Tra sogno e leggenda È morto Pelé, colui che ha creato il calcio

bfi

29.12.2022

È morto all'età di 82 anni Edson Arentes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelé, l'archetipo del bomber, la leggenda del calcio, la personificazione di milioni di sogni giovanili.

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In lotta da quasi un anno e mezzo con un tumore al colon, il brasiliano era stato ricoverato in ospedale lo scorso 29 novembre. Negli ultimi giorni vi è stato un ulteriore peggioramento della salute dell'ex giocatore del Santos. Giovedì, purtroppo, la notizia della sua morte. 

Per i brasiliani Garrincha è stato il giocatore più grande di sempre, per il resto del mondo era lui, Edson Arantes do Nascimento, conosciuto da tutti e da sempre come Pelé.

A Garrincha piaceva dribblare - troppo -, piacevano le donne e il bere - troppo -. Pelé incarnava invece chi era riuscito ad ammaestrare il suo talento, metterlo a servizio del calcio e di un paese che lo eleggerà a proprio simbolo. Velocità, efficacia, potenza, successo, creatività, classe e determinazione saranno i suoi tanti marchi di fabbrica che daranno vita ai sogni dei bambini di tutto il mondo.

Garrincha e Pelé nel 1962 
Garrincha e Pelé nel 1962 
PA Images via Getty Images

Edson Arantes do Nascimento ha avuto tanti soprannomi: il re, il re del futebol, la perla nera, Gasolina e altri ancora. Pelé gli è rimasto attaccato addosso, come una prima pelle. Il ragazzo nato a Tres Coracoes diventerà sinonimo del calcio, del successo, di chi nasce povero e si ritrova a parlare con presidenti e potenti di ogni parte del globo.

Genesi di una Leggenda

Scoperto giovanissimo dagli scout del Santos, il giovane Edson lascia la famiglia e il padre ex calciatore. A 16 anni non compiuti il ragazzo esordisce con la squadra del Santos e segna. A fine campionato sarà già capocannoniere. Straordinario. La chiamata della nazionale Verdeoro non tarda ad arrivare e nella partita di esordio, persa 2-1, segna una rete contro gli acerrimi rivali dell'Argentina.

«Fu la prima volta che vidi piangere mio padre - ricordava il numero 10 - pensavo che gli uomini adulti non piangessero mai, ma era devastato. Gli promisi: 'Un giorno vincerò la Coppa del Mondo'».

Passano pochi mesi. Il Brasile partecipa ai Mondiali del 1958, i brasiliani salutano l'arrivo del messia, che in Svezia, a 17 anni e 249 giorni, alzerà la Coppa del Mondo, la prima delle tre conquistate con la maglia della nazionale. Promessa mantenuta. Immortale.

Il 17enne Pelé (centro) piange sul petto del portiere Gylmar Dos Santos Neves, suo compagno di squadra, nel 1958 quando il Brasile vinse la Coppa del Mondo a Stoccolma battendo in finale i padroni di casa con il risultato di 5-2.
Il 17enne Pelé (centro) piange sul petto del portiere Gylmar Dos Santos Neves, suo compagno di squadra, nel 1958 quando il Brasile vinse la Coppa del Mondo a Stoccolma battendo in finale i padroni di casa con il risultato di 5-2.
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Intanto il mondo lo vuole, il Brasile lo reclama e alza la posta: Pelé è patrimonio nazionale, non se ne può andare. Altri tempi. Con il Santos giocherà 660 sfide, le reti segnate saranno 643.

La realtà s'intreccia con il mito, i numeri prendono il sapore della poesia, tanto che il 19 novembre 1969 Pelé mette a segno la 999esima rete della carriera.

I numeri a volte divergono, ma il mito non si può appoggiare solo su di loro e lo sa anche il Vasco da Gama, vittima sacrificale al quale vien fischiato un rigore a sfavore: O'Rei appoggia la palla sulla macchia bianca, Armstrong sta per uscire dall'abitacolo dell'Apollo, i quattro Beatles attraversano le strisce pedonali a Abbey Road...

... tre momenti che si consumeranno un'epoca, che ridurranno la Luna allo stato di materia, Elvis Presley ad essere un cantante e Puskas al grado di grande giocatore.

Di piatto, il numero 10 del Santos farà 1000, Armstrong metterà piede sulla Luna e i Beatles lanceranno il loro ultimo album. La fine dei sogni, l'inizio delle leggende. Pelé diventa il calcio.

Per l'attaccante brasiliano ci sarà spazio ancora per gli anni americani al servizio dei Cosmos, altre reti, altri trionfi... ma questa è un'altra storia, che poco ha a che fare con la leggenda, se non per una questione puramente numerica.

Oltre i 1'000 e più gol segnati in carriera, O'Rei collezionò una strepitosa striscia di record, trionfi e titoli individuali, con il suo Santos e con la Nazionale del suo paese, il Brasile, dove oggi si piange la scomparsa di Edson Arantes do Nascimento.

Il mito di Pelé invece è vissuto, vive e vivrà per sempre nei libri e nei cuori di coloro che amano il calcio, lo sport di tutti.

Pelé nel 1969 quando in volo colpisce la palla che andrà a finire in rete dopo aver dribblato il portiere del Venezuela Fabrizio Fasano.
Pelé nel 1969 quando in volo colpisce la palla che andrà a finire in rete dopo aver dribblato il portiere del Venezuela Fabrizio Fasano.
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Hanno detto di lui...

Parlar bene di un defunto è buona educazione, esprimere la propria ammirazione per un personaggio straordinario è un esercizio di dialettica, descrivere Pelé è un compito che richiede onestà e umiltà. Molti lo hanno fatto nel passato; noi vi proponiamo alcune poche citazioni dette da chi lo conobbe sul campo da calcio, chi lo incontrò in un ufficio e da chi, con la penna, decise di riassumerlo in poche parole.

... i calciatori,

«Prima della partita mi sono detto: "è fatto di pelle e ossa come tutti gli altri". Ma mi sbagliavo». Tarcisio Burgnich, difensore dell'Italia che sfido Pelé e il suo Brasile nella finale di Messico 1970.

«Il più grande giocatore della storia è stato Di Stefano. Mi rifiuto di classificare Pelé come giocatore». Ferenc Puskas, leggendario calciatore ungherese.

«In alcuni paesi volevano toccarlo, in altri volevano baciarlo. In altri hanno persino baciato la terra su cui camminava. Ho pensato che tutto ciò fosse bello, semplicemente bello». Clodoaldo, compagno di Pelé con il Santos e in Nazionale brasiliana.

... i politici,

«Mi chiamo Ronald Reagan e sono il presidente degli Stati Uniti d'America. Ma lui non ha bisogno di presentarsi, perché tutti sanno chi è Pelé». Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti d'America dal 1981 al 1989.

... e gli artisti

«La difficoltà, lo straordinario, non è segnare 1000 gol come Pelé - è segnare un gol come Pelé». Carlos Drummond de Andrade, poeta brasiliano scomparso nel 1987.

«Pelé è stato uno dei pochi ad aver contraddetto la mia teoria: invece di 15 minuti di fama lui ne avrà 15 secoli». Andy Warhol, eccentrico e geniale visionario.

Buon viaggio Edson, riposa in pace. ❤️

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