Guerra in Medio Oriente Israele verso la tregua e lo scambio di prigionieri con Hamas

SDA

21.11.2023 - 20:58

Sul manifesto con le foto degli ostaggi israeliani a Gaza la scritta in ebraico: "Bibi, è nelle tua mani. Tratta ora."
Sul manifesto con le foto degli ostaggi israeliani a Gaza la scritta in ebraico: "Bibi, è nelle tua mani. Tratta ora."
Keystone

Una tregua di 4-5 giorni a Gaza a partire da giovedì o venerdì prossimi e lo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas: 50 ostaggi per 150 detenuti palestinesi.

Dopo 46 giorni di guerra si avvicina un primo cessate il fuoco nella Striscia, con il premier Benyamin Netanyahu che in serata ha sottoposto l'accordo a lungo mediato da Qatar ed Egitto prima al gabinetto di guerra e poi all'intero governo di emergenza nazionale.

L'esercito, il Mossad e lo Shin Bet hanno dato il loro parere favorevole mentre l'ultradestra israeliana – in particolare i ministri Itamar Ben Gvir di Potere ebraico e Bezalel Smotrich di Sionismo religioso – ha tuonato contro l'intesa definendola «un grave errore», anzi un potenziale «disastro» per Israele.

Hamas rilascerebbe donne e bambini

Ad essere rilasciati da Hamas, secondo le indiscrezioni circolate in giornata, saranno esclusivamente donne e bambini. Il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito che nell'accordo sono menzionati 30 minori, 8 madri e altre 12 donne. Saranno liberati in varie fasi, una decina ogni giorno di tregua, con Israele che spera che alla fine il numero totale degli ostaggi rilasciati arrivi fino a 80.

Hamas, secondo fonti israeliane, si impegnerà durante il cessate il fuoco «a localizzare gli altri ostaggi che sono in mano a diverse gruppi», a cominciare dalla Jihad islamica.

I detenuti palestinesi, anch'essi donne e bambini, saranno invece consegnati alle loro residenze e comunque l'intesa esclude chiunque sia stato «condannato per omicidio». In sostanza, quelli che hanno compiuto attentati mortali contro israeliani.

Per gli ostaggi stranieri nelle mani di Hamas, l'accordo prevede che la loro liberazione sia affidata a trattative separate tra Hamas e i rispettivi Paesi a cui appartengono i rapiti.

300 automezzi al giorno dal valico di Rafah

La tregua dovrebbe scattare non prima di giovedì sera o venerdì mattina e durare 4-5 giorni. Durante questo periodo, i soldati israeliani resteranno nel nord di Gaza e non sarà consentito ai civili sfollati al sud di tornare alle loro case nel nord. Israele ha poi avvertito che l'esercito riprenderà i combattimenti in tutta la Striscia «immediatamente dopo» la fine del cessate il fuoco.

Confermato, come parte dell'accordo, l'ingresso giornaliero dal valico di Rafah di 300 automezzi al giorno, compreso il carburante. Israele inoltre durante tutti i giorni di tregua sospenderà – è una delle condizioni poste da Hamas – il volo dei droni sulla Striscia. Ma saranno assicurate altre misure di intelligence per salvaguardare la sicurezza dei soldati.

Sul terreno intanto un raid israeliano sul campo profughi di Nuseirat, a sud di Gaza, avrebbe provocato 17 morti tra cui donne e bambini, secondo quanto riferito dall'agenzia palestinese Wafa.

Sempre più tesa anche la situazione a nord con Hezbollah, con il lancio di razzi da parte dei miliziani sciiti e attacchi di risposta nel sud del Libano: nel giorno più sanguinoso su questo versante dall'inizio del conflitto, sotto le bombe israeliane sono morti quattro civili (una donna anziana, due giornalisti e una giovanissima reporter) e un gruppo di miliziani di Hamas.

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