Svizzera Nuove sanzioni contro la Russia e provvedimenti per assicurarci l'approvvigionamento di gas

ATS / sam

4.3.2022

La Svizzera amplia le sanzioni nei confronti della Russia per l'invasione dell'Ucraina adeguandole alle ultime decisioni dell'UE. Berna prende inoltre provvedimenti per assicurare l'approvvigionamento di gas nella Confederazione. E per i rifugiati in fuga dalla guerra sarà attivato lo statuto di protezione S.

ATS / sam

La Svizzera amplia le sanzioni nei confronti della Russia per l'invasione dell'Ucraina adeguandole alle ultime decisioni dell'Unione Europea. I provvedimenti entreranno in vigore alle 18.00 di oggi. Secondo una nota governativa, tale adeguamento avviene nel rispetto della neutralità e tiene conto delle attività umanitarie, per le quali sono previste deroghe.

Stando alla rivista ordinanza emanata oggi dal Consiglio federale, le nuove misure colpiscono in particolare il commercio e il settore finanziario, come il divieto di transazioni con la Banca centrale russa e limiti all'uso del sistema SWIFT, e il congelamento dei beni di diverse persone vicine al presidente Vladimir Putin.

Sanzionata la Banca centrale russa

Con l'ordinanza di oggi la Svizzera applica le sanzioni decise dall'Ue a fine ottobre, comprese quelle del 1. marzo ha spiegato il consigliere federale Guy Parmelin davanti ai media.

Le sanzioni contro la Banca centrale russa, che non potrà più trasferire i propri attivi o riserve in Svizzera, e l'esclusione della maggiore banca russa, ossia la VTB, rappresentano le misure più incisive.

A queste sanzioni si aggiunge il congelamento dei beni in Svizzera di ulteriori 122 persone, oligarchi e altri soggetti vicine al presidente Putin, e un'impresa. A queste persone viene inoltre proibita l'entrata in Svizzera o il transito attraverso il nostro paese.

Le persone prese di mira globalmente sono 677, tra cui figurano anche membri della Duma - il parlamento russo. Le imprese colpite dalle restrizioni sono una cinquantina.

Obbligo di dichiarazione per i depositi esistenti

Per quanto attiene ai depositi in Svizzera, entra in vigore un obbligo di dichiarazione per i depositi esistenti e restrizioni per nuovi depositi per oltre 100 mila franchi in Svizzera da parte di cittadini russi o entità russe. Esenzioni e deroghe sono previste per chi abita in Svizzera o è in possesso di un titolo di soggiorno europeo, ha aggiunto il «ministro» democentrista.

Da stasera sarà proibito fornire finanziamenti pubblici o assistenza finanziaria per il commercio o gli investimenti in Russia. Altre misure in questo ambito riguardano cartevalori e mutui, ha spiegato il consigliere federale vodese. Tra l'altro sono presenti disposizioni che si estendono alle monete virtuali.

Beni a duplice impiego

Con la nuova ordinanza è vietata l'esportazione in Russia di tutti i beni a duplice impiego, a prescindere dallo scopo o dal destinatario finale. Tali limitazioni valgono anche per l'Ucraina, ha spiegato Parmelin.

Non è possibile esportare nemmeno i beni che potrebbero contribuire al rafforzamento militare e tecnologico della Russia o allo sviluppo del suo settore di difesa e di sicurezza. In questo contesto sono vietate anche l'assistenza tecnica, l'intermediazione e la concessione di mezzi finanziari.

Settore petrolifero e industria

Non è più permesso esportare in Russia alcuni beni e servizi in ambito petrolifero, specie per la raffinazione. Inoltre è vietata l'esportazione di determinati beni e tecnologie impiegabili nell'aviazione e nell'industria spaziale.

Il divieto riguarda anche alcuni servizi legati a questi beni, ad esempio assicurazioni, riparazioni, ispezioni, così come l'intermediazione e l'assistenza finanziaria.

Assicurare l'approvvigionamento di gas in Svizzera

Il Consiglio federale, durante la sua seduta odierna, ha anche discusso della sicurezza dell'approvvigionamento di gas in Svizzera, che per l'inverno in corso è garantita nonostante l'elevato livello dei prezzi. Misure sono però necessarie per assicurarlo anche nell'inverno 2022/23. Il Governo ha quindi preso alcuni provvedimenti precauzionali a tale scopo.

«La volatilità dei mercati energetici causata dalla crisi e dalle sanzioni economiche imposte (alla Russia, ndr.) rischia di indebolire la sicurezza dell'approvvigionamento per il prossimo inverno 2022/23», scrive l'esecutivo in una nota. Misure sono quindi necessarie perché la Svizzera non dispone di grandi impianti di stoccaggio del gas e dipende da importazioni continue, quindi dal mercato internazionale del gas.

Gli Stati membri dell'UE dispongono già di accordi di solidarietà per la fornitura reciproca di gas in situazioni di emergenza. La Svizzera non fa però parte di questo sistema.

Viste queste premesse, l'esecutivo ha deciso di creare le condizioni «che permettono al settore svizzero del gas di procurarsi rapidamente capacità di stoccaggio supplementari all'estero nonché gas, GNL e capacità nei terminali GNL».

I provvedimenti decisi

Viste le quantità ingenti, tali acquisti potranno essere fatti solo congiuntamente dalle imprese del gas. Per farlo sono necessari accordi intrasettoriali. È decisione di oggi che il settore potrà procedere con gli acquisti congiunti, senza dover temere conseguenze sotto il profilo della legislazione antitrust.

Ulteriori modalità sul come procedere saranno presentate entro fine aprile dal Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), dal Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) in collaborazione con la Commissione della concorrenza (COMCO).

Per quel che concerne l'inverno in corso rimane un certo rischio residuo, ma solo «in caso di lunghi periodi imprevisti di inattività delle centrali elettriche o di un periodo prolungato di grande freddo, così come in caso di interruzione della fornitura di gas russo verso l'Europa», precisa l'esecutivo. In vista dell'inverno 2022/23, il governo ha già deciso, il 17 febbraio, di creare una riserva di energia idroelettrica, che sarà disponibile per tempo.

Statuto S per rifugiati in fuga da Ucraina

Infine, il Consiglio federale si è anche chinato sulla questione dei rifugiati ucraini in fuga dalla guerra. Per queste persone sarà attivato lo statuto di protezione S, che conferisce un diritto di soggiorno in Svizzera senza espletare una procedura d'asilo ordinaria. È quanto ha proposto oggi il Consiglio federale.

Questa soluzione consente alla Svizzera di aderire alla strategia adottata ieri dalla maggioranza degli Stati membri dell'UE, precisa il Governo in una nota. Prima di decidere in via definitiva, consulterà i Cantoni e le organizzazioni partner entro metà della settimana prossima.

Si tratta di un strumento che permette di accordare provvisoriamente protezione a persone esposte a un pericolo generale grave, in particolare durante una guerra. È nato negli anni Novanta dalle esperienze maturate con le guerre nell'ex-Jugoslavia allo scopo di sgravare il sistema d'asilo, in quanto consente di continuare a destinare risorse sufficienti alle procedure ordinarie di richiedenti provenienti da altri Paesi.

Diritto di soggiorno di un anno

I profughi ucraini riceverebbero un diritto di soggiorno di un anno, prorogabile, e la possibilità di chiedere il ricongiungimento familiare. Il Consiglio federale propone comunque qualche ritocco dello statuto S, ad esempio riguardo alla libertà di viaggiare o a quella lucrativa, per renderlo equivalente a quello conferito ai profughi ucraini dagli Stati membri dell'UE.

Ciò permetterebbe alle persone protette di viaggiare nello spazio viaggiare nello spazio Schengen anche una volta trascorsi 90 giorni e di esercitare un'attività lucrativa dopo appena un mese. Chi riceve lo statuto S sarà alloggiato direttamente nei Cantoni, anche in abitazioni private.

I Cantoni riceveranno dalla Confederazione una somma forfettaria a copertura delle spese per l'alloggio, l'assicurazione malattia obbligatoria e l'assistenza diretta. Se il Governo non sospende la protezione temporanea entro cinque anni, i titolari dello statuto S otterranno un permesso B.

In seguito all'aggressione russa, oltre un milione di persone hanno già lasciato l'Ucraina in direzione dello spazio Schengen, e il loro numero potrebbe aumentare ulteriormente, rileva il Consiglio federale. È quindi previsto un crescente afflusso di ucraini che cercheranno rifugio in Svizzera, dove possono entrare senza visto e soggiornare liberamente per 90 giorni come in tutto lo spazio Schengen.