Svizzera Anche gli Stati approvano il credito di 16 miliardi per l'infrastruttura ferroviaria

fc, ats

5.12.2024 - 14:55

La «senatrice» Marianne Maret.
La «senatrice» Marianne Maret.
Keystone

L'infrastruttura ferroviaria riceverà 16,4 miliardi di franchi tra il 2025 e il 2028. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati - all'unanimità -, dopo che il Nazionale aveva a sua volta approvato il credito lo scorso settembre.

Keystone-SDA, fc, ats

La somma stanziata oggi è di circa 2 miliardi superiore rispetto a quella relativa al periodo attuale e di 1,3 miliardi rispetto a quanto proposto dal Consiglio federale durante la consultazione.

Attualmente lo stato dell'infrastruttura è ritenuto buono, ma alcune strutture richiedono un'attenzione particolare. Tra queste, ha spiegato Marianne Maret (Centro/VS) a nome della commissione, figurano vecchi ponti e gallerie, nonché le installazioni destinate al pubblico come le stazioni.

Non solo a causa del loro crescente utilizzo, ma anche per l'accesso senza barriere delle persone con disabilità previsto della legge sull'uguaglianza dei disabili.

Mantenere la rete esistente è prioritario

Maret ha anche sottolineato che in ogni caso il mantenimento della qualità della rete esistente ha la priorità sull'ampliamento. Stefan Engler (Centro/GR) ha poi ricordato come il credito in questione riguarda la manutenzione e l'esercizio di progetti già realizzati.

Per quel che concerne i nuovi progetti da costruire, per il consigliere federale Albert Rösti è chiaro che potranno essere realizzati «solo se i fondi saranno sufficienti».

Nell'ambito dello stesso progetto, il Consiglio nazionale ha poi approvato un secondo decreto che libera un credito d'impegno di 185 milioni di franchi per contributi d'investimento a favore di impianti per il traffico merci privati negli anni 2025-2028 con il quale intende proseguire il promovimento del traffico merci su rotaia e del trasferimento del traffico merci attraverso le Alpi. Il finanziamento è garantito da proventi dell'imposta sugli oli minerali e da ulteriori mezzi a destinazione vincolata.

Infine, il credito quadro per contributi d'investimento a favore di impianti per il traffico privati merci già esistente sarà prolungato di due anni, fino a fine 2026, affinché i grandi progetti previsti al momento della sua definizione che hanno subito ritardi possano essere comunque finanziati tramite l'attuale credito.

Non essendoci divergenze tra i due rami del Parlamento, i tre decreti federali discussi oggi sono definitivamente adottati.

Gli appalti

Il Consiglio nazionale ha in seguito affrontato, e bocciato con 26 voti contro 12 e 2 astenuti, una mozione del «senatore» Fabio Regazzi (Centro/TI) che chiedeva di assoggettare alla Legge federale sugli appalti pubblici (LAPub) anche il settore ferroviario merci.

Il deputato ticinese ha fatto l'esempio del nuovo centro per la manutenzione di vagoni merci di Chiasso, dove non si applica la LAPub, e delle nuove officine di Castione per la manutenzione di vagoni passeggeri, dove invece si applica la LAPub. Regazzi ha poi criticato che nel caso di Chiasso diversi appalti siano stati assegnati a ditte italiane.

Le argomentazioni di Regazzi non hanno però convinto: sottostare il settore Cargo alla LAPup non garantisce che gli appalti vengano assegnati a imprese locali, anzi, ha sottolineato Pierre-Yves Maillard (PS/VD). Il vodese non ha negato che il problema esista, ma ha detto di ritenere che la soluzione proposta non permetterà di risolverlo.

Il relatore commissionale Hans Wicki (PLR/NW) ha poi sottolineato come l'adozione della mozione avrebbe anche effetti collaterali indesiderati: ad essere colpiti dall'assoggettamento del trasporto ferroviario di merci alla LAPub non sarebbero solo le FFS, ma anche 20 operatori di mercato più piccoli. Questi ultimi sarebbero inutilmente gravati da oneri amministrativi e rischierebbero di sparire dal mercato, il che, in ultima analisi, porterebbe a una minore concorrenza.