Questo è Carlos Alcaraz L'epopea di un ragazzo che impara più velocemente di tutti

ATS - fon

17.7.2023

L'ultimo giorno di Wimbledon - Alcaraz batte Djokovic in una finale

L'ultimo giorno di Wimbledon - Alcaraz batte Djokovic in una finale

17.07.2023

Dopo la sua vittoria al torneo di Queen's, Carlos Alcaraz ha dichiarato di aver bisogno di «più esperienza sull'erba». Tre settimane dopo, il giovane spagnolo si è imposto a Wimbledon, vincendo il suo secondo titolo del Grande Slam, su una superficie che conosce da... pochi giorni.

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Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Sconfiggendo in cinque set Novak Djokovic in finale Carlos Alcaraz ha vinto il torneo di Wimbledon.
  • Dopo gli US Open dello scorso anno con Wimbledon lo spagnolo ha così messo in bacheca il suo secondo trofeo di un torneo del Grande Slam.
  • Una delle caratteristiche dell'astro nascente del tennis mondiale è la sua capacità di imparare velocemente.

Prodigio così veloce quanto combattente, Carlitos Alcaraz ha conquistato il suo secondo titolo del Grande Slam, meno di un anno dopo essere diventato il numero 1 mondiale più giovane della storia, in seguito al suo trionfo agli US Open.

In campo, il ventenne è incredibilmente veloce. Ciò gli permette spesso di frustrare i suoi avversari, ributtando al di là della rete tutte le palle, anche le più lontane, le più potenti, le più insidiose, le più disperate, e alla fine mettere a segno un punto che sembrava inevitabilmente perduto.

Questa abilità si accompagna a un'abnegazione senza limiti, che trasuda umiltà e richiama inevitabilmente quella di Rafael Nadal, una qualità che è sempre stata una delle caratteristiche principali del maiorchino e soprattutto una delle chiavi del successo che gli hanno permesso di mettere in bacheca 22 trofei del Grande Slam.

A maggio, Carlos Alcaraz ha giocato il suo primo Roland Garros da numero 1 al mondo. Il primo senza Rafael Nadal, infortunato. Anche se il giovane prodigio spagnolo ha ceduto fisicamente alla pressione di Djokovic in semifinale, l'etichetta ingombrante di «prossimo Nadal» è stata rapidamente appiccicata sulla sua schiena.

«Questo succede da anni sui social media. Ma cerco di non farmi distrarre: penso a me stesso, ai miei progressi. Io sono di Murcia, lui di Maiorca. Lui è mancino, io no. Quando ero piccolo, ero tutto tranne che un guerriero, ero piccolo, gracile, non proprio potente», aveva raccontato Alcaraz nel 2022 in un'intervista rilasciata al quotidiano italiano «Il Corriere della Sera».

Supersonico

Carlitos ha iniziato a colpire le sue prime palline a quattro anni, sia in campo che da solo contro il muro del club di tennis diretto dal padre a El Palmar, dove vive ancora oggi con i suoi genitori e i suoi tre fratelli.

«A 5 o 6 anni, Carlos aveva già delle doti naturali, una grande coordinazione e soprattutto una capacità di imparare molto velocemente. Poteva copiare ciò che vedeva in campo. È stato a quel punto che abbiamo deciso di sviluppare il suo potenziale», ha raccontato suo padre ai microfoni di «Trans World Sport».

A Wimbledon, Carlos Alcaraz ha vinto alla sua quarta apparizione in un torneo giocato sull'erba nel circuito ATP. «Non pensavo che il mio gioco e i miei movimenti si adattassero così velocemente», aveva commentato dopo la conquista del torneo di Queen's.

Una precocità che non sorprende più, un anno dopo essere diventato il più giovane numero 1 al mondo della storia all'età di esattamente 19 anni, 4 mesi e 6 giorni, il giorno dopo aver messo le mani sul primo titolo del Grande Slam agli US Open.

Quando aveva 15 anni il destino lo ha fatto incontrare con Juan Carlos Ferrero, l'ex numero 1 al mondo lo ha preso sotto la sua ala invitandolo nella sua accademia di Villena, a poco più di un'ora da casa di Alcaraz. «Ha cambiato la mia vita. Grazie a lui mi sono evoluto, sono diventato più duro in campo», ha assicurato il giovane prodigio.

Divertirsi in campo

Dopo aver vinto diverse maratone nella conquista degli US Open dello scorso anno, Alcaraz è stato molto più spedito nel vincere il suo secondo Grande Slam, perdendo solo due set per arrivare in finale contro Novak Djokovic.

Contro il serbo ha conquistato il suo sesto titolo del 2023, vincendo in particolare per la seconda volta consecutiva il torneo di Madrid, dove aveva lasciato il segno nel 2022 eliminando Nadal e Novak Djokovic - allora numero 1 al mondo - una cosa praticamente mai vista prima in un torneo su terra battuta.

Quando Carlos gioca ciò che colpisce di lui è il suo sorriso, che spesso appare durante le partite, indice del piacere del ragazzo nel giocare.

«Quando ero più giovane, ero una persona completamente diversa. Sicuramente non mi divertivo come mi diverto ora. Ero sempre arrabbiato, lanciavo la mia racchetta, mi lamentavo molto - ha spiegato Alcaraz - ho imparato a calmarmi, a controllare le mie emozioni, ad amare giocare a tennis e a divertirmi molto in campo».

Carlitos Alcaraz: piedi ben piantati a terra per elevarsi nella stratosfera.