Nel programma della «RTS» «Les beaux parleurs», il comico Thomas Wiesel si è scagliato contro Roger Federer. Il romando è infastidito dalle numerose pubblicità e lo paragona addirittura a un dittatore. Con una strizzatina d'occhio, ovviamente.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Il comico Thomas Wiesel ha criticato la carriera post sportiva di Roger Federer nel programma della «RTS» «Les beaux parleurs».
- Il romando ha paragonato ironicamente King Roger a un influencer, deplorando la commercializzazione della sua persona.
- Wiesel ha discusso anche dell'intoccabilità di Federer in Svizzera e del cambiamento della percezione pubblica.
«In Svizzera è stato per lungo tempo impensabile criticare Roger Federer. Quasi come se ci si opponesse a Kim Jong-un nella Corea del Nord», una dichiarazione dura quella di Thomas Wiesel, espressa lo scorso fine settimana nella trasmissione «RTS»: «Les beaux parleurs».
Il comico romando non ha potuto evitare di menzionare anche la mancanza di apprezzamento per Stan Wawrinka. «Per vent'anni Stan ha dovuto incassare tutti i colpi, perché nessuno osava toccare Federer. Ma ora le cose sono cambiate».
Le cose sono così diverse che ora anche Wiesel critica apertamente Federer. Le attuali attività del basilese sono sarcasticamente paragonate a quelle di un influencer: «Un uomo che vive negli Emirati e passa il suo tempo con contenuti sponsorizzati ha un nome: è un influencer. Lo so, con il suo reddito si parla piuttosto di un "ambasciatore", ma non riesco a rassegnarmi a vedere gli idoli giovanili del mio tempo in un tale ruolo», ha proseguito Wiesel con la sua critica umoristica.
«Non voglio vivere in un mondo che...»
Wiesel diventa particolarmente satirico quando parla della percezione attuale della leggenda sportiva: «Non voglio vivere in un mondo in cui devo spiegare ai bambini che l'uomo della pubblicità una volta giocava a tennis - e peraltro molto bene».
Il comico ha infine comunque chiarito di essere ancora un grande fan di Federer. Forse proprio per questo, probabilmente, lamenta la trasformazione attuale da ispiratore sportivo a volto pubblicitario.
«Per consolarmi, adesso guarderò una raccolta dei suoi punti più belli», ha chiosato Wiesel. «Ma dannazione, persino lì mi imbatto in pubblicità per le sue valigie. Riportatemi indietro al 2007!», ha infine concluso con un amaro sorriso.