Festival Il trio Morandi, Al Bano e Ranieri emoziona Sanremo e fa record di ascolti, Fedez attacca la destra

SDA / pab

9.2.2023 - 09:51

Tante emozioni nella seconda serata del Festival di Sanremo a partire da quelle regalate dal trio Morandi, Al Bano e Ranieri, passando per quelle dei superospiti Black Eyed Peas, fino a quelle del polemico Fedez. Intenso il momento dedicato ai diritti delle donne negati in Iran e quello del monologo di Francesca Fagnani scritto coi detenuti minorenni. Chiude il comico Angelo Duro, che, tra gli applausi, esce di scena mostrando il dito medio. La serata la vincono Colapesce e Dimartino. Nella generale in testa rimane però Marco Mengoni. Nuovo record di ascolti, con oltre 13 milioni di spettatori.

Dopo un debutto da 10,8 milioni di spettatori con il 62.4%, lo share più alto dal 1995, il festival transgenerazionale di Amadeus celebra nella seconda serata un pezzo di storia della musica, riunendo insieme per la prima volta Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano.

Sul palco trovano cittadinanza i diritti negati in Iran, con la testimonianza dell'attivista Pegah Moshir Pour, e nelle carceri minorili, con il monologo di Francesca Fagnani, che critica – senza citarlo – il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri.

Ma a dare la scossa è Fedez, che attacca tra l'altro il viceministro ai Trasporti Bignami e la ministra per la Famiglia Roccella.

Il trio delle meraviglie fa cantare davvero tutti

La serata si apre con Morandi, Al Bano e Ranieri, i tre tenori della canzone, in un medley dei loro successi senza tempo che trascinano l'Ariston: «Andavo a cento all'ora», «Se bruciasse la città», «Mattino», «Rose rosse», «Scende la pioggia», «Felicità», è una sfida tra hit, acuti e cori del pubblico.

Gianni Morandi, Al Bano e a Massimo Ranieri hanno fatto cantare l'intera platea.
Gianni Morandi, Al Bano e a Massimo Ranieri hanno fatto cantare l'intera platea.
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A «Perdere l'amore», cantata con Ranieri da tutto il teatro, fa eco Morandi che emoziona con «Uno su mille». Al Bano intona «È la mia vita», poi teatro in delirio per il trio che canta «Il nostro concerto», omaggio a Umberto Bindi.

Per il leone di Cellino San Marco, che a maggio compirà 80 anni, arrivano quattro torte con le candeline da vent'anni. «A questo palco devo tutto», dice Al Bano prima di lanciarsi in una sessione di flessioni.

Il cantante di Cellino San Marco (al centro della foto) compirà 80 anni il prossimo 20 maggio ma il Festival ha voluto anticipare la festaa con una sorpresa... sul palco in effetti sono state portate quattro torte con il numero 20 in candele.
Il cantante di Cellino San Marco (al centro della foto) compirà 80 anni il prossimo 20 maggio ma il Festival ha voluto anticipare la festaa con una sorpresa... sul palco in effetti sono state portate quattro torte con il numero 20 in candele.
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I diritti negati alle donne in Iran

Ma l'emozione ha anche il volto intenso e la voce profonda di Pegah Moshir Pour, consulente e attivista italiana di origini iraniane, «nata con i racconti del Libro dei Re, cresciuta con i versi della Divina Commedia».

La sua testimonianza è dedicata ai diritti negati nel paese del medioriente: «In Iran non avrei potuto presentarmi così vestita e truccata, né parlare di diritti umani sul palco, sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa, è per questo che, come molti altri ragazze e ragazzi, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione cresciuta sotto un regime di terrore e repressione, in un paese bellissimo, uno scrigno di patrimoni dell'umanità».

A sostegno delle proteste, scoppiate a settembre dopo la morte di Mahsa Amini uccisa dalla polizia morale, Pegah intona, accompagnata da Drusilla Foer, le parole di una canzone diventata l'inno della rivoluzione e appena premiata ai Grammy, Baraye, scritta da Shervin Hajipour musicando i tweet dei ragazzi sulle libertà negate.

Il commovente brano-preghiera si chiude con le parole chiave della mobilitazione, «donna, vita, libertà».

Con Amadeus sul palco l'attivista Pegah Moshir Pour e Drusilla Foeur.
Con Amadeus sul palco l'attivista Pegah Moshir Pour e Drusilla Foeur.
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I Black Eyed Peas fanno ballare l'Ariston

Arrivano sul palco i Black Eyed Peas e Amadeus ricorda i loro 120 milioni di singoli venduti e i 6 Grammy vinti in quasi 30 anni di carriera.

Cantano «Don't you worry,» «Mamacita» ma il culmine lo raggiungono su «I gotta feeling», che fa ballare tutto il teatro.

«L'Italia è bellissima e le persone sono magnifiche. Ringrazianmo l'Italia per suonare la nostra musica e per averci voluto qui stasera». La band ha mandato anche un ringraziamento a «zio» Tony Renis prima di intonare il loro ultimo singolo «Simply the best».

Un momento dell'esibizione dei Black Eyed Peas.
Un momento dell'esibizione dei Black Eyed Peas.
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Il monologo della Fagnani scritto coi detenuti minorenni

Di forte impatto anche il tema scelto dalla co-conduttrice per una sera Francesca Fagnani per il suo monologo: le carceri minorili e la scuola come opportunità di riscatto.

«Non siamo animali, non siamo bestie, né killer per sempre, vogliamo che ci conoscano», sono le loro parole raccolte dalla giornalista tra i ragazzi del carcere minorile di Nisida, con cui ha scritto il testo.

«Hanno picchiato, rapinato ucciso, ma se si chiede loro perché, non trovano la risposta che vorrebbero avere, la cercano, la abbozzano, ma non esce perché è inutile cercarla così, bisogna andare al giorno, al mese, alla vita prima».

«Hanno 15 anni e gli occhi pieni di rabbia e vuoto, hanno 18 anni e lo sguardo perso o sfidante, chiedono aiuto senza sapere quale. La scuola l'hanno abbandonata, ma nessuno li ha mai cercati, non la preside né gli assistenti sociali, né le madri o i padri che quando c'erano non ce l'hanno fatta».

«In Italia la prigione serve a punire il colpevole, non a educare né a reinserire nella società. Un autorevole magistrato che ha condotto inchieste importantissime – sottolinea Fagnani alludendo a Gratteri, senza citarlo – ha detto ‹sono contrario allo schiaffo in carcere, nelle caserme, un detenuto non deve essere toccato nemmeno con un dito perché non deve passare per vittima›. Ma la ragione per cui non va picchiato non è questa, ma perché lo Stato non può applicare le leggi della sopraffazione e della violenza».

«Se non faremo in modo che un giovane, quando esce dal carcere, sia migliore di come è entrato, sarà un fallimento per tutti. Se non ci arriviamo per umanità, o in nome dell'articolo 27 della Costituzione, facciamolo per egoismo, perché conviene a tutti che un rapinatore, uno spacciatore, una volta fuori, cambi mestiere», conclude Fagnani.

Francesca Fagnani con il suo monologo ha lasciato il segno
Francesca Fagnani con il suo monologo ha lasciato il segno
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L'attacco di Fedez alla politica

È il momento di Fedez con un freestyle dal palco della Costa Smeralda. Nel pezzo, scritto da Salmo, Fedez parte dal caso Rosa Chemical, «forse è meglio il viceministro vestito da Hitler», dice strappando la foto di Galeazzo Bignami. «Purtroppo l'aborto è un diritto sì, ma non l'ho detto io l'ha detto un ministro», affonda contro Roccella.

«A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti, perché a pestarne di merde sono un esperto. Ciao Codacons, guardo come mi diverto».

C'è anche un riferimento alla sua malattia e alla morte di Gianluca Vialli: «Ho avuto il cancro e come un vero duro sono andato in tele e ho pianto, se penso a chi mi ha dato la forza guardo in alto il ricordo di Gianluca che porto su questo palco».

«Il testo non era stato annunciato allo staff Rai, me ne assumo tutta le responsabilità», precisa il rapper.

Il monologo di Angelo Duro sul rapporto di coppia

«Cambiate canale ora se non volete indignarvi. Non avete cambiato canale? E allora beccatevi Angelo Duro». L'ha presentato così Amadeus.

Un comico «ruvido» che non ha smentito la sua fama: «All'una meno dieci mi ha fatto uscire, 'sto cretino», ha detto arrivato sul palco.

«Non ho tempo da perdere, sono felice di essere qui, in realtà non mi frega un cazzo, zero. Ora finalmente dopo tanti anni ho un lavoro, questo qui, di parlare in pubblico. E mi pagano pure, bravi», esordisce il comico 40enne palermitano.

Il centro del suo monologo il rapporto di coppia: «Il matrimonio di mio nonno è durato 63 anni, sapete perché? Perché andava a puttane. Voi donne siete la causa di tutto questo perché preferite soffrire, dite: ‹Ho scoperto che mio marito ha un'altra›, vi consigliano di fargliela pagare e così sfasciate una famiglia. Non dovreste fare la guerra alle puttane, dovreste piuttosto diventare loro amiche».

Duro è uscito poi dal palco facendo il doppio dito medio alla platea che lo ha applaudito. «Può darsi che la sua carriera inizi ora e che la mia finisca stasera», ha commentato Amadeus.

Angelo Duro
Angelo Duro
Diego Puletto

Fiorello è sempre Fiorello

Tocca a Fiorello stemperare, a modo suo, il clima: «Ci ha pensato Fedez a toglierti le castagne dal fuoco», ironizza in collegamento con l'amico Amadeus, «lo swiffer delle polemiche».

E torna sul caso Mattarella: «Io pure se devo andare in bagno chiamo il cda, voi invece fate le cose di nascosto, ma bazzecole, come portare il presidente della Repubblica a Sanremo».

La classifica della seconda serata

Questa la classifica provvisoria, sulla base del voto della sala stampa (un terzo per la carta stampata, un terzo per il web e un terzo per le radio) alla fine della seconda serata del festival di Sanremo, durante la quale si sono esibiti gli altri quattordici cantanti in gara:

Colapesce Dimartino, Madame, Tananai, Lazza, Giorgia, Rosa Chemical, Paola e Chiara, Levante, Articolo 31, Modà, LDA, Will, Shari, Sethu.

I cantanti Colapesce (a destra) e DiMartino (a sinistra) sono arrivati primi nella classifica dei 14 artisti esibitisi nella seconda serata di Sanremo.
I cantanti Colapesce (a destra) e DiMartino (a sinistra) sono arrivati primi nella classifica dei 14 artisti esibitisi nella seconda serata di Sanremo.
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La classifica generale

Questa la prima classifica generale dei 28 artisti in gara al festival di Sanremo, dopo le prime due serate votate dalla sala stampa:

Marco Mengoni, Colapesce Dimartino, Madame, Tananai, Elodie, Coma_cose, Lazza, Giorgia, Rosa Chemical, Ultimo, Leo Gassmann, Mara Sattei, Colla Zio, Paola e Chiara, Cugini di Campagna, Levante, Mr. Rain, Articolo 31, Gianluca Grignani, Ariete, Modà, gIANMARIA, Olly, LDA, Will, Anna Oxa, Shari, Sethu.

Nuovo record di audience

La seconda serata del Festival di Sanremo è stata seguita in media, dalle 21.29 alle 00.50, da 11.320.000 spettatori con il 55,8% di share. Sono stati battuti quindi i risultati del 2021 e del 2020.

Lo share del 55,8% raggiunto martedì è il più alto della seconda serata del Festival dal 1995, quando c'era al timone Pippo Baudo, che era affiancato da Anna Falchi e Claudia Koll. Allora lo share raggiunse il 65.42%

La prima parte della serata di martedì, dalle 21.29 alle 23.33, è stata seguita addirittura da 13.572.000 spettatori con il 55,3% di share. La seconda, dalle 23.38 alle 00.50, è stata seguita da 7.307.000 spettatori con il 57,4% di share.

L'anno scorso la prima parte della seconda serata era stata seguita da 10.113.000 spettatori e il 41,2% di share. La seconda parte era stata vista «solo» da 3.966.000 spettatori con il 45,7% di share. L'ascolto medio della seconda serata del Festival 2021 era stato di 7.585.000 spettatori con il 42,1% di share.

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