«Freedom Day» «Freedom Day»: la ricordi ancora una vita senza restrizioni?

Gil Bieler

12.2.2022

Torneremo presto alla normalità? Nell'immagine un ricordo dei tempi pre-pandemici: persone che si assembrano e si godono la loro pausa pranzo sul lago di Zurigo. 
Torneremo presto alla normalità? Nell'immagine un ricordo dei tempi pre-pandemici: persone che si assembrano e si godono la loro pausa pranzo sul lago di Zurigo. 
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Non importa quale opzione sceglierà il Consiglio federale: tra qualche giorno la Svizzera sarà in ogni caso un Paese diverso. Se si dovesse optare per allentamenti totali, la nostra vita quotidiana cambierebbe notevolmente. Quello che segue è un tentativo di immaginare – o meglio, ricordare – come si viveva senza restrizioni.

Gil Bieler

Il Consiglio federale non ha ancora deciso a quale ritmo abbandonerà le misure anti-Covid. Ha sottoposto due varianti in consultazione ai Cantoni, alle parti sociali e alle associazioni: nella prima, tutto viene allentato in un colpo solo. La seconda prevede invece un rilassamento graduale delle misure. Per Ignazio Cassis, poter dare queste comunicazioni ha reso mercoledì scorso un «giorno di gioia».

Cosa cambierebbe se venisse scelta l'opzione che prevede il massimo degli allentamenti? Per immaginarlo, immergiamoci nella quotidianità di un'ipotetica famiglia, i signori Rossi, dopo il «Freedom Day».

La signora Rossi è in ritardo. Prende l'ultimo sorso di caffè mentre si mette già il cappotto. Suo marito le urla dalla cucina: «Ciao tesoro, e non dimenticare la mascherina!». Entrambi si fermano un attimo disorientati e poi scoppiano a ridere: è già passato il fatidico giovedì 17 febbraio 2022 e le mascherine obbligatorie in Svizzera sono ormai storia vecchia.

La mascherina rimane addosso, per abitudine

La signora Rossi saluta i due bambini e prende il treno verso l'ufficio appena in tempo. Ha con sé la mascherina, ma può lasciarla in tasca. Nell'affollata S-Bahn alcune persone la indossano ancora. Per scelta, o semplicemente per abitudine: in realtà, stando alle autorità, non ne hanno più bisogno.

Il datore di lavoro della signora Rossi aveva annunciato ai dipendenti qualche giorno prima che non era più necessario lavorare da casa. In ufficio nessuno indossa più la protezione, nemmeno il vicino di scrivania della signora. Si sarà fatto sbiancare i denti, si chiede lei, o è solo che non li vedeva da molto tempo?

Anche il signor Rossi, che fa il casalingo, non deve più indossare la mascherina quando si reca al negozio dietro l'angolo. Accompagna i bambini a scuola per un pezzo di strada. Vanno alle elementari, quindi in questo fatidico giorno per loro non cambia nulla. 

Tutto meno complicato

A pranzo, lo stomaco brontola. La signora Rossi va al ristorante dietro l'angolo con un collega. Può lasciare il telefono nella borsa: anche il certificato Covid è un ricordo del passato. Quindi, anche il collega non vaccinato viene a pranzo. Chissà se si sente sollevato, ora. Vorrebbe chiederglielo, ma non osa. Ormai entrambi sanno che questi sono argomenti delicati.

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La signora Rossi è contenta che finalmente nessuno appoggia più sul tavolo la propria mascherina usata. Che schifo. Molte volte quel gesto le aveva rovinato l'appetito.

Al signor Rossi piace andare in palestra all'ora di pranzo. C'è molta gente, ma niente più mascherine. Il sudore può fluire di nuovo liberamente.

La sera c'è l'imbarazzo della scelta 

La sera, dopo la cena in famiglia, i signori Rossi vogliono finalmente uscire. A teatro o al cinema? «Moonfall», film catastrofico, è appena uscito, e il certificato Covid non è più richiesto. E i popcorn sono comunque più buoni senza mascherina. Quando la babysitter suona il campanello, alla signora Rossi viene da fare il saluto con il gomito, ma poi si abbracciano: ora ci si può rilassare.

Appena incamminati, la signora riceve un messaggio. «Hey, Peter dell'ufficio è positivo». Lui dovrà isolarsi. Lei, invece, deve farsi un tampone? No, l'isolamento preventivo non esiste più da un po'. «Dai, andiamo al cinema», dice. «E dopo andiamo a bere qualcosa in discoteca?», le chiede il marito.  Anche lì, tutte le restrizioni sono state tolte. «Non lo so. Non abbiamo più 20 anni!», risponde ridendo.

Questa sarebbe anche la nostra nuova quotidianità se il Consiglio federale optasse per la variante che prevede di allentare le misure in maniera più rapida. Tuttavia, la netta maggioranza dei Cantoni, nella consultazione, ha indicato che vorrebbe mantenere l'obbligo della mascherina, in alcuni contesti.

In ogni caso, il Governo potrebbe anche scegliere un approccio graduale, se lo sviluppo epidemiologico risultasse troppo incerto. L'obbligo della mascherina rimarrebbe nei trasporti pubblici e nei negozi. E il signor Rossi avrebbe ancora bisogno di un certificato per andare in palestra, così come per le discoteche... se decidessero di andarci! Queste misure verrebbero revocate solo in una seconda fase.

Il Consiglio federale deciderà mercoledì prossimo come sarà la vita in Svizzera dal 17 febbraio in poi.