Iniezioni Il pediatra: «Se il bambino inizia a farne un dramma, bisogna fermarsi»

Runa Reinecke

11.6.2019

Molti bambini restano calmi durante la vaccinazione e sono stupiti di quanto tutto finisca molto velocemente.
Molti bambini restano calmi durante la vaccinazione e sono stupiti di quanto tutto finisca molto velocemente.
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Il pensiero della siringa suscita una sensazione sgradevole non solo nei bambini. In questa intervista «Bluewin», un pediatra spiega come aiutare i bambini a superare la paura della puntura e quali errori i genitori devono assolutamente evitare.

È spesso protagonista degli incubi infantili e incute paura: la siringa. Non a caso, non è per niente facile preparare i piccoli all'appuntamento per la vaccinazione presso l'ambulatorio del medico. Christoph Berger, pediatra e dirigente medico di malattie infettive presso l'Ospedale pediatrico di Zurigo, ci ha svelato cosa sarebbe meglio non dire in nessun caso ai propri figli prima di sottoporli alla vaccinazione e in che modo la dottoressa o il dottore sia in grado di distrarre il bambino dalla puntura durante il trattamento.

Signor Berger, le capita spesso che i bambini si dimenino, urlino e si difendano con le mani e i piedi dalla puntura del vaccino?

Succede, anche se raramente. Questo comportamento non è utile a nessuno e va prevenuto. Se il bambino inscena un grande dramma, c'è solo una cosa da fare: fermarsi e fissare un nuovo appuntamento.

A cosa è dovuta questa paura enorme?

L'idea di una puntura dolorosa spaventa. Questa idea fa paura non solo ai bambini, ma anche a molti adulti.

Qual è il modo ideale per affrontarla?

Innanzitutto, non bisogna darla vinta ai bambini in alcun modo! Se l'équipe ospedaliera o ambulatoriale è calma e affabile, sarà più propensa ad ascoltare il bambino e a spiegargli anche la procedura medica durante l’esecuzione, il che avrà senz’altro un effetto positivo sui pazienti più piccoli, maschietti e femminucce. Dato che è facile trasmettere al bambino nervosismo o paura, anche la persona responsabile che lo accompagna deve essere calma e risoluta e guidarlo durante la procedura. Pertanto, non è da sottovalutare l’importanza di un colloquio preliminare del medico con la madre o il padre. Le pediatre e i pediatri che fanno parte dell’équipe ambulatoriale sono specializzati nella gestione di questo tipo di paure, con cui hanno a che fare ogni giorno.

Preparare il bambino all'appuntamento dicendogli: «Ora andiamo dal dottore che ti farà un'iniezione!»? Christoph Berger pensa che non sia per niente una buona idea.
Preparare il bambino all'appuntamento dicendogli: «Ora andiamo dal dottore che ti farà un'iniezione!»? Christoph Berger pensa che non sia per niente una buona idea.
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In che modo si possono aiutare i bambini in questa situazione?

Prendere confidenza con loro e farli sentire al sicuro sono entrambi fattori decisivi. Dare loro spiegazioni e coinvolgerli durante la procedura medica non è da meno. Anche l’accompagnatore può aiutarlo attraverso il contatto fisico, ad esempio tenendogli la mano. È importante che il bambino collabori e che gli sia concesso, ad esempio, di sedersi sulle ginocchia della mamma o del papà, nel caso in cui quella posizione lo faccia stare particolarmente bene.

Si potrebbe prima vaccinare la madre o il padre, in modo da mostrare al bambino, per così dire, un modello di comportamento da seguire?

È una possibilità. Se si tratta di una vaccinazione pre-partenza, sarebbe bene che la madre o il padre ribadiscano al figlio quanto siano contenti di andare in vacanza insieme a lui nonché quanto desiderino, in questo senso, preservare la propria salute e accettare, a tal fine, di sottoporsi alla puntura.

A proposito, i pediatri ricorrono spesso e volentieri al kit di distrazione ...

Si possono utilizzare metodi molto diversi per distrarre il bambino dalla siringa. Per esempio, in alcuni casi prendiamo l'animale di peluche preferito del bambino e spieghiamo ad entrambi cosa sta succedendo in quel momento. Tra l’altro, le dottoresse e i dottori possono raccontare al piccolo una storia che distoglie la sua attenzione dalla siringa. Lo stesso risultato si può ottenere toccando l'altro braccio o l'altra gamba del bambino durante la puntura. Molto utile è anche il contatto fisico con la piccola amica ape, con il suo corpo vibrante e le ali in cuscino in gel rinfrescante. La combinazione di freddo e vibrazione influisce positivamente sulla trasmissione della sensazione del dolore al cervello. Non fa molta differenza a quali strumenti o metodi si ricorra: molti bambini restano calmi durante la vaccinazione e sono stupiti di quanto tutto finisca molto velocemente. Meritano un elogio.

Che mi dice degli altri?

Alcuni piangono, ma di solito solo per pochissimo tempo. A seconda della situazione e dell'età, se si mette a piangere il bambino viene preso per un braccio, accarezzato o allattato con il biberon. Questo gli fa dimenticare praticamente subito di doversi sottoporre alla puntura.

Finora ci ha parlato del ruolo del genitore che accompagna il bambino. Cosa consiglia di evitare assolutamente a ridosso dell'appuntamento per la vaccinazione?

Se prima di portarlo all'appuntamento i genitori dicono al figlio qualcosa del tipo «Ora andiamo dal dottore che ti farà un'iniezione!», questo non farà altro che renderlo insicuro e spaventato. Non bisogna mai dirgli: «Non fa male!». Il bambino non recepisce il messaggio per intero, bensì gli rimane impressa solo la parola «male». Tuttavia, quella parola non corrisponde al significato reale del messaggio che gli si vuole dare. È importante rimanere il più fedeli possibili alla verità, affinché il bambino non perda la fiducia nel genitore. Occorre poi fare in modo che il proprio figlio capisca a cosa servono i vaccini e che sottoporsi alle iniezioni effettuate con siringhe con ago piccolo servirà a proteggere la sua salute.

La paura della siringa non riguarda solo i bambini ...

Si, non a caso le vaccinazioni scolastiche dimostrano sempre più quanto anche molti bambini più grandi possano farsi trasportare dalle loro paure. In sala d'attesa, gli adolescenti si provocano a vicenda. Alcuni si spaventano così tanto da collassare durante o subito prima della vaccinazione. Ecco perché è molto importante che il personale medico dia loro delucidazioni, li prepari ad affrontare la procedura medica e li assista durante la sua esecuzione. La paura può essere ampiamente prevenuta richiedendo un colloquio preliminare con la dottoressa o il dottore, durante il quale il medico chieda espressamente al bambino: «C'è qualcosa che ancora non ti è chiaro?». È molto importante rispondere alle sue domande in modo concreto e prendere sul serio qualsiasi timore o bisogno espresso.

A quanti anni un bambino è in grado di capire quale sia l’utilità di "sorbirsi" questa procedura medica?

Ai bambini di quattro anni si può già spiegare l'importanza del vaccino per la loro salute, in un modo che sia adattato alla loro abilità di comprensione.

Ritiene che sia sensato applicare una crema anestetica sulla pelle del bambino prima della vaccinazione per rendere la puntura meno dolorosa?

Nella stragrande maggioranza dei casi, non c'è bisogno di adottare nessuna di queste misure sedative a livello locale. Se ci sono le giuste informazioni, una buona atmosfera e una determinata procedura, inclusa una breve strategia di distrazione, tutto va per il meglio. Se si decide di utilizzare una crema, quest’ultima deve essere applicata 30-60 minuti prima della vaccinazione in modo da rendere sufficientemente insensibile il punto in cui verrà iniettato l'ago. D'altra parte, la vaccinoprofilassi è eccessivamente tematizzata. Ciò può incutere paura nel bambino, per cui penso che tali creme non siano utili e non le raccomando.

Ha importanza in quale ordine di successione vengano somministrate le vaccinazioni durante l'appuntamento?

Se ci sono delle differenze, in linea di massima il vaccino più doloroso viene somministrato sempre per ultimo. Le iniezioni sottocutanee fanno meno male di quelle somministrate per via intramuscolare, cioè direttamente nel muscolo.

Quante vaccinazioni possono essere somministrate in un giorno?

Per quanto riguarda le vaccinazioni previste prima della partenza per un viaggio, senz'altro se ne possono somministrare quattro o cinque. Tali vaccinazioni sono ben tollerate dal corpo e, nell'insieme, creano una protezione ottimale. Tuttavia, per il bambino può essere pesante sottoporsi a più punture nello stesso giorno. Se sono previste più di due vaccinazioni, è meglio distribuirle in diversi appuntamenti.

Contro quali malattie i bambini dovrebbero essere assolutamente vaccinati, dal suo punto di vista?

Durante i primi mesi di vita, i neonati sono particolarmente a rischio di essere colpiti da un'infezione grave, a volte persino potenzialmente letale. Il rischio è ancora più grande nel caso di contatti con altri bambini, ad esempio nell'asilo nido. I primi vaccini combinati contro la difterite, il tetano, la pertosse, la poliomielite, le infezioni invasive da Haemophilus influenza e di tipo b, l'epatite B e gli pneumococchi devono essere somministrati all'età di due mesi. Affinché l'immunizzazione sia realmente efficace, le stesse vaccinazioni devono essere ripetute dopo due mesi. Dopodiché il bambino è protetto. Il primo vaccino contro Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR) deve essere somministrato al nono mese di vita e poi ripetuto all'età di un anno.

È a favore dell'obbligo di vaccinazione?

Sono contrario perché penso che la maggior parte dei genitori in Svizzera sia consapevole dell'importanza della vaccinoprofilassi.

Come si comporta, invece, con quei genitori che si dimostrano scettici, vuoi per disinformazione, vuoi per il fatto di essere influenzati dall'opinione comune dell'ambiente in cui vivono, vuoi per l'accesso a fonti poco credibili disponibili su Internet?

Dando loro delucidazioni concrete e fondate, basate su fatti e scoperte scientifiche, è possibile sfatare le loro perplessità nella maggior parte dei casi.

Un ottimo esempio, in questo senso, è il morbillo: i bambini possono essere vaccinati contro questa malattia virale a partire dai sei mesi, anche se di solito la vaccinazione avviene all’età di nove mesi. Se contraggono il virus prima di sottoporsi al vaccino, nel peggiore dei casi possono essere colpiti da un'infezione cerebrale con esito fatale qualche anno dopo aver preso l'infezione. Qualsiasi genitore, sia madre che padre, è felice di sapere che il proprio figlio non può essere contagiato in alcun modo durante questo lasso di tempo. Ma, sfortunatamente, anche i bambini che vengono colpiti dal morbillo quando sono più grandi troppo spesso possono andare incontro a complicazioni (va detto che, per i bambini, anche una malattia senza complicazioni è tutt'altro che una passeggiata).

Informazioni sulla persona intervistata: Il prof. dott. Christoph Berger è un pediatra e specialista in malattie infettive presso l'Ospedale pediatrico universitario di Zurigo. In qualità di presidente della Commissione federale per le vaccinazioni (CFV), è impegnato nella diffusione di raccomandazioni di vaccinazione aggiornate, pratiche e generalmente comprensibili.

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