Operazione «Captagon» Il «tour operator» della droga, nuovi fermi anche in Ticino

Swisstxt

12.11.2021 - 20:21

Immagine d'illustrazione.
Immagine d'illustrazione.
KEYSTONE/EPA ANSA

Emergono nuovi traffici del 45enne italiano residente a Barbengo arrestato in Italia con l'operazione «Captagon», quella che lo scorso anno garantì il sequestro, nel porto di Salerno, di 3 tonnellate di hashish e 14 di anfetamine (il captagon appunto).

Lo si potrebbe definire un «tour operator» della droga, afferma la RSI. Dal centro di Lugano garantiva la logistica per il trasporto di qualsiasi tipo di stupefacente, e per conto di chiunque glielo chiedesse; dall'IS alle organizzazioni criminali balcaniche.

Lui è il 45enne italiano residente a Barbengo arrestato in Italia con l’operazione «Captagon», quella che lo scorso anno garantì il sequestro, nel porto di Salerno, di qualcosa come oltre 17 tonnellate di sostanza: tre di hashish e 14 di anfetamine (il captagon appunto), riporta la RSI.

Il carico, partito dalla Siria e diretto in Libia, era formalmente intestato a una società riconducibile al faccendiere, con sede in una fiduciaria luganese.

Il maxi-sequestro di anfetamine – il più importante della storia affe – non bloccò le sue attività.

Arrestato anche un uomo residente a Biasca

Venerdì si è appreso infatti che successivamente tentò di orchestrare, per conto di una banda di cittadini albanesi, altre due spedizioni riferisce la RSI. Una dal Sud America, di 600 chili di cocaina; l’altra dal Nord Africa, di un quantitativo ancora più ingente di hashish. Trasporti previsti stavolta con voli privati, che sarebbero dovuti atterrare in aeroporti italiani.

Il 45enne e lo spedizioniere salernitano a cui si era appoggiato per le anfetamine si trovano in carcere dal mese di agosto. Ora il nuovo blitz, che, si legge sul sito della RSI, nella penisola ha interessato le procure di Napoli e Palermo. Sul fronte partenopeo è stato disposto il fermo di otto persone. Tra queste tre sodali dell’imprenditore. Compreso un 56enne italiano residente a Biasca, preso in giornata oltre confine.

Per condurre le indagini è stata creata una squadra investigativa comune, che ha visto coinvolte la procura e la polizia federali. Impossibile, però, avere dettagli sul lavoro svolto dalle autorità elvetiche.