Carlo Mazzone, il visionario di periferia L'iconico allenatore della celebre corsa verso la curva dell'Atalanta

bfi

25.3.2021

Carlo Mazzone sulla sua ultima panchina (Livorno) nel 2006 a 69 anni
Carlo Mazzone sulla sua ultima panchina (Livorno) nel 2006 a 69 anni
KEYSTONE

Carlo Mazzone, allenatore ricordato per la sua folle corsa vero la curva degli ultras dell'Atalanta, è stato molto più di questo episodio. 

Ha da poco compiuto 84 anni Carletto Mazzone. Oggi è un allenatore in pensione, che vale la pena ricordare... e non solo per l'iconica corsa verso la curva dei tifosi dell'Atalanta, compiuta nel 2001, quando con Roberto Baggio donò a Brescia anche una semifinale di Coppa Italia.

Recordman di panchine 

Dopo una corta e modesta carriera quale calciatore, spezzata anzitempo da un brutto infortunio ad un ginocchio, Carlo Mazzone è diventato allenatore.

Nella sua lunga carriera Mazzone ha allenato ininterrottamente per quasi 40 anni stabilendo il record di panchine nella storia del calcio italiano, con 1.278 panchine ufficiali. Record anche per quel che riguarda la Serie A: 797 presenze in panchina.

Il calcio totale alla Mazzone

Ma Carletto Mazzone non è stato solo un grandissimo in termini di longevità professionale, in quanto il natio di Roma ha saputo portare innovazioni al calcio italiano che ben pochi conoscono. 

Era il 1974, quando l'Europa del pallone impazziva per l'Olanda di Crujiff, Neskens e Krol. L'allora ct della nazionale italiana, Fulvio Bernardini, pronunciò queste parole durante un incontro con allenatori a Coverciano: «Si parla tanto di zona e calcio totale, di imitare gli olandesi, ma per capire come si fa non c’è bisogno di andare in Olanda: andate a vedere l’Ascoli di Mazzone».

Mazzone aveva appena portato l'Ascoli dalla C alla A, adottando un 4-3-3 dove la marcatura a uomo non veniva contemplata.

L'Ascoli, il primo grande amore

Dopo aver operato come allenatore aggiunto ad Ascoli, nel corso della stagione 1968-69, Costantino Rozzi, patron dell'Ascoli, convocò Mazzone e gli disse: « Il posto come allenatore è tuo per l'anno prossimo». Mazzone, uomo di un altro tempo, dimostra la sua piena soddisfazione, ma avanza una richiesta: chiede garanzie, non soldi, perché ha una moglie e due figlie da mantenere.

«Qualunque cosa dovesse accadere non ti preoccupare. E se lasci l’Ascoli tranquillo che ti prendo nella mia azienda, ho capito che sei una persona perbene».

Una persona perbene, che non rincorreva i soldi facili. Un marito e un padre, un amante del calcio. Un uomo di altri tempi. 

Imprese mai ricordate

Carletto Mazzone non è stato un allenatore dai grandi successi, non ha mai allenato le super-potenze del calcio italico. È stato per 40 anni gregario, uno che all'inizio avrebbe potuto vestire la maglia da leader, ma che si accontentò di panchine di periferia, a parte una breve parentesi a Roma. Trapattoni, Lippi e Ancelotti vantano altri traguardi. 

Tant'è, le imprese di Carletto Mazzone invece, oltre alla già citata scalata alla serie A con l'Ascoli, riguardano il record di punti conquistati in una sola stagione di Serie B proprio con l’Ascoli e la qualificazione del piccolo Cagliari alla Coppa UEFA nel 1993. Imprese dimenticato, contemplate solo negli almanacchi del calcio. 

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Nella memoria collettiva

Nella memoria collettiva dei tifosi di calcio, Carlo Mazzone è rimasto più che altro per quella corsa verso la curva degli ultras dell'Atalanta, quando nel 2001, alla guida del Brescia, sotto per 3-1 nel derby con i nerazzurri di Bergamo, incassò insulti per tutta la partita fino a quando... il suo Divin Codino tirò fuori due conigli dal cilindro e ristabilì la parità in campo. Fu allora che Mazzone non resistette più alla sua natura  e si lanciò verso la curva atalantina, inseguito dai suoi secondi che tentarono in vano di fermarlo. 

Un episodio tra il tenero e il comico. Un allenatore di altri tempi. 

Indimenticato dal Brescia, da Baggio e Pep 

Nel 2009, in occasione della finale di Champions League, fu invitato alla partita da Pep Guardiola, allora allenatore del Barcellona e suo ex giocatore nel Brescia. Guardiola, al termine della partita vinta dai suoi, dedicò la vittoria a al suo maestro Carlo Mazzone, dicendosi orgoglioso di averlo avuto come tecnico, nonché di ispirarsi a lui. 

Roberto Baggio, il Divin Codino che terminò la sua fantastica avventura sportiva proprio a Brescia, aveva fatto mettere una postilla in fondo al contratto che lo unì ai lombardi per quattro stagioni: rimango a Brescia solo e soltanto se l’allenatore è Carlo Mazzone.

Un attestato di stima tra gentiluomini del pallone. 

Studioso di calcio e di uomini

Chi ci ha lavorato insieme, chi ha giocato per lui, sa che Mazzone oltre ad essere stato uno stratega del calcio era uno che a tavola scrutava i suoi giocatori con la coda dell'occhio, cercava di carpire chi scherzava, chi mangiava e chi era più cupo. Perché, diceva lui «solo un uomo sereno è pronto a dare tutto in campo». 

Mazzone ha reinventato Pirlo

Quando Andrea Pirlo arrivò a Brescia era un punta. A Mazzone bastò poco per capire che con le sue doti, la sua fantasia e le sue abilità l'attuale allenatore della Juventus doveva stare lì in mezzo al campo, a distribuir palloni, a dettare i ritmi, a far da assistente prima di diventare 'professore'. 

Coraggioso, intuitivo, visionario: Carlo Mazzone.