«Monsters» su Netflix Qual è la vera storia di Lyle ed Erik Menendez, i fratelli assassini della nuova serie TV?

Marc Schaller

24.9.2024

Nel 1989 Lyle ed Erik Menendez, due giovani dell'alta società californiana, commisero l'impensabile: uccisero i loro genitori, José e Kitty. Il duplice omicidio, che scosse l'America, fu oggetto di un processo di alto profilo. 35 anni dopo, che ne è stato dei due fratelli assassini?

Il regista della serie Netflix ha affidato a Cooper Koch (a sinistra) e Nicholas Chavez il ruolo dei fratelli assassini.
Il regista della serie Netflix ha affidato a Cooper Koch (a sinistra) e Nicholas Chavez il ruolo dei fratelli assassini.
KEYSTONE

In pochi giorni, la nuova serie TV «Monsters» è diventata la numero uno della Top 10 di Netflix. Dopo aver esplorato il mondo di Jeffrey Dahmer, il regista Ryan Murphy ha messo gli occhi su un'altra vicenda altrettanto inquietante: quella dei fratelli Menendez. Ma qual è la loro vera storia?

La sera del 20 agosto del 1989, Lyle ed Erik Menendez vanno al cinema e quanto tornano a casa trovano, in salotto, i corpi senza vita dei loro genitori, José e Kitty.

Lyle, il fratello maggiore, chiama quindi la polizia per denunciare la loro morte. «Hanno ucciso i miei genitori!», grida al telefono. Descrive una macabra scena del crimine, dato che i corpi vengono trovati crivellati di colpi di arma da fuoco.

Di fronte a questo duplice omicidio, gli investigatori pensano inizialmente a un furto con scasso, prima di esplorare il legame con la mafia. Ma ben presto sospettano dei figli dei Menendez.

Stanno sperperando la loro eredità

Il motivo? Un'eredità di diversi milioni di dollari che i fratelli sperperano rapidamente dopo la tragedia.

Lungi dal piangere i genitori, i due giovani si abbandonano infatti a uno stile di vita sfarzoso, concedendosi ristoranti, auto di lusso e viaggi esotici, spendendo una fortuna stimata in 700.000 dollari in pochi mesi.

Gli investigatori cercano quindi di incastrare Erik, il più fragile dei fratelli, utilizzando un parente stretto dotato di microfono, ma non ci riescono.

La svolta avviene quando il fratello più giovane si confida con il suo terapeuta e confessa di aver partecipato all'omicidio dei suoi genitori. Queste rivelazioni, registrate e consegnate alla polizia, cambiano il corso delle indagini. I fratelli vengono arrestati e poi confessano.

Belli e ricchi, suscitano la simpatia dell'opinione pubblica

Il processo si apre a Los Angeles nel 1993 e riceve una grande copertura mediatica: i fratelli Menendez, giovani, belli e ricchi, suscitano subito la compassione dell'opinione pubblica, che vuole credere nella loro innocenza.

Durante il processo, Lyle ed Erik affermano di essere stati abusati sessualmente dal padre da bambini, cosa che li aveva portati a commettere l'atto irreparabile.

Non riuscendo a raggiungere un verdetto, la giuria rinvia il caso per un secondo processo tre anni dopo.

Alla fine, i fratelli Menendez vengono condannati all'ergastolo senza possibilità di libertà vigilata.

Una parvenza di vita normale

Dopo il processo e la dura condanna del 1996, Lyle ed Erik Menendez vengono separati in due carceri diversi. La separazione è durata 22 anni, prima che i due vengano finalmente riuniti nel carcere Richard J. Donovan di San Diego.

Nonostante l'incarcerazione, i due fratelli continuano ad affascinare, ricevendo migliaia di lettere d'amore ogni anno.

Riescono anche a costruirsi una parvenza di vita normale in carcere. Lyle si sposa con Rebecca Sneed, mentre Erik convola a nozze con Tammi Ruth Saccoman.

Rimane un'esile speranza

Ma, alla fine, rimane ancora un barlume di speranza: nel 2023 il loro avvocato ha presentato una mozione a Los Angeles per riesaminare le prove, in particolare le accuse di stupro fatte da un ex membro della boy band, Roy Rossello, a José Menendez, che avrebbe abusato di lui negli anni Ottanta.

Per non parlare della scoperta di una lettera scritta da Erik Menendez nove mesi prima dei fatti, nella quale parla degli abusi sessuali che avrebbe subito per mano del padre.

Gli avvocati dei fratelli Menendez ritengono che questi abusi giustifichino le loro azioni e chiedono quindi un nuovo processo.