La sconfitta contro Carlos Alcaraz nella finale di Wimbledon, dove era imbattuto da quattro edizioni, avrebbe potuto segnare l'inizio della fine per Novak Djokovic. Ma agli US Open ha dimostrato d'essere ancora l'uomo da battere e ha fatto capire che vuole esserlo ancora per un po'.
Lo davano per spacciato dopo la sconfitta a Wimbledon, invece, Novak Djokovic riconquisterà il suo posto di numero 1 del mondo: «Alla gente piace parlare. Tutti hanno un'opinione e non mi interessa quello che dicono gli altri, sia che si parli di passaggio del testimone, della nuova generazione, della prossima generazione, della generazione futura, come volete chiamarla», ha detto il fresco vincitore degli US Open.
Così il trofeo newyorkese lo ha vinto per la quarta volta. Il suo 24° titolo di uno Slam, un record assoluto. Tra i suoi primati, ne ha ritoccato un altro particolarmente notevole: è entrato per la 390ª settimana in cima alla classifica ATP, detronizzando il suo giovane principale rivale Carlos Alcaraz. Federer è fermo a 310, Nadal, lontano, ne ha totalizzate 209.
«In fin dei conti il mio obiettivo rimane lo stesso di inizio stagione: provare a vincere ogni Slam. Quindi sono un po' dispiaciuto di non aver vinto la finale di Wimbledon, ma in realtà ho tante altre cose di cui essere felice. Quindi continuerò ad andare avanti», promette il serbo. Un monito a tutti coloro che lo sfideranno in futuro, Carlos Alcaraz in primis.
Un anno sin qui fantastico il suo, durante il quale è diventato l'unico giocatore ad aver vinto tre dei quattro tornei del Grande Slam per quattro volte nella stessa stagione (2011, 2015, 2021, 2023).
Djokovic ha giocato in tutte e quattro le finali. Ora gli manca ancora di vincere i quattro tornei dello Slam in un solo anno solare: il Santo Graal del tennis.
Il Grand Slam, nel tennis maschile, è riuscito solo a Rod Laver nel 1962 e nel 1969.
Il futuro di Djokovic?
«Ho ancora bisogno di questo? Per quanto tempo intende continuare?», si chiede il tennista serbo. «Finché sarò in grado di giocare a un livello così alto e di vincere i tornei più importanti, non voglio lasciare questo sport», si risponde.
Il primo abbraccio, alla figlia
Novak Djokovic ha spiegato perché ha abbracciato la figlia di sei anni prima di tutti gli altri dopo aver conquistato la vittoria contro Daniil Medvedev. «Volevo abbracciare mia figlia perché era seduta in prima fila, non sapevo che sarebbe stata seduta lì», ha detto il serbo.
«Avevamo troppe persone per pochi posti nel player box. Se n'è occupata mia moglie con la mia squadra. Non sapevo chi si sarebbe seduto dove. Quando sono arrivato in campo, l'ho vista. Era di fronte a me quando ero seduto in panchina e mi sorrideva ogni volta che avevo bisogno, credo, di quel tipo di energia da bambino innocente».
Ivanisevic: «Vuole sempre di più»
Il suo allenatore Goran Ivanisevic, nonostante sia regolarmente il bersaglio delle reazioni rabbiose di Nole, è sempre più ammirato dal suo pupillo.
«È ancora affamato, continua a battere record, gioca un tennis incredibile. È fantastico guardarlo dagli spalti: ho un posto fantastico e mi sto divertendo molto», ha detto l'ex numero 2 del mondo, che ha vinto Wimbledon nel 2001.
«Se non fossi così vicino a lui, se non vedessi quello che fa ogni giorno, potrei essere sorpreso dai suoi risultati. Ma in questo momento non lo sono. Ama quello che fa, ama le sfide. Se vincerà il suo 25° titolo in uno Slam si dirà: "Perché non 26?" Vuole sempre di più›», conclude il 51enne croato.