Alluvione Valmaggia Identificata una vittima, per la seconda ci vuole il test del DNA. Ancora nessuna data per il ponte d'emergenza

Swisstxt / pab

4.7.2024

S'annuncia pioggia per il fine settimana. Andrea Pedrazzini alla RSI rassicura sulla situazione in Alta Vallemaggia, travolta dall'alluvione lo scorso week-end: «Siamo pronti a sbarrare certe zone se dovessero riprendere le precipitazioni». Una delle due vittime ritrovate negli ultimi due giorni è stata formalmente identificata. Per la seconda è necessario un test del DNA. Le imponenti ricerche lungo la Maggia di giovedì non hanno dato esito. Per il fiume è stato diramato un divieto di balneazione, che si estende anche alle rive di Locarno, Tenero e Ascona. I morti sono cinque. I dispersi sono ancora quattro. 

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4.7.2024

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Una delle due vittime ritrovate negli ultimi due giorni è stata formalmente identificata. Per la seconda è necessario un test del DNA. Il bilancio è di quindi 5 morti. I dispersi ora sono 4.
  • Il fiume è stato setacciato grazie all'intervento di circa 100 soccorritori, arrivati anche dall'Italia, con l'uso pure di 15 cani fino al Verbano, ma non sono state trovate altre salme.
  • L'esercito, già presente con un Super Puma e tre elicotteri per le ricerche, è pronto ad entrare in azione per costruire il ponte d'emergenza, non appena arriverà il via libera dagli ingegneri cantonali.
  • Non si conosce però ancora una data d'inizio dei lavori per la posa del ponte d'emergenza.
  • Le autorità cantonali hanno deciso il divieto di balneabilità generale sul fiume Maggia e, in presenza di detriti, sulle rive del lago Maggiore in zona Locarno, Ascona e Tenero.
  • È ora possibile l'uso della passerella pedonale di Cevio per il transito dei veicoli leggeri, anche per auto civili, durante determinate ore, ma solo in uscita. I veicoli dei soccorsi hanno comunque la precedenza.
  • Le previsioni meteo annunciano il ritorno delle piogge nel fine settimana al Sud delle Alpi.
  • L'esperto rassicura la popolazione: tutto ora è monitorato e, se caso, saranno presi provvedimenti, come lo sfollamento di alcune zone o il divieto d'accesso in alcune aree.
  • Tutte le segnalazioni di situazioni problematiche sono state controllate e verificate. È troppo presto per parlare di ricostruzione, la fase d'emergenza non si è ancora conclusa.
  • Mercoledì è stata lanciata dai sindaci di Lavizzara e Cevio la raccolta fondi denominata «Bavona e Lavizzara, ricostruiamo insieme»

Per la cronaca di mercoledì 3 luglio potete leggere l'articolo cliccando qui.

Una vittima identificata, ci sono ancora 4 dispersi

In apertura della conferenza stampa tenutasi dalle 17:00 a Locarno, il portavoce della polizia Renato Pizolli ha potuto dare una buona notizia: «Siamo stati chiamati questa notte perché a Bignasco una donna è entrata in travaglio. Siamo riusciti a trasportarla con l'ambulanza all'ospedale dove questa mattina è nato Vittorio. Il bambino e i genitori stanno bene».

La parola è poi stata subito data al capitano della polizia Antonio Ciocco: «Una vittima è stata identificata, mentre per la seconda sarà indispensabile l’analisi comparativa del DNA. I dispersi ufficialmente ora sono quattro». 

In totale il numero verde messo a disposizione per questa emergenza ha trattato 550 contatti telefonici per segnalazioni di persone che non avevano contatto con i loro cari: «Tutte le persone che dovevano essere contattate lo sono state, grazie all’analisi dei dati e al lavoro degli agenti».

Malgrado le imponenti ricerche non si sono trovati altri dispersi

Il dispositivo d'impiego ancora in atto è notevole. «Si sono effettuati 400 voli, 350 fatti da apparecchi civili e 50 da velivoli militari e da quello della polizia di Zurigo. Ancora oggi tre elicotteri e un Super Puma dell’esercito sono stati usati nelle operazioni di ricerca», ha specificato il comandante.

«Oggi 130 agenti, con l’aiuto di ben 15 cani da ricerca specializzati, hanno perlustrato il fiume ma non hanno ottenuto nessun risultato se non quello di ritrovare carcasse di animali».

Il comandante ha poi ancora specificato che: «Ci sono ancora punti da esplorare per la ricerca dei dispersi. La parte più difficile è costituita dalle ricerche sul pelo dell’acqua e nelle parti sommerse. Per questo è coinvolta la polizia lacuale. La possibilità di fare ricerche è dettata dal livello dell’acqua e dalla chiarezza delle acque e dunque dipende dalle condizioni meteo».

Per gestire il traffico leggero sul ponte pedonale di Visletto sono impiegate circa una cinquantina di persone. Le auto dei partecipanti al torneo di calcio al Piano di Peccia non sono ancora raggiungibili poiché la strada non è agibile.

In totale sono impiegate circa 240 persone.

«Creata una pagina web per la coordinazione dei volontari»

Ha poi preso la parola Federico Chiesa, capoufficio della sezione militare e della protezione della popolazione, che ha fatto il punto della situazione sugli interventi della protezione civile: «Venticinque militi sono a supporto dei pompieri di Cevio e delle comunità toccate per lavori di ripristino a Prato Sornico, Peccia e all'Alpe di Bolla. Gli altri militi forniscono supporti puntuali, come per esempio nella distribuzione di acqua potabile».

«Ringraziamo i volontari che si sono messi a disposizione, ma siccome alcune zone non sono ancora state messe in sicurezza e che le operazioni si concentrano per ora nella ricerca dei dispersi, non possiamo usufruire ancora del loro aiuto».

«È stata creata però una pagina web specifica, che servirà da inizio della settimana prossima. Il pubblico verrà informato tramite un comunicato stampa».

«Quello che ho visto è davvero sconvolgente»

È stata poi la volta del Divisionario Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3: «Esprimo a nome mio, ma anche dell'esercito tutta la vicinanza e la solidarietà nei confronti dei parenti delle vittime e delle persone scomparse, nonché alla popolazione della Vallemaggia. Quello che ho visto è davvero sconvolgente».

L'esercito c'è quando viene chiamato in causa. Attualmente il Super Puma ha il compito di occuparsi di spostamenti per aspetti logistici, i tre Eurocopter invece sono usati nella ricerca dei dispersi, ha spiegato il Divisionario. 

«Già da alcuni giorni abbiamo un distaccamento a Bermgarten, nel Canton Argovia, pronto ad entrare in Ticino quando i tecnici ticinesi ci daranno il via libera per la costruzione del ponte d’emergenza. Siamo in stretto contatto con le autorità cantonali dalle 7:30 di domenica mattina quando siamo stati messi in allarme», ha concluso il militare.

«Non c'è una data per il ponte d'emergenza»

Ha preso la parola il geologo cantonale Andrea Pedrazzini: «La divisione delle costruzioni in diversi punti sta sistemando i cigli delle strade, degli argini e le zone dove abbiamo avuto delle colate detritiche».

«Per permettere la posa del ponte d'emergenza dobbiamo prima costruire le fondamenta. Se per un ponte normale ci vuole almeno un anno di progettazione qui ora noi stiamo lavorando 24 su 24 per progettare un ponte che permetta un traffico veicolare. Per ora non abbiamo ancora una tempistica per l'apertura di questo passaggio».

«Abbiamo allestito un piano d'emergenza, in collaborazione con MeteoSvizzera. Se le previsioni supereranno una certa soglia, verrà attivato questo piano in caso di forti precipitazioni che prevede delle zone in cui non sarà possibile stare», ha poi concluso Pedrazzini.

Passerella aperta anche per i civili

Sul ponte pedonale aperto al traffico motorizzato leggero i mezzi dei soccorsi continuano ad avere la precedenza, ma ora ci sono ulteriori possibilità per il rifornimento di beni di prima necessità: 05.30 - 10.30 e 13.30 - 15.30, mentre per gli agricoltori per comprovata necessità 10.30 - 12.30.

C'è anche una minima possibilità di spostamento per veicoli in uscita tra le 07.00 e le 10.00 e tra le 17.00 e le 20.00 per il recupero di veicoli con delle eccezioni.

Il rientro nelle zone devastate dall'alluvione per ora non è possibile.

Divieto di balneazione per il fiume Maggia e parte del Lago di Locarno

Le autorià cantonali hanno deciso il divieto di balneabilità generale sul fiume Maggia e, in presenza di detriti, sulle rive del lago Maggiore in zona Locarno, Ascona e Tenero.

Lo stato del divieto verrà aggiornato una volta terminate le analisi da parte del Laboratorio Cantonale.

Lo ha reso noto lo Stato maggiore regionale di condotta attivato per far fronte all’emergenza causata dal maltempo in Vallemaggia.

In 100 per perlustrare la Maggia fino al Verbano

Un centinaio di persone appartenenti al Soccorso alpino svizzero sta perlustrando minuziosamente le sponde del fiume Maggia sino alla foce.

Alla ricerca dei dispersi nel nubifragio partecipa anche una decina di soccorritori del Verbano-Cusio-Ossola. L’operazione vede in campo anche polizia lacuale, speleologi e unità cinofila.

La passerella di Visletto transitabile per i mezzi di soccorsi

Come comunicato nel tardo pomeriggio di mercoledì dalla polizia cantonale, da questo giovedì mattina la passerella pedonale di Visletto, parallela al ponte crollato per il maltempo, è percorribile anche per i mezzi leggeri fino a 3,5 tonnellate di peso massimo e 1,8 metri di larghezza.

La struttura è stata rinforzata e ha superato il collaudo mercoledì mattina.

Il transito, alla velocità massima di 10 km/h, è per ora riservato ai veicoli impegnati nella operazioni di soccorso, in particolare il trasporto di beni di prima necessità, di attrezzature per gli interventi nonché del personale degli enti di primo intervento.

La passerella era andata a completare la via ciclopedonale della Vallemaggia nel 2022, dopo i lavori di risanamento. Il ponticello è una testimonianza dell’ingegneria industriale dei primi del '900. Vi transitava la ferrovia Valmaggina. È stato dismesso nel 1965.

Tornerà la pioggia, torna anche la paura

Al Sud delle Alpi torna la pioggia sabato e domenica e con essa, soprattutto nelle parti flagellate dall'alluvione in Alta Vallemaggia lo scorso fine settimana, torna il timore di disastri mortali e distruttivi.

Il geologo cantonale Andrea Pedrazzini ha spiegato la situazione mercoledì sera ai microfoni della RSI: «Ci sono diversi fronti aperti. Vorrei comunque rassicurare sia la popolazione in loco sia i soccorritori che tutte le segnalazioni che ci sono giunte sono state verificate sia dall’Ufficio forestale sia dall’Ufficio dei corsi d’acqua e, dove si è potuto tecnicamente e materialmente, abbiamo cercato di predisporre i primi interventi d’urgenza».

Tutti i punti critici sono monitorati

Stando all'esperto però ci sono delle zone in cui non si può operare e «per queste è previsto la realizzazione di un piano d’emergenza che definirà in funzione delle precipitazioni delle aree che dovranno essere sbarrate».

Il geologo ha poi spiegato che sono proprio le previsioni meteo a essere alla base del piano di emergenza. «Esso dovrà definire le porzioni di territorio che devono essere limitate in termini di accesso e di presenza».

Pedrazzini ha poi rassicurato sul fatto che tutti i franamenti, le fessure attive e laghetti che si sono formati dopo l'alluvione sono stati verificati e  dove possibile «abbiamo predisposto dei monitoraggi e quindi vorrei rassicurare tutti: siamo informati e facciamo quello che possiamo».

A quando la ricostruzione? «Siamo ancora in emergenza»

Ma si può già pensare alla ricostruzione? La risposta è negativa: «Siamo ancora in fase d'urgenza. L’obbiettivo principale sono le vie di comunicazione, l’acqua e l’elettricità. In una seconda fase passeremo poi alla ricostruzione e qui ci si occuperà di tutto il resto».

Il geologo ha spiegato che ci saranno zone e edifici che dovranno essere ricostruiti con le giuste precauzioni, ma alcune case non potranno essere ricostruite nello stesso punto.

Per sapere come procedere Pedrazini ha spiegato che la gestione dei pericoli naturali «è basata su quello che è successo, su quello che succede e sulla stima di quello che potrà succedere. Quindi quello che è successo è il punto di partenza per poter ricostruire il territorio nel miglior modo possibile».

Cosa se ne farà dei detriti?

Ciò significa che in parte le strade e i bacini di contenimento potranno essere spostati e adattati. Una volta avviata la fase di ricostruzione «si potranno trovare delle soluzioni ad hoc per ogni situazione».

Per il geologo «La gestione del materiale è un elemento molto importante per la ricostruzione. Nella fase d’urgenza viene gestito in loco».

«In una seconda fase, ha concluso l'esperto, il dipartimento del territorio ha istituito un gruppo di lavoro che dovrà definire dove depositare in maniera temporanea una parte del materiale che verrà poi utilizzato per la ricostruzione e in maniera definitiva in depositi».

Le impressionanti immagini dall'imbocco della Val Bavona

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