Festival del filmWilson a Locarno: «Concordo appieno con lo sciopero a Hollywood»
SDA
3.8.2023 - 22:05
«Sono d'accordo al 100% con lo sciopero a Hollywood di sceneggiatori e attori e per la serata finale qui al festival stavo pensando di mettermi una maglietta di supporto con loro». Lo dice in un ottimo italiano Lambert Wilson che festeggia i suoi 65 anni a Locarno, dove è presidente della giuria del concorso internazionale.
03.08.2023, 22:05
03.08.2023, 22:41
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Grande interprete, diretto in carriera, fra gli altri, da André Techine, Alain Resnais, Fred Zinnemann, Claude Chabrol, Carlos Saura, le sorelle Wachowski, James Ivory, Mathieu Kassovitz, Roberto Andò, Valeria Bruni Tedeschi, Wlson spiega, soffermandosi sulla mobilitazione a Hollywood, che come artisti «siamo usati: nelle serie ci pagano bene ma questi giganti nascondono le vere cifre, il modo di vendere le nostre immagini.
Mi sono spaventato quando per un videogame legato a Matrix (ha interpretato il Merovingio in Matrix Reloaded, Matrix Revolutions e Matrix Resurrections, ndr) mi hanno ripreso in motion capture facendomi dire una serie di parole. Ho capito che avrebbero potuto manipolare la mia faccia e la mia voce come volevano».
Wilson è «un attore Sag, ma non risiedo in America e non ho un indirizzo lì quindi posso continuare a lavorare... Sto girando una serie per Apple Tv+ (La Maison, sul mondo della moda), ma è una situazione strana. D'altronde non posso fare lo sciopero da solo a Parigi... ma posso almeno esprimermi».
Ormai «siamo 'rubati'. Come artisti ci chiedono di abbandonare i nostri diritti. Il 99% di noi deve firmare quando si lavora con questi grandi gruppi dei contratti di buyout (di cessione dei diritti) per universi che non esistono ancora. E' un'ingiustizia pura e non c'è scelta, se vuoi fare un film o una serie con loro». Questo sciopero «è una lotta fondamentale. Stiamo passando da un'epoca all'altra».
«Mai come ora ci sono tanti film sull'attualità»
Come presidente di giuria a Locarno, «arrivando, mi sono detto che dobbiamo scegliere cosa fa cinema. Mai come ora ci sono tanti film sull'attualità, l'ecologia, la guerra e il nostro lavoro è trovare il cinema e un senso di umanità in ciò che vedremo».
L'attore è al festival anche come interprete di 5 hectares, di Emilie Deleuze, presentato fuori concorso: «E' un film sullo sguardo delle donne, sull'assurdità degli uomini, sul loro aspetto ossessivo, sul loro diventare come dei bambini soprattutto quando entrano in contatto con la terra. si viene ossessionati dal senso di la proprietà e gli oggetti che vi sono collegati... e anch'io sono così a casa con le mie cose».
A livello sociale «sono molto deluso, dopo il lockdown, non abbiamo cambiato nulla. Viaggiamo in aereo ancora di più, continuiamo a prendere tutto dalla terra, a distruggere il regno animale». Wilson aveva poche speranze anche per il cinema in sala «almeno finché non sono arrivato qui, dove c'è un piccolo miracolo. si sente la gioia di vedere un film tra il pubblico ed è qualcosa di cui abbiamo bisogno. Forse resterà solo nei festival, ma mi sento molto rassicurato da questa energia».
Come mai sceglie ruoli così diversi? «Perché non voglio annoiarmi»
Come mai sceglie ruoli così diversi? «Perché non voglio annoiarmi né annoiare il pubblico, sto provando per questo di passare continuamente da un genere all'altro».
Con la stessa naturalezza passa dal cinema europeo a quello hollywoodiano «che è un pianeta diverso. Quello che non sopporto lì è l'ipocrisia totale. Ti dicono sempre che sei un genio ma se va male la porta è chiusa per sempre. Ad esempio, io ho fatto Catwoman con un regista francese promettente, Pitof, il film è venuto fuori orrendo, perché hanno riscritto la sceneggiatura per piacere al pubblico più ampio possibile quando il budget è cresciuto a 100 milioni. Pitof dopo tutto ciò non ha più speranze di fare film là. In Francia, in Europa avrebbe potuto sbagliare. L'America è un altro mondo, e non ne ho bisogno».