Guerra in Ucraina L'ambasciatore russo: «La Svizzera ha perso il suo ruolo di mediatore»

hm, ats

21.1.2024 - 11:00

Nella foto l'ambasciatore al monumento nelle gole della Schöllenen per il generale Suvorov, che nel 1799 passò di lì - proveniente dal Ticino - per raggiungere il nord delle Alpi.
Nella foto l'ambasciatore al monumento nelle gole della Schöllenen per il generale Suvorov, che nel 1799 passò di lì - proveniente dal Ticino - per raggiungere il nord delle Alpi.
Keystone

La Svizzera non è più sopra le parti e ha quindi perso del tutto la possibilità di fungere da mediatore nel conflitto fra Russia e Ucraina. Lo afferma l'ambasciatore russo a Berna Sergei Garmonin, che vede di conseguenza anche come priva di senso l'idea di una conferenza di pace nella Confederazione.

«La diplomazia elvetica ha deciso di partecipare a un'iniziativa che è chiaramente destinata al fallimento», afferma il 71enne in dichiarazioni riportate oggi dalla SonntagsZeitung.

Secondo Garmonin il piano di pace in dieci punti schizzato da Volodymyr Zelensky non può essere una base per avviare un dialogo, soprattutto perché contiene una serie di ultimatum contro Mosca. «Un tale approccio non può servire come fondamento per avviare negoziati: non si può parlare con la Russia con il linguaggio degli ultimatum».

Un accordo di pace duraturo è possibile solo se si tiene conto anche delle esigenze russe. Il diplomatico le cita: l'Ucraina deve diventare un paese neutrale, non allineato e senza armi nucleari, che rispetti i diritti umani e le libertà di tutti i cittadini e i dei gruppi nazionali presenti sul suo territorio. Nelle circostanze attuali, Garmonin non vede «alcuna possibilità» che la Russia partecipi a un vertice di pace in Svizzera.

Conferenza senza Mosca? «Solo un altro giro di consultazioni infruttuose»

A suo avviso una conferenza in assenza della Russia «significherà solo un altro giro di consultazioni infruttuose che non porteranno ad alcun risultato concreto». E ancora: «Senza la partecipazione russa, un dialogo su una soluzione del conflitto in Ucraina è sì possibile, ma è inutile e senza prospettive».

L'ambasciatore a Berna dal 2017 non manca inoltre di criticare il governo elvetico. Esso «sostiene sistematicamente la linea anti-russa dell'Occidente collettivo», ha aderito alle «sanzioni illegittime» e favorisce attivamente l'idea di un tribunale internazionale per condannare la leadership russa.

Inoltre, la Confederazione ha dimostrato fin dall'inizio solidarietà con una delle parti in conflitto, ovvero l'Ucraina. «Con queste azioni, la Svizzera ha perso completamente il suo ruolo di mediatore internazionale imparziale». La mediazione elvetica, quindi, «non è più un'opzione».

L'esperto con laurea in relazioni internazionali all'università di Mosca e con una carriera che lo ha portato in numerose capitali sostiene che il suo paese «non ha mai rinunciato ai mezzi politici e diplomatici per risolvere la crisi ucraina». Ma in Ucraina esiste un divieto legale di negoziare con la dirigenza russa: «i paesi occidentali stanno cercando di ignorare questo punto», conclude.

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