Il tennista dovrebbe tornare in campo tra alcuni giorni per il suo ultimo match: «The Finale Challenge». Un'esibizione nella sua Argentina, contro Novak Djokovic. Intanto, Del Potro racconta di una vita fatta di dolori e condizioni fisiche debilitanti.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Juan Martin Del Potro è stato uno dei tennisti più forti della sua generazione.
- L'argentino ha giocato l'ultimo incontro ATP nel 2022, prima di ritirarsi a causa di una condizione fisica precaria.
- «Oggi posso solo camminare, non posso nemmeno correre sul tapis roulant, non posso salire le scale senza dolore», racconta a distanza di più di due anni.
- Il 36enne nonostante ciò, il 1° dicembre scenderà in campo a Buenos Aires per un' «Ultima sfida», un incontro d'esibizione con Novak Djokovic, in cui saluterà i suoi numerosissimi tifosi argentini.
«Oggi posso solo camminare, non posso nemmeno correre sul tapis roulant, non posso salire le scale senza dolore, non posso nemmeno guidare a lungo se non allungo le gambe a causa del dolore», ha dichiarato Juan Martin Del Potro nel 2022 a causa della costante lotta contro gli infortuni.
Nel corso della sua carriera la stella del tennis ha dovuto subire diverse battute d'arresto a causa di una serie d'incidenti. Dopo l'ultima, nel 2022, a soli 33 anni, ha quindi deciso di porre fine al suo percorso professionale da tennista.
A distanza di più di due anni sembra che la sua condizione fisica non sia migliorata.
«Non riesco a salire una scala. Prendo 6 - 8 pillole al giorno»
L'argentino ha recentemente condiviso su Instagram un triste video che ha sconvolto i fan in tutto il mondo. Ha raccontato i forti dolori che hanno scompigliato la sua vita dopo l'ultima partita.
Il nativo di Tandil ha rivelato che le sue condizioni fisiche sono peggiorate al punto che anche le attività quotidiane di base sono una lotta.
«Non corro da quando avevo 31 anni», ha detto, descrivendo l'entità dei suoi limiti. «Non riesco a salire su una scala, non riesco a calciare una palla, non ho mai più giocato bene a tennis».
L'ex campione ha rivelato il tributo a lungo termine dei suoi infortuni, che rappresenta oggi anche un grosso punto di domanda per il suo futuro. «Vivrò altri 15 anni della mia vita così, in modo che a 50 anni mi mettano la protesi? A 60 anni vivrò più o meno bene?».
Giornalmente, ha raccontato, «mi alzo e prendo tra le 6 e le 8 pillole, tra un antinfiammatorio, un antidolorifico e un altro per l'ansia. Spero che un giorno finisca, perché voglio vivere senza dolore».
Una carriera fantastica
Alto 1 metro e 97 centimetri, Juan Martin era un tempo un incubo per i suoi avversari. La sua carriera ha raggiunto l'apice quando ha vinto gli US Open 2009 sconfiggendo Roger Federer in un'epica finale in cinque set.
La vittoria pose fine ai sei anni di imbattibilità del basilese a Flushing Meadows e consacrò l'argentino. Tuttavia, gli infortuni hanno presto iniziato a pesare.
Un anno dopo il trionfo in terra statunitense, ha subito il primo infortunio al polso: l'evento ha segnato l'inizio di anni di lotta per la sua salute. Molteplici interventi chirurgici e lunghi periodi di recupero gli hanno impedito di esprimere al meglio il suo potenziale.
Ma nonostante i problemi fisici, è riuscito a raggiungere traguardi importanti, tra cui 21 titoli conquistati e una Coppa Davis vinta per l'Argentina.
«The Final Challenge»
Ora è pronto per la «sfida finale» a Buenos Aires. Anche se la stagione è quasi finita, l'icona del tennis nazionale argentino ha annunciato la sua partecipazione a un incontro di esibizione al Parque Roca il 1° dicembre.
«The Final Challenge» segnerà un momento speciale per lui, che tornerà in campo per il suo addio davanti al suo pubblico. L'evento si preannuncia ancora più emozionante, perché contro di lui scenderà in campo niente meno che sua maestà Novak Djokovic.
«Ho un sogno. Voglio giocare la mia ultima partita in Argentina e voglio che tu ci sia», ha detto al serbo tramite i social, il quale non si è tirato indietro nell'accettare la sfida e ha risposto in uno spagnolo fluente. «Mi stai prendendo in giro? Ovviamente ci sarò... Per te, in Argentina? Sì, certo che ci sarò».
La storia del tennista argentino ricorda per certi versi quella dell'ex calciatore Marco Van Basten, che ha terminato la sua carriera a soli 29 anni. Le sue caviglie non reggevano più: troppi i falli, gli interventi duri, maldestri e violenti per fermare una vera macchina da gol.
Un uomo, che per sua stessa ammissione, anni fa faticava ad uscire dal letto per andare in bagno, «troppi i dolori».