Il vertice della sicurezzaDi agenti segreti e pesci piccoli
Di Philipp Dahm, Ginevra
16.6.2021
Il mondo sta guardando Ginevra, così come lo sta facendo il servizio di sicurezza. E anche a vederlo il dispositivo messo in atto, da solo, è davvero impressionante.
Di Philipp Dahm, Ginevra
16.06.2021, 16:25
16.06.2021, 18:28
Di Philipp Dahm, Ginevra
Seduto nella terrazza del nostro hotel ieri in tarda serata ho colto delle voci della conversazione del tavolo vicino. Ci sono diversi svizzeri seduti che a volte parlano in tedesco e a volte in francese. Una donna mi dice: «La città è piena di agenti».
Sorrido tra me e me, perché io e il collega Gil Bieler abbiamo notato poco questa presenza durante i nostri spostamenti a piedi. Un sacco di uniformi? Sì. Ma i cappelli mimetici? Non li abbiamo visti - e se lo avessimo fatto, non sarebbero stati mimetizzati.
Sia come sia, oggi il mondo - a Ginevra - appare molto diverso. Lo sforzo della polizia e delle autorità è enorme. Ci è voluto un po' prima che io e Bieler riuscissimo a raggiungere il media center, che si trova proprio di fronte alla Villa La Grange, dove si stanno incontrando Biden e Putin.
Luccio nel laghetto di carpe
Quando passa il convoglio di Vladimir Putin non ti lascia indifferente. Non a causa dei sostenitori e delle sostenitrici con la bandiera russa di fronte a noi, ma a causa dell'entourage del presidente russo: la vista del furgone nero, da cui uomini ingombranti in abiti neri fissano l'esterno attraverso i loro occhiali da sole, è impressionante.
Il momento ti fa capire che un uomo molto potente sta passando a tutta velocità. E al più tardi quando passa il furgone con il Counter Assault Team (il gruppo che ha la missione di contrattaccare qualsiasi minaccia ndr.) con i soldati pesantemente armati, ti senti come un piccolo, ma davvero piccolo pesce. Come uno spettatore, mentre a La Grange i due lucci che dominano lo stagno delle carpe si scontrano.
E gli agenti segreti? Oggi non da noi non si sono fatti vedere. Una scena alla barriera di fronte alla sede del vertice, tuttavia, ci ha lasciato perplessi: tre persone in motorino sono arrivate al parco sulla strada chiusa.
In motorino?
Alla barricata mostrano le loro carte d'identità, che vengono brevemente controllate dai poliziotti via cellulare. I tre parlano francese e sono vestiti in modo casual. L'uomo ha una borsa legata intorno alla vita, le due donne indossano abiti larghi e comodi. Uno di loro mette la mano nella tasca della giacca e cerca qualcosa.
Quando poco dopo ottengono il via libera e lasciano la barriera dietro di loro e si avviano in direzione del parco, Bieler ed io ci guardiamo con un'aria interrogativa: «Cos'era quello?». Agenti in motorino? Ce ne sono? Forse sì, forse no. Chi lo sa? Il mio collega ed io certamente no, non lo sappiamo. Siamo solo dei pesci piccoli!