L'atleta più discussa Petizioni, teorie del complotto e tanto odio continuano a colpire la break dancer australiana Raygun

bfi

22.8.2024

Rachael Gunn, in arte Raygun, durante la sua performance ai Giochi di Parigi
Rachael Gunn, in arte Raygun, durante la sua performance ai Giochi di Parigi
KEYSTONE

Non sono certo terminate le polemiche che hanno investito l'olimpionica Rachael Gunn, atleta che ha rappresentato l'Australia nel concorso della break dance.

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Quando la breaker Rachael Gunn - in arte Raygun - ha abbandonato le Olimpiadi di Parigi, delle onde d'urto hanno colpito la piccola scena hip-hop australiana, oltre che la stessa atleta olimpionica.

«Mi sembra che Raygun abbia spinto la nostra scena nei secoli bui», ha dichiarato alla «BBC» il pioniere dell'hip-hop australiano Spice.

La performance di Gunn, docente universitaria di 36 anni, ha generato ondate di meme e insulti.

Ha diviso la comunità australiana della break dance

Fenomeno questo che ha diviso la comunità australiana del breaking. «Si è presa gioco della scena australiana e credo che questo sia il motivo per cui molti di noi stanno soffrendo», ha continuato Spice.

C'è chi la difende e chi si spinge oltre, mettendo in dubbio il processo di qualificazione ai Giochi. La maggior parte è comunque unita nel sostenere che gli attacchi a Raygun abbiano minato qualsiasi tentativo di analizzare equamente ciò che è accaduto a Parigi.

«Ho dato il massimo, mi sono preparata seriamente»

La stessa professoressa aveva detto in precedenza che «non sarebbe mai stata in grado» di battere i suoi potenti concorrenti, quindi «voleva muoversi in modo diverso, essendo più artistica e creativa».

In un video postato sui social media ha aggiunto di aver preso la competizione «molto seriamente». «Mi sono fatta il mazzo per prepararmi alle Olimpiadi e ho dato il massimo. Davvero. Mi spiace molto aver generato tanto odio».

Dice che ci sono voluti anni per trovare il suo posto nella scena dominata dagli uomini. «C'erano volte in cui andavo in bagno a piangere per l'imbarazzo di quanto fossi pessima in questo campo», ha detto al «Guardian Australia» prima delle Olimpiadi.

Alla fine, però, Gunn è diventata il volto del breaking in Australia.

La break dance

Nata nel contesto culturale del Bronx, a New York, negli anni Settanta, la break dance è diventata rapidamente un fenomeno globale. Negli ultimi anni ha attirato l'attenzione dei responsabili delle Olimpiadi, desiderosi di attirare un pubblico nuovo e più giovane. Esperimento che comunque non ha convinto del tutto il Comitato olimpico, che ha deciso di non inserire la discipline nel programma delle prossime Olimpiadi. 

Petizione e accuse

Ma torniamo a Gunn, la quale ha ricevuto un fiume di messaggi violenti, mentre una petizione anonima, firmata da 50mila persone, le chiede di scusarsi.

Lo scorso ottobre, in occasione di un evento di qualificazione alle Olimpiadi a Sydney, in cui ha gareggiato con altre 15 donne provenienti da tutta l'Oceania, è uscita trionfante prenotando il suo biglietto per le Olimpiadi.

Alcune persone hanno condiviso la tesi secondo cui sarebbe stata lei a creare l'organo di governo che gestiva le qualificazioni per l'Oceania, oltre al fatto secondo cui il marito - anch'egli breaker di spicco e giudice qualificato - avrebbe fatto parte della giuria che l'ha selezionata.

Un giudice: «Processo equo», ma con tante riserve

In una serie di dichiarazioni, «AUSBreaking», l'associazione capello nazionale per la break dance, ha sottolineato che i giudici sono stati «istruiti per sostenere i più alti standard di imparzialità» e che nessuna persona della giuria per le qualificazioni dell'Oceania era australiana.

E sebbene «AUSBreaking» abbia avuto molte «interazioni» con Raygun, in nessun momento, lei «non ha mai ricoperto una posizione di leadership» o è stata coinvolta in «qualsiasi processo decisionale su eventi, finanziamenti, strategie, selezione dei giudici o selezione degli atleti».

Te Hiiritanga Wepiha - giudice neozelandese della giuria di qualificazione per l'Oceania - ha dichiarato che l'australiana ha vinto in modo equo e corretto.

«Tutti noi giudici abbiamo parlato di come sarebbe stata schiacciata, assolutamente schiacciata alle Olimpiadi. Sapeva che sarebbe stata dura, quindi è stato davvero coraggioso da parte sua», ha detto Wepiha in un livestream.

«La petizione ha fomentato l'odio pubblico senza alcuna base concreta. È spaventoso», ha dichiarato Matt Carroll del Comitato Olimpico Australiano.

Altri sostengono che ci sono regole che potrebbero aver reso ancora più scarsa la rosa dei talenti, come il requisito che i potenziali qualificati siano membri di «AUSBreaking».

Conseguenze negative e positive per la scena hip-hop australiana

«È una grande delusione perché non si parla dei vincitori... si parla solo di Raygun e non si vede nemmeno la sua performance completa», ha detto a «Network 10» Samson Smith, membro del gruppo hip-hop Justice Crew.

Ma molti sperano che da questa bufera possa emergere un aspetto positivo. «Potrebbe attirare abbastanza attenzione pubblica da ottenere nuove risorse», ha detto Smith. «Infine l'Australia ha l'olimpionica più famosa del 2024 e questo potrebbe giocare a favore di tutta la scena hip-hop del Continente».