Odio su Internet Come combattere l’hate speech

In collaborazione con Swisscom

16.11.2022

Fatti coraggio, di solito gli hater sono in minoranza, anche se i commenti aggressivi fanno sentire come se tutto il mondo fosse contro di te.
Fatti coraggio, di solito gli hater sono in minoranza, anche se i commenti aggressivi fanno sentire come se tutto il mondo fosse contro di te.

Gli hater sono sempre alla ricerca di nuove vittime da tormentare online. L’hate speech è ampiamente diffuso su Internet. Ma cosa possono fare le vittime?

In collaborazione con Swisscom

Oltre il 70% dei giovani in Svizzera dichiara di essere stato vittima di «hate speech» almeno una volta. L’«hate speech», o incitamento all'odio in italiano, è la violenza diffusa online: sui social media, nelle colonne di commento di giornali e riviste, nei forum e attraverso i servizi di messaggistica.

1. Che cosa è esattamente l’hate speech?

L’hate speech è un fenomeno legato a Internet, riferito alla diffusione online di messaggi di odio contro singoli individui o gruppi. È particolarmente frequente sui social media. Dato che i bambini e gli adolescenti utilizzano intensamente piattaforme come TikTok, Youtube e Instagram, sono esposti a un rischio particolarmente elevato.

Possono costituire atti di incitamento alla violenza gli insulti, i discorsi stereotipati e l’umiliazione della vittima, ma anche il razzismo e l’incitamento alla violenza concreta.

Ecco quattro esempi:

  • «Tu vai a letto con tutti.»
  • «La donna delle pulizie lavora molto bene, anche se è portoghese.»
  • «Prima che arrivassero i profughi, il nostro villaggio era un posto sicuro.»
  • «Dovresti essere picchiato!»

Tramite Internet, gli hater raggiungono un grande pubblico. Usano l’anonimato e si nascondono dietro pseudonimi, abbassando così il livello di inibizione per i contenuti ingiuriosi.

2. L’hate speech è legale?

No!

Inoltre, anche se qualcuno non se ne rende conto, l’incitamento all’odio su Internet è punibile come nella vita reale offline.

Segnala l’hate speech sulle piattaforme dove lo trovi. Importante: l’originale spesso scompare. Salva il materiale in anticipo per sicurezza, ad esempio sotto forma di screenshot, per poterlo utilizzare come prova in un secondo momento. In casi particolarmente gravi, contatta la polizia. Le conseguenze per i colpevoli sono dure. Una condanna penale può concludersi con un’iscrizione nel casellario giudiziario, anche per i minori.

3. Chi viene attaccato?

Chiunque può diventare oggetto di hate speech. Spesso si tratta di persone che hanno un particolare atteggiamento o appartengono a una determinata etnia, sesso o partito e le vittime sono spesso di natura insicura. Tieni presente che non è certo colpa tua se gli altri sfogano il loro odio su di te.

Ignorare i commenti offensivi è un modo per proteggersi e respingere l’incitamento all’odio.
Ignorare i commenti offensivi è un modo per proteggersi e respingere l’incitamento all’odio.
Adobe Stock, Nadia Snopek

4. Il test: hate speech o no?

Fai attenzione quando commenti i post. Una battuta scherzosa o dell’ironia possono essere percepite dal destinatario in modo diverso da quello che intendevi. Prima di tutto, chiediti se lo faresti anche nella vita reale. In caso contrario, lascia perdere, anche se non ne sei del tutto sicuro.

Che tu conosca o meno la persona dietro un post, immagina sempre come ti sentiresti se qualcuno rispondesse in questo modo ai tuoi post. E fai attenzione: Internet non dimentica mai. Altre persone possono condividere il tuo contributo. Anche se hai cancellato immagini, video o testi, potrebbero riapparire in seguito. Sii riservato e condividi le cose private solo con le persone che conosci.

5. Hate speech e cyber mobbing sono la stessa cosa?

L’hate speech e il cyber mobbing sono due forme di violenza digitale.

Nel cyber mobbing le singole persone vengono perseguitate, offese, minacciate o molestate. Nella maggior parte dei casi, il colpevole e la vittima si conoscono di persona. Durante gli attacchi vengono spesso diffuse immagini personali, video o cronologie di chat.

L’hate speech si rivolge spesso alle minoranze o ai gruppi emarginati come i disoccupati, i rifugiati o gli omosessuali. I messaggi di odio razzista, antisemita o sessista cercano di reprimere questi gruppi e di incitare alla violenza e all’odio contro di loro.

6. Posso semplicemente ignorare l’hate speech?

Sì, non reagire è una possibile strategia contro l’hate speech, definita «disempowerment». Ti permettere di non concedere agli hater l’attenzione che speravano di ottenere e il loro odio va a vuoto. Anche se in apparenza non stai reagendo all’esterno, dovresti comunque segnalare i post offensivi e bloccare gli utenti corrispondenti.

7. In che altro modo posso difendermi?

Controbattere: se te la senti di affrontare il tuo interlocutore, puoi argomentare con lui. Sii obiettivo e non rispondere alle provocazioni. Raramente gli hater si fanno convincere facilmente, quindi chiudi la conversazione non appena diventa eccessiva per te.

Counterspeech (replica, obiezione): intervieni e aiuta le persone colpite, ad esempio reagendo positivamente ai loro contenuti. Non lasciare che contenuti degradanti e inappropriati passino inosservati. Mostra la tua opinione con un commento personale, dichiara che si tratta di hate speech. Quante più persone si uniscono in questo modo, minore diventa il peso dell’hate speech. Invita i tuoi amici a reagire all’odio con messaggi positivi.

8. Sono stato attaccato online e questo mi mette in imbarazzo.

Rivolgiti immediatamente a una persona di fiducia se sei vittima di hate speech. Amici, genitori e insegnanti possono aiutare ad affrontare insulti e minacce. Anche se non hai bisogno di aiuto, condividi le tue esperienze con le persone a cui tieni. In questo modo incoraggi gli altri a parlarne.

Spesso sono soprattutto i bambini e gli adolescenti a tacere quando vengono molestati, per vergogna o per paura di peggiorare le cose. Quando hai l’impressione che qualcuno sia stato vittima di hate speech, parlane.

Maggiori informazioni sull’hate speech sono disponibili su Swisscom Campus.


Questo contributo è stato realizzato in collaborazione con Swisscom

Swisscom si impegna per la sostenibilità ecologica, sociale ed economica: per la protezione dell’ambiente, uno stile di vita sostenibile e un buon uso dei nuovi media. Nel 2022, Swisscom è stata premiata per la seconda volta consecutiva come «l’azienda di telecomunicazioni più sostenibile al mondo».