Dopo le sanzioni a Mosca Blocher vuole un'iniziativa popolare per una Svizzera neutrale

nw, ats

11.3.2022 - 14:11

Christoph Blocher vuole mettere al sicuro la neutralità svizzera, escludendo la possibilità di infliggere sanzioni economiche.
Christoph Blocher vuole mettere al sicuro la neutralità svizzera, escludendo la possibilità di infliggere sanzioni economiche.
Keystone

L'ex consigliere federale Christoph Blocher sta valutando il lancio di un'iniziativa popolare per una Svizzera neutrale. Sanzioni economiche, come quelle che la Confederazione ha deciso nei confronti della Russia, non dovrebbero più essere possibili.

Nella Costituzione federale serve un articolo per la neutralità integrale, che escluda anche sanzioni, ha detto il democentrista in una dichiarazione odierna rilasciata a «Teleblocher»: «Sono dell'opinione che bisogna intervenire in questo senso».

Le sanzioni economiche sono metodi di guerra, ha aggiunto Blocher. Si sta «valutando» un'iniziativa sul tema, perché attraverso le Camere federali non si arriverebbe a modifiche, visto che oltre all'UDC «l'orda del parlamento» è favorevole all'accantonamento della neutralità.

L'intervento del leader carismatico dell'UDC va inserito nel quadro della ripresa, da parte della Svizzera, delle sanzioni dell'Unione europea (Ue) nei confronti della Russia, a causa dell'aggressione militare di quest'ultima ai danni dell'Ucraina. Il partito di destra bolla questo passo di Berna come una rinuncia alla neutralità. I democentristi sono anche contro la candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite per gli anni 2023 e 2024.

«Scegliere sanzioni economiche è parte della guerra»

Già lunedì Blocher, attraverso le pagine della «Neue Zürcher Zeitung», aveva detto che chi scegliere sanzioni economiche è parte della guerra. La Svizzera ha a suo dire sprecato con leggerezza l'occasione di fare la propria parte quale Paese neutrale, ad esempio lavorando per una soluzione pacifica.

Lo stesso giorno il presidente della Confederazione – e «ministro» degli esteri – Ignazio Cassis, in occasione dell'ora delle domande al Consiglio nazionale, ha smentito questa visione delle cose. «La Svizzera non è in guerra con la Russia», ha detto. Le sanzioni non sono azioni di forza militare. Il Consiglio federale ha esaminato a fondo la questione della neutralità, giungendo alla conclusione che la ripresa delle sanzioni non la violano.

Già in precedenza, annunciando la ripresa delle sanzioni europee, Cassis aveva sottolineato che «fare il gioco dell'aggressore non è compatibile con la neutralità svizzera». La Confederazione si è impegnata a rispettare i principi umanitari e non può restare a guardare mentre questi vengono calpestati, aveva aggiunto.

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