Barometro elettorale SSRPoche le variazioni in vista alle federali, ma netta perdita dei Verdi
bt, ats
22.3.2023 - 17:07
Nessun chiaro vincitore, ma un netto perdente: i Verdi. Questa in estrema sintesi la conclusione del primo barometro elettorale della SSR per il 2023, anno che culminerà con le federali in ottobre.
bt, ats
22.03.2023, 17:07
22.03.2023, 17:15
SDA
Se si votasse oggi, il partito ecologista lascerebbe sul terreno 2,5 punti percentuali rispetto al 2019. Davanti a tutti resta comodamente l'UDC.
Secondo il rapporto, pubblicato oggi, mercoledì, i democentristi conquisterebbero il 26,6% dell'elettorato, vale a dire una crescita di un punto nel paragone con il risultato ottenuto quattro anni fa.
Progressione simile per il PS, che si confermerebbe la seconda forza al 17,8%. I socialisti sembrano poter invertire la tendenza negativa, dato che le indagini precedenti li davano in arretramento.
Variazioni ancora più sottili per PLR (15,6%, +0,5 punti) e per l'Alleanza del Centro (13,3%, -0,5). Poi i Verdi, con il 10,7% dei voti: una performance come detto in calo in confronto all'exploit del 2019, ma comunque nettamente migliore del 7,1% portato a casa nel 2015. A seguire i Verdi liberali (8,3%, +0,5) e infine il Partito evangelico (2,1, invariato). I restanti schieramenti accumulerebbero invece il 5,6%.
Il paesaggio politico svizzero considerevolmente stabile
Il paesaggio politico svizzero si può quindi definire come considerevolmente stabile, evidenzia il rapporto confezionato a otto mesi dall'appuntamento con le urne interrogando online 27'058 persone.
«Siamo ancora molto lontani dal ciclone politico che caratterizzò le elezioni del 2015, quando la crisi siriana, attentati terroristici di matrice islamista nonché il tema dell''immigrazione di massa' contribuirono a un marcato scivolamento a destra del Consiglio nazionale», si legge nel barometro.
Allargando l'analisi dai singoli partiti ai vari blocchi, la destra, ossia UDC e PLR, guadagnerebbe 1,5 punti a scapito del campo rosso-verde. All'interno della sinistra, una parte di chi aveva scelto i Verdi sembra voler tornare al PS. Le formazioni di centro sono dal canto loro stabili.
Clima resta importante
Per quanto riguarda i temi su cui più ci si gioca il successo, il sondaggio, realizzato con dati raccolti tramite un panel di ricerca dell'istituto Sotomo e le piattaforme della SSR, mostra come, secondo gli aventi diritto, il cambiamento climatico e la svolta energetica restino la principale sfida politica per la Svizzera.
Il 42% ritiene questo argomento rilevante o importante per la sua decisione elettorale. La questione dell'immigrazione torna a occupare una posizione di vertice, figurando al secondo posto (30%). Quota uguale per i premi delle casse malati.
A seguire troviamo aspetti quali previdenza sociale/costo della vita (27%) e sicurezza dell'approvvigionamento e dell'energia (26%), tema quest'ultimo però in netta diminuzione rispetto all'autunno 2022, quando aleggiava lo spettro di un'interruzione delle forniture. Per contro, appena il 4% delle persone intervistate considera ora come ora la disoccupazione e la pressione salariale un problema di centrale importanza.
All'interno dei diversi partiti, la base elettorale di UDC (immigrazione), Verdi e Verdi liberali (entrambi cambiamento climatico) ha idee molto chiare sulla sfida numero uno da affrontare. Nel PS pure primeggia la questione ambientale, ma la previdenza sociale non è distante. Meno chiarezza fra i sostenitori di PLR e Centro, che non sembrano avere una preoccupazione dominante.
Le persone coinvolte nello studio sono pure state chiamate a menzionare gli ambiti per cui nutrono riserve sull'operato del loro partito preferito. In questo caso il verdetto è chiaro: tutti sono delusi dall'andamento dei premi dell'assicurazione malattia. Ciò significa che nessuna formazione riesce a proporre soluzioni convincenti in materia.
Differenze fra gruppi
Per quel che concerne le differenze fra regioni linguistiche, i maggiori scarti di percezione si rilevano proprio sulla cassa malati. Il costo dei premi è valutato infatti come una sfida principale dal 45% degli intervistati nella Svizzera italiana, tasso che scende al 35% in quella romanda e al 28% in quella tedesca.
Nette differenze di atteggiamento emergono anche per il cambiamento climatico. In questo caso, i francofoni lo indicano come una priorità, gli svizzero tedeschi occupano una posizione intermedia e gli italofoni lo ritengono meno urgente.
A livello di sessi, la differenza numero uno riscontrata tra donne e uomini è ancora quella riguardante la valutazione del cambiamento climatico: il 47% delle donne lo considera uno dei principali problemi, mentre gli uomini si fermano al 38%. Discorso simile per le categorie d'età. Il 51% di chi ha fra 18 e 35 anni menziona il riscaldamento globale fra le sfide preminenti, una percentuale che cala al 35% fra chi ha già spento almeno 65 candeline.
I dati usati per il sondaggio sono stati raccolti tra il 20 febbraio e il 5 marzo. L'errore di campionamento si situa in un range di +/-1,2 punti percentuali.