Medio Oriente Affondo di Israele al sud, tank e bombe in tutta Gaza

SDA

4.12.2023 - 22:03

L'esercito israeliano continua a colpire la Striscia di Gaza ed estende l'offensiva di terra contro Hamas (foto d'archivio)
L'esercito israeliano continua a colpire la Striscia di Gaza ed estende l'offensiva di terra contro Hamas (foto d'archivio)
Keystone

Israele estende la sua offensiva nel sud di Gaza a caccia dei battaglioni di Hamas in quell'area. Ma l'esercito continua a colpire duramente anche il nord e il centro dell'enclave palestinese per eliminare le residue sacche di resistenza dei miliziani.

Solo la notte scorsa, ha annunciato il portavoce militare israeliano, sono stati 200 gli attacchi contro obiettivi di Hamas.

In serata sono saltate le comunicazioni in tutta la Striscia mentre a Gaza City l'agenzia palestinese Wafa ha denunciato la morte di almeno «50 persone» in raid che hanno coinvolto due scuole piene di sfollati.

La presidente della Croce Rossa Mirjana Spoljaric arrivata oggi a Gaza ha definito la «sofferenza» della popolazione «intollerabile» ma non ha perso di vista il dramma degli ostaggi israeliani chiedendone la liberazione.

Nella manovra delle forze di difesa israeliane (Idf) i tank dell'esercito si sono spinti oltre Khan Yunis – la principale città nel sud della Striscia che ieri aveva visto l'ingresso dei primi carri armati israeliani – secondo una tattica già usata al nord: un lento ma progressivo avanzamento sul terreno. I blindati si sono addentrati fra i villaggi di Karara, Khuzaa ed Abassan dopo che due giorni fa la popolazione locale aveva ricevuto dall'esercito ordini di evacuazione immediata. Fonti locali hanno riferito che altri blindati hanno preso posizione lungo la arteria Sallah-a-din, l'importante asse viario che taglia in verticale da nord a sud l'intera enclave palestinese. La strada, il cui controllo è vitale, «costituisce un campo di battaglia, quindi è estremamente pericoloso percorrerla», hanno avvertito i militari confermando «l'azione aggressiva» intrapresa nel sud nei confronti di Hamas e delle altre organizzazioni armate palestinesi.

Le due scuole che ospitavano sfollati colpite dai raid di Israele, secondo la versione fornita dalla Wafa, sono invece nel quartiere Al-Daraj di Gaza City. Si tratterebbe dell'istituto Salah al-Din, affiliato all'Unrwa, e di quello Asaad al-Saftawi. Gli equipaggi delle ambulanze, ha fatto sapere l'agenzia palestinese, hanno avuto «grandi difficoltà nel raggiungere le due scuole».

Nel sud di Gaza – ha affermato James Elder, portavoce dell'Unicef, l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia – dalla ripresa delle operazioni militari di Israele cadono bombe «ogni 10 minuti». In particolare il portavoce ha descritto l'ospedale al-Nasser a Khan Yunis come una «zona di guerra». «Ribadisco – ha detto la presidente della Croce Rossa Mirjana Spoljaric – il nostro appello urgente per la protezione dei civili in linea con le leggi di guerra e per l'ingresso degli aiuti umanitari senza difficoltà». Spoljaric ha quindi chiesto che la Croce Rossa possa «visitare in sicurezza gli ostaggi israeliani» di cui ha invocato l'immediato rilascio.

Proprio sullo spinoso tema degli ostaggi, le loro famiglie hanno chiesto al premier israeliano Benjamin Netanyahu di «ritornare subito ai negoziati» con Hamas «senza ritardi e ad ogni costo» ed hanno ottenuto di incontrare domani il premier.

Il conflitto continua poi ad allargare il fossato tra Turchia e Israele. I servizi segreti di Ankara – il cui presidente Erdogan ha definito ancora una volta Netanyahu «criminale di guerra» – hanno ammonito che ci saranno «gravi conseguenze» se Israele tenterà di colpire i membri di Hamas in territorio turco, così come ha minacciato di voler fare.

Nella Striscia – secondo i dati diffusi dal ministero della Sanità di Hamas che non distingue tra civili e miliziani – i morti sono saliti a 15'899, di cui il 70% minori e donne. «Una carneficina», l'ha definita l'Alto rappresentante Josep Borrell in apertura dei lavori della 25ma edizione del Forum Ue-Ong sui diritti umani, suscitando le contestazioni di una parte dei presenti che ha deciso di lasciare la sala in segno di protesta.

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