Da giorni il caso di Novak Djokovic ci tiene sulle spine. Stavolta, sembrerebbe che la decisione della Corte federale abbia scritto la parola fine alla questione: il numero 1 deve lasciare l'Australia. I tifosi sono arrabbiati e il ministro serbo dello sport pensa a delle ritorsioni.
Dopo un'udienza di cinque ore, i tre giudici della Corte federale presieduta da James Allsop, che si erano ritirati domenica pomeriggio presto per raggiungere il loro verdetto, hanno dato il tanto atteso annuncio: Novak Djokovic deve lasciare il paese; la revoca del suo visto, che gli era stato rilasciato sulla base di un'esenzione, è legale.
Il numero uno del mondo, a Melbourne, voleva superare il record di Grand Slam vinti, primato condiviso con Rafael Nadal e Roger Federer, ma dovrà attendere per questo in quanto lunedì il serbo non sarà in campo per sfidare il connazionale Kecmanovic.
La decisione dei tre giudici è stata unanime, secondo i media australiani. Djokovic deve anche pagare le spese del caso. Gli avvocati del serbo hanno chiesto più tempo per riflettere e si riuniranno di nuovo.
Il team legale di Djokovic non ha indicato se intenterà ulteriori mosse per fermare la deportazione.
«Rispetterò la sentenza e collaborerò con le autorità»
E' estremamente contrariato Novak Djokovic – e non potrebbe essere altrimenti – «Sono deluso dalla decisione presa dalle autorità», ha detto il numero uno al mondo, «rispetto però la sentenza e collaborerò con le autorità competenti in merito alla mia partenza dal paese. Ora spero che l'attenzione di tutti torni sul tennis e sul torneo». Il suo posto nel tabellone principale verrà preso dal lucky loser Salvatore Caruso (ATP 150).
Tifosi arrabbiati e delusi
Mina Zogovic, residente in Australia e sostenitrice di Novak Djokovic ha detto di aver perso fiducia nell'Australia. «Ciò dimostra come sono. Questo non è più un paese democratico», ha detto il tifoso a 'The Age'.
«L'uomo (Djokovic n.d.r.) è venuto qui per giocare a tennis, è venuto qui per giocare il gioco che ama, è venuto qui per fare il suo lavoro... non è una specie di criminale». La signora Zogovic ha accusato il governo di fare politica e ha inviato al professionista del tennis il seguente messaggio: «Nole, l'unico modo in cui potrebbero impedirti di vincere il 21° Grande Slam è di non farti giocare affatto».
Il ministro dello sport serbo promette ritorsioni
Il ministro serbo dello sport e della gioventù Vanja Udovicic, poche ore prima della sentenza, ha detto che Novak Djokovic è stato trattato ingiustamente e in modo disumano dalle autorità australiane e il suo paese sta già valutando i prossimi passi diplomatici dopo la conclusione della sfida giudiziaria del numero 1 del mondo.
«Mi dispiace che Novak, come campione, debba passare attraverso tutto questo», ha detto all'agenzia di stampa serba Tanjug.
«Dal momento in cui è entrato nel paese, tutte le incongruenze sono venute alla luce e - devo dire - il trattamento disumano del miglior sportivo del mondo è ciò che preoccupa tutti noi, e rende assurdi i parametri che dovrebbero essere uguali per tutti».
Il ministro serbo, come già il suo premier, ha difeso il suo celebre connazionale senza riserve: «Non è più una questione di sport, ma stiamo parlando della violazione della sua libertà e del modo in cui ogni cittadino di questo pianeta dovrebbe essere trattato».
«Dobbiamo considerare seriamente le conseguenze»
Alla domanda quale sarebbe la reazione della Serbia nel caso in cui la Corte federale d'Australia decidesse contro Djokovic, il signor Udovicic ha detto quanto segue: «Dovremo sederci e considerare seriamente le conseguenze. Abbiamo già avuto un gran numero di incontri su questo argomento. Il ministero degli Esteri ha fatto una serie di passi. Sono passi procedurali e giuridici che vengono fatti nella diplomazia estera.
Udovicic era convinto che Nole avrebbe vinto: «Sono profondamente convinto che la legge e la giustizia saranno dalla parte di Novak, della sua famiglia e della Serbia, e dunque che non ci sarà bisogno di mettere in campo delle conseguenze contro l'Australia da parte nostra».
La partita, due set a uno per il governo di Canberra contro il numero 1, dovrebbe essere finita ... il condizionale, per ora, rimane d'obbligo.