Social X non pagherà più gli utenti che diffondono fake news

SDA

31.10.2023 - 12:07

D'ora in poi, su X qualsiasi post venga "arricchito" delle note della community perderà il diritto a ricevere compensi, anche nel caso di un alto numero di condivisioni, repost e commenti. (Foto simbolica)
D'ora in poi, su X qualsiasi post venga "arricchito" delle note della community perderà il diritto a ricevere compensi, anche nel caso di un alto numero di condivisioni, repost e commenti. (Foto simbolica)
Keystone

X, l'ex Twitter, non pagherà più i creatori di post che promuovono la disinformazione.

Elon Musk – come riporta il sito specializzato Engadget – ha detto che la società sta apportando un «leggero cambiamento» al suo programma di monetizzazione.

I post dei creatori di contenuti verificati tramite il sistema di fact checking collaborativo della piattaforma che si chiama «note della community» che prevede le segnalazioni degli utenti, non potranno più beneficiare di pagamenti come parte del programma di condivisione delle entrate di X.

«L'idea è quella di massimizzare l'incentivo per l'accuratezza del contenuto rispetto al sensazionalismo» ha scritto lo stesso Musk sul social.

Di recente, X ha cominciato a richiedere ai collaboratori della funzione Community Notes, con cui gli utenti possono aggiungere informazioni contestuali ai post potenzialmente fuorvianti, di citare le fonti nel controllo dei fatti.

Adesso, qualsiasi post venga «arricchito» delle note della community perderà il diritto a ricevere compensi, anche nel caso di un alto numero di condivisioni, repost e commenti.

L'80% delle fake news  su Israele-Hamas da profili verificati

La mossa arriva ad un anno dall'acquisizione di Twitter da parte di Musk e, soprattutto, dalla dismissione del team responsabile del monitoraggio dei post, su cui il social si basava insieme ai software automatizzati, per creare un ambiente il più veritiero possibile.

La possibilità di ottenere la spunta di verifica semplicemente pagando un abbonamento ha reso la situazione ancora più critica sul fronte della disinformazione.

Secondo un'analisi di NewsGuard, organizzazione no-profit che monitora la diffusione delle notizie online, il 74% dei «post più virali su X che promuovono disinformazione sulla guerra tra Israele e Hamas vengono pubblicati da account verificati».

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