Nuove grane per il tennista Ora si indaga anche sulle dichiarazioni di viaggio di Djokovic

SDA

11.1.2022 - 20:11

Novak Djokovic a riposo dopo una sessione di prove libere alla Rod Laver Arena prima dell'Australian Open al Melbourne, in attesa di conoscere il suo destino.
Novak Djokovic a riposo dopo una sessione di prove libere alla Rod Laver Arena prima dell'Australian Open al Melbourne, in attesa di conoscere il suo destino.
AP

È sempre più a rischio la partecipazione di Novak Djokovic agli Australian Open. Nonostante la vittoria in tribunale, che ha annullato la cancellazione del suo visto e lo ha fatto rilasciare dal centro per migranti in cui era trattenuto, e in attesa della decisione finale del governo di Canberra, la posizione del tennista potrebbe essere compromessa da una presunta falsa dichiarazione di viaggio.

11.1.2022 - 20:11

L'Australian Border Force, la polizia di frontiera, sta infatti indagando su quanto affermato dal numero uno del circuito Atp al suo arrivo nel Paese, il 4 gennaio, quando avrebbe negato di aver viaggiato nei 14 giorni precedenti.

Affermazione apparentemente contraddetta da numerosi articoli giornalistici e post sui social media, in cui compariva pochi giorni prima in foto e video nella zona di Marbella, in Andalusia, dove avrebbe trascorso alcuni giorni a cavallo di Capodanno tra allenamenti ed esibizioni pubbliche.

Dopo essersi negativizzato il 22 dicembre dal Covid – circostanza, questa, addotta dal campione per motivare il suo diritto a entrare in Australia da non vaccinato -, Nole sarebbe andato in Spagna, partendo poi direttamente da lì per l'Australia, con un volo via Dubai. Tutto documentato da foto e dichiarazioni pubbliche.

Come quella della Soto Tennis Academy della zona di Cadice, che aveva pubblicato uno scatto di Djokovic con alcuni bambini del circolo, poi rimosso. Un altro giallo riguarda il certificato di positività del 16 dicembre presentato dal serbo: la scansione del Qr code del documento, secondo Der Spiegel, darebbe esiti contraddittori, mettendo in dubbio che sia stato effettivamente contagiato.

Slittata ancora la decisione del ministro dell'Immigrazione australiano

Intanto, è slittata ancora la decisione del ministro dell'Immigrazione australiano, Alex Hawke, che sta valutando se annullare il visto del tennista, utilizzando una prerogativa dei suoi poteri, nonostante la pronuncia dei giudici di Melbourne. «In linea con il principio del giusto processo, il ministro esaminerà a fondo la questione», ha dichiarato un suo portavoce.

La vicenda resta anche al centro del confronto diplomatico tra Australia e Serbia. La premier di Belgrado, Ana Brnabic, ha avuto nelle scorse ore un colloquio con il collega Scott Morrison, chiedendo che al tennista sia riservato un «trattamento corretto e dignitoso, con il rispetto di tutti i suoi diritti» e che gli sia garantita la possibilità di allenarsi. Nuovi contatti potrebbero arrivare nei prossimi giorni.

All'inizio lunedì del torneo, che Nole ha già vinto nove volte e di cui è il campione in carica, manca sempre meno. Gli organizzatori lo hanno già ufficializzato come prima testa di serie in tabellone, mentre l'Atp è intervenuta parlando di una vicenda «dannosa su tutti i fronti, compreso il benessere e la preparazione di Novak per gli Australian Open».

Per non farsi trovare impreparato, se alla fine potrà effettivamente scendere in campo, il serbo continua intanto ad allenarsi presso la sede del torneo, dove spera di poter restare per cercare di diventare il primo nella storia a vincere 21 tornei dello Slam superando Roger Federer e Rafael Nadal.

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