Oggi bandiera dell'Inter Federico Dimarco: «Ultimi in classifica col Sion, il presidente Constantin ci spedì una settimana con le forze speciali francesi»

Paolo Beretta

23.10.2024

Federico Dimarco il 22 settembre del 2024.
Federico Dimarco il 22 settembre del 2024.
KEYSTONE

Il centrocampista dell'Inter e della Nazionale italiana Federico Dimarco è stato ospite del podcast «Passa Dal BSMT» del noto conduttore Gianluca Gazzoli. Ha parlato della sua vita privata e della sua carriera professionale, raccontando un'esperienza traumatica vissuta quando ha giocato nel Sion del presidentissimo Christian Constantin nella stagione 2017-18. 

Paolo Beretta

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Il calciatore Federico Dimarco è stato ospite del podcast «Passa Dal BSMT», durante il quale ha raccontato la sua carriera e la sua vita.
  • Al microfono di Gianluca Gazzoli il centrocampista dell'Inter ha raccontato un'esperienza vissuta a Sion che lo ha particolarmente colpito.
  • Per punizione, poiché ultimi in classifica nella pausa invernale nella stagione 2017-18, il presidente vallesano Constantin ha spedito tutta la squadra per una settimana con le forze speciali francesi.
  • All'incredulo conduttore radiofonico l'azzurro ha rivelato diversi dettagli dell'avventura: «Dormivamo all'aperto, marciavamo e ci cucinavamo le cose sul fuoco».
  • Malgrado il periodo complicato, in cui ha anche perso un figlio e ha meditato il ritiro a causa di un grave infortunio, pensa che l'esperienza elvetica, avuta a soli 19 anni, sia stata positiva.
  • Nella seconda parte di quella stagione non scese mai in campo. Finito il prestito tornò in Italia dove, dopo alcune esperienze, è diventato negli ultimi tempi un titolare dell'Inter.

Il centrocampista dell'Inter Federico Dimarco è stato ospite lunedì 21 ottobre da Gianluca Gazzoli nel podcast «Passa Dal BSMT». Nella chiacchierata di quasi un'ora e mezza con il conduttore, il classe 1997 ha raccontato molti episodi della sua vita, sia professionale che privata. 

Il calciatore, che può giostrare anche in difesa, tra i molti aneddoti ha raccontato della sua parentesi molto difficile vissuta in Svizzera, quando è stato girato in prestito dall'Inter al Sion del presidente Christian Constantin per la stagione 2017-18.

«Non ci crederà nessuno...»

«In Svizzera parto subito bene, nella prima partita mi spacco il metatarso. Quattro mesi fermo, avevo 19 anni», racconta Dimarco. «Rientro a gennaio, per la seconda metà del campionato elvetico, nel quale c'è una lunga pausa invernale perché fa freddo».

«Non ci crederà nessuno... eravamo ultimi o penultimi e prima della ripresa della stagione il presidente ebbe la bella idea di mandarci a fare una settimana di militare. Abbiamo passato una settimana con le forze speciali francesi. Per punizione», prosegue il calciatore.

«Cose che provi una volta sola nella vita»

Il conduttore, visibilmente sorpreso, vuole capire se ha sentito bene: «Quindi avete fatto l'allenamento che fanno le forze speciali in caserma?». «Macché caserma», risponde Dimarco, che spiega: «Tutta la squadra dormiva con il sacco a pelo nei campi, all'aperto. Sveglia alle 6h00 di mattina, poi una marcia di 5 o 6 chilometri. Camminavamo fino a quando non mangiavamo dalle scatolette che scaldavamo con un piccolo fornello o su un fuoco».

L'Azzurro specifica poi che la «punizione» ha avuto luogo in Francia: «Abbiamo pure fatto sette ore di pullman per andarci. Ci facevano anche sparare, ma non con armi vere. Cose mai viste, cose che provi una volta sola nella vita».

La «punizione» ha funzionato?

Al quesito se questo «allenamento» facesse parte del contratto, l'oggi quasi 27enne (compie gli anni il 10 novembre) ha così risposto: «Quando me lo hanno detto non volevo andarci. Non c'era nel contratto, ma se non andavi quello là (il presidente Constantin ndr.) non ti pagava».

«Insomma - riassume il conduttore Gazzoli - per lui (Constantin ndr.) era una sorta di punizione formativa perché eravate ultimi. Pensa se la facessero in serie A questa cosa... Ma al rientro dalla settimana eravate più carichi? Ha funzionato?».

Un poco amara la risposta: «Sì, ha funzionato, solo che io avevo discusso con l’allenatore e non ho giocato fino alla fine dell'anno. Il prestito è finito e sono tornato all’Inter».

Quella a Sion «è stata comunque una bella esperienza»

In quel periodo professionale già difficile, visto il grave infortunio, il calciatore ha dovuto affrontare anche una dura prova nella sua vita privata: con l'allora fidanzata, nel frattempo diventata sua moglie, ha perso un figlio.

Malgrado le tante difficoltà, quella elvetica «è stata comunque una bella esperienza. Stare fuori mi ha fatto capire altre culture. Avevo anche imparato il francese». 

Poi la confessione: «A Sion volevo smettere. Mi son detto: ma chi me lo fa fare di soffrire così? Poi mi sono guardato dentro. Alla fine il mio obiettivo era uno solo: far ricredere le persone che non hanno creduto in me».

E, senza paura d'essere smentiti, si può dirlo: ce l'ha fatta. Dal suo rientro in Italia ha giocato a Parma e a Verona, prima del ritorno all'Inter, suo club formatore, dove oggi è diventato protagonista sia in Serie A che in Champions League.