Il presidente della Federazione svizzera di sci (Swiss-Ski) Urs Lehmann difende la controversa preparazione della pista di Coppa del mondo di sci alpino a Zermatt (VS). Intanto gli ambientalisti formulano nuove accuse sulla base di immagini recenti.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Il presidente della Federazione svizzera di sci, Urs Lehmann, difende la preparazione della pista di Zermatt, affermando che «tutto è stato fatto a regola d'arte» nonostante le controversie.
- La Commissione cantonale vallesana delle costruzioni ha emesso un divieto di utilizzo di alcuni impianti sul ghiacciaio, mentre si sospetta che le decisioni sulla programmazione delle gare potrebbero avere motivazioni economiche e politiche.
- L'associazione Avvocati per il clima accusa ulteriori potenziali violazioni e chiede alla commissione di estendere il divieto di effettuare lavori.
«Fatti noti da 40 anni sono stati inseriti in un altro contesto», spiega in un'intervista pubblicata dai giornali del gruppo editoriale CH Media.
Pur comprendendo lo shock causato dalle immagini delle scavatrici su un ghiacciaio, l'ex sciatore sottolinea che senza di esse negli ultimi decenni non sarebbe stato possibile sciare su un ghiacciaio.
Lehmann afferma di essere in contatto quotidiano con il comitato organizzatore. «Sulle piste tutto si è svolto a regola d'arte», assicura.
Martedì la Commissione cantonale vallesana delle costruzioni (CCC) ha pronunciato un divieto immediato di utilizzo di alcuni impianti sul ghiacciaio del Teodulo a Zermatt, dopo aver constatato che sono situati al di fuori dell'area autorizzata per le gare di sci.
A causa delle condizioni meteorologiche, la CCC non ha però potuto verificare sul posto se i lavori fossero stati eseguiti secondo il piano presentato dall'organizzatore, che ha preso atto della decisione.
Decisioni per motivi politici?
Negli scorsi giorni una ricerca della radiotelevisione romanda «RTS» indica che lo svolgimento delle gare di Zermatt a inizio stagione, in novembre, quando l'oro bianco negli ultimi anni scarseggia, è fortemente voluta dagli organizzatori.
Sebbene la Federazione internazionale sci e snowboard (FIS) intendesse programmare le sue gare a fine stagione, a fine marzo o inizio aprile, magari con condizioni più invernali, gli organizzatori si sono opposti.
Sempre secondo «RTS», queste decisioni potrebbero essere state prese per motivi politici ed economici, con l'obiettivo di vendere il turismo e il business dello sci, ossia Zermatt e i suoi hotel, la sua gastronomia e il suo comprensorio sciistico.
Anche il calendario della FIS è dettato principalmente dagli stessi criteri. Per vendere l'attrezzatura è necessario operare molto rapidamente, quindi, a detta dell'emittente, è per questa ragione che la stagione inizia troppo presto.
Nuova richiesta urgente
L'associazione Avvocati per il clima, che ieri si è rallegrata per la decisione della CCC, giudicata una pietra miliare nella vicenda, ha lanciato nuove accuse.
«Mercoledì le immagini della webcam 'Matterhorn Glacier Paradise' (gli impianti di risalita ndr.) mostrano la presenza di un gatto delle nevi su una sezione del ghiacciaio al di fuori della zona sciistica, nonostante il divieto di effettuare qualsiasi lavoro», si legge in un comunicato.
A nome delle associazioni ambientaliste WWF, Pro Natura e Mountain Wilderness Svizzera, Avvocati per il clima presenta quindi una nuova richiesta urgente affinché la «potenziale violazione del divieto» rivelata dalle immagini della webcam sia verificata dalla CCC. L'organizzazione chiede inoltre alla commissione di prorogare il divieto di effettuare lavori.