L'accordo quadro con l'Unione europea è arrivato al capolinea. Il Consiglio federale lo ha fatto sapere in una conferenza stampa a Berna.
Dopo l'introduzione di Guy Parmelin, presidente della Confederazione e capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), ha preso la parola Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Le congetture apparse negli scorsi giorni sui media si sono verificate: il Consiglio federale ha deciso oggi di non firmare la bozza di accordo istituzionale con l'Ue, nel frattempo informata di questa posizione. Troppo grandi le divergenze tra le parti su alcuni punti dell'intesa, stando al governo.
L'Esecutivo, precisa Cassis, crede tuttavia che sia nell'interesse della Svizzera e dell'UE salvaguardare la collaudata via bilaterale e portare avanti con convinzione gli accordi esistenti. Per questo motivo intende avviare un dialogo politico con l'UE sul proseguimento della collaborazione.
Contemporaneamente ha incaricato il Dipartimento di giustizia e polizia (DFGP) di esaminare in che modo si potrebbero stabilizzare le relazioni bilaterali attraverso eventuali adeguamenti autonomi della legislazione nazionale.
La Svizzera rimane un partner affidabile
Anche senza un accordo istituzionale, indica l'esecutivo, la Svizzera rimane un partner affidabile e impegnato dell'UE. A tale riguardo, per quanto riguarda il secondo contributo elvetico al fondo di coesione europeo - 1,3 miliardi di franchi su dieci anni - «il Consiglio federale si adopererà affinché il Parlamento sblocchi al più presto i fondi e si giunga rapidamente a una finalizzazione del memorandum d'intesa con l'UE».
Deve ancora esprimersi Karin Keller-Sutter, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).
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