La pandemia che sta tenendo in scacco l'intero pianeta sta gettando delle preoccupazioni anche sull'impatto economico che avrà sul dorato mondo del calcio.
Campionati fermi, giocatori a casa, nessuna partita da offrire in televisione, nessun biglietto venduto allo stadio, ferma anche la vendita di magliette, di birre, panini e chi più ne ha più ne metta.
Un'analisi dell'autorevole 'Calcio e Finanza' mette alla luce le possibili conseguenze che questo lungo stop potrebbe sul settore calcistico, una macchina da far soldi che negli ultimi decenni è cresciuta a dismisura.
Danno economico miliardario
«Si stima che il danno per i 5 massimi campionati europei si aggirerà attorno ai 3 miliardi e mezzo di Euro - così Medici, portavoce di Football Analyst - una cifra enorme. La sola serie A potrebbe veder bruciati fra i 600 e i 700 milioni di Euro».
Le mancate entrate dei diritti televisivi
Secondo l'analisi le entrate dei diritti televisivi formano la maggior parte delle entrate dei grandi club europei. «Molte società incentrano la propria sopravvivenza su questi incassi. Se i campionati non potessero ripartire sarebbe il caos.»
Lo spettro del fallimento, per alcuni è infatti dietro l'angolo, anche perché, inoltre, ci sarebbero sponsor che chiederebbero di essere rimborsati.
Dove risparmiare?
I club possono però risparmiare sui costi operativi. Un club come la Juventus, per esempio, può risparmiare fino a 20 milioni di Euro.
Assicurazioni e aiuti statali
Secondo le indagini fin ora condotte da Football Analyst sembra che nessuna società abbia previsto delle coperture assicurative per un evento di tale portata.
I governi, da parte loro, già chiamati in causa per aiutare l'industria, il turismo, le piccole e medie aziende e forse anche le compagnie aeree, non mancheranno di varare misure atte a sostenere anche l'industria del calcio. Il governo italiano ha già adottato delle misure in tal senso sospendendo le richieste in ambito fiscale.
Giocatori e contratti tutelati?
«Toccherà alla Fifa regolamentare la situazione - ha commentato Medici - potrebbe essere lo stesso massimo organo calcistico mondiale presieduto da Gianni Infantino a estendere in automatico i contratti, prorogandoli del tempo necessario alla chiusura dei campionati».
Cambiamenti all'orizzonte?
I sistemi famigliari stanno già adottando, oppure realizzando che forse ci vorranno dei cambiamenti, diversi leader spirituali sostengono che è giunto il momento di ripensare l'intera società, piccole e grandi imprese sono alle prese con dei piani di ristrutturazione, tutto noi singoli individui siamo portati - volenti o nolenti - a rivedere aspetti della vita che forse sono stati negletti e che potrebbero essere riadattati alla situazione. Per molti dunque, questo periodo di crisi e sofferenza può essere visto come un'opportunità di cambiamento. Così anche il mondo del calcio.
Secondo l'esperto di 'Calcio e Finanza' infatti, i club potrebbero pensare di creare nuovi modelli di business, «per ridisegnare un sistema che negli ultimi anni ha rischiato di andare fuori giri. Mancheranno delle risorse e allora ci si dovrà adattare. Il campionato spagnolo, La Liga, in questo senso potrebbe essere un esempio da seguire».
Nell'attesa di capire cosa potrebbe cambiare nell'universo calcio, rimane la certezza che i bambini continueranno a giocare con un sfera di cuoio con l'obiettivo di calciarla nella porta avversaria - il giorno che sarà concesso loro di aggregarsi di nuovo per farlo - poi, palla al centro e si ricomincia fino a quando suona la campana.