparmiatori e dell'immagine della piazza finanziaria svizzera», ha detto lunedì un portavoce dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) all'agenzia economica AWP. «In seconda battuta andranno chiarite altre questioni», ha dichiarato confermando informazioni rese noto dalla radio SRF.

Con questa presa di posizione l'autorità reagisce a esternazioni fatte dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter, che parlando dei manager ha citato l'esempio di un possibile divieto di dividenti o di misure riguardanti i salari. Il tutto, aveva sottolineato, è comunque di competenza della Finma.

Credit Suisse ha nel frattempo assicurato che i bonus e gli aumenti già promessi ai dipendenti verranno normalmente elargiti. I pagamenti dovrebbero avvenire il 24 marzo, secondo quanto comunicato da Bloomberg.

I soci sauditi perdono 1,1 miliardi di franchi

Costa caro ai sauditi l'investimento nel Credit Suisse, di cui la Saudi National Bank (Snb) aveva rilevato alcuni mesi fa il 9,9% del capitale per 1,4 miliardi di franchi. La quota, sottoscritta a fine novembre nell'ambito dell'aumento di capitale da 4 miliardi dell'istituto elvetico, vale ora circa 300 milioni.

La banca saudita in una nota ha detto che «i cambiamenti della valutazione dell'investimento di Snb nel Credit Suisse non hanno impatti sui piani di crescita di Snb e sulla guidance per il 2023».