L'ex allenatore del Bologna si è spento in un ospedale di Roma, dopo una lunga battaglia con la malattia iniziata nel luglio 2019.
La notizia che nessuno avrebbe mai voluto arrivasse: ci ha lasciato Sinisa Mihajlovic. È morto in una clinica di Roma all'età di 53 anni.
L'ex tecnico del Bologna aveva annunciato la scoperta della malattia in una conferenza stampa il 13 luglio 2019: «Ho la leucemia, ma la batterò giocando all'attacco».
Il 29 ottobre 2019 aveva ricevuto un trapianto di midollo osseo al Sant'Orsola di Bologna. Poco meno di un mese dopo era stato dimesso, ma a inizio 2022 aveva ricevuto brutte notizie, la leucemia era tornata. Oggi la famiglia ha annunciato la sua scomparsa.
Il comunicato della famiglia
La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic.
Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato.
La carriera di calciatore
Figlio di madre croata e padre serbo, Sinisa Mihajlovic aveva iniziato la carriera di calciatore in patria, nell'allora Jugoslavia. Cresciuto a Borovo, dove aveva mosso i primi passi da giocatore, era passato alla Vojvodina nel 1988.
Nel 1990 era arrivato nella Stella Rossa di Belgrado dei fenomeni, diventando compagno di squadra di giocatori del calibro di Prosinecki, Savicevic, Stojanovic e Jugovic. Nell'estate del 1991, con la Stella Rossa, vinse anche la Coppa dei Campioni sconfiggendo l'Olympique Marsiglia in finale.
Nel 1992 giunse in Italia, dove firmò con la Roma. Nel Bel Paese, divenuto la sua seconda patria, giocò anche per la Sampdoria, la Lazio e l'Inter: lasciando il segno in ognuna delle società, spesso grazie alle sue micidiali punizioni. Per Sinisa sembravano essere dei «semplici» rigori.
Si consacrò a cavallo degli anni 2'000 proprio con la maglia della Lazio, con cui vinse numerosi trofei: tra cui la Serie A, la Supercoppa UEFA e la Coppa delle Coppe.
Chiuse la carriera nel 2006, dopo aver realizzato 69 gol e servito 55 assist in 455 partite giocate.
Sinisa l'allenatore
La carriera di allenatore iniziò proprio nell'Inter, quando pochi mesi dopo aver salutato il calcio giocato diventò il vice di Roberto Mancini. Due anni dopo prese in mano la panchina del Bologna. Inseguito diresse Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino e Sporting Lisbona, dove si fermò solamente nove giorni a causa del cambio del presidente.
Nel 2019 tornò in Emilia-Romagna, dove rimase sulla panchina del Bologna sino allo scorso mese di settembre, quando fu esonerato a causa degli scarsi risultati d'inizio stagione.
Fra il 2012 e il 2013 aveva allenato la Nazionale serba.
Swisstxt - fon