Ticino Approvato il Preventivo 2024, che si gonfia, ma non scoppia

SwissTXT / red

7.2.2024 - 11:50

Il Consiglio di Stato ha affrontato un esame durato tre giorni
Il Consiglio di Stato ha affrontato un esame durato tre giorni
Ti-Press

Dopo una raffica di emendamenti ha retto in Parlamento l’intesa tra Lega, Centro e PLR. Il deficit passa da 95 a quasi 131 milioni di franchi.

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Uscito dal tritacarne dei 77 emendamenti, il Preventivo 2024 del Canton Ticino è stato approvato con 46 voti favorevoli, 36 contrari e 2 astenuti. Alla fine ha retto l’accordo raggiunto da Lega, Centro e PLR.

Il voto, come si legge sul sito della RSI, è giunto in tarda mattinata, al terzo giorno di discussioni e dopo una progressiva correzione della spesa per l’anno in corso. Dopo essere stato stralciato ieri il contributo di solidarietà del 2% chiesto ai dipendenti, il Parlamento non si è spinto oltre (per non far fallire l’intesa). In particolare è stata bocciata la richiesta del PS che chiedeva di non introdurre la non sostituzione dei partenti nella misura del 20%.

Alla resa finale dei conti la spesa per l’anno è passata dal deficit di 95,7 milioni proposto dal Governo a un rosso ben più cupo a 130 milioni e 819’000 franchi (contro i 123 milioni del rapporto di maggioranza). Vicinissimo alle colonne d’Ercole dei 132,7 milioni oltre i quali si sarebbe rotto il meccanismo di freno al disavanzo.

Sette gli emendamenti che erano rimasti sul tavolo

Sette gli emendamenti rimasti mercoledì sul tavolo, tra cui il più «caldo»: quello sulla non sostituzione, in proporzione del 20%, del personale dell’amministrazione partente. La discussione è stata lunga, con molti interventi e divisiva.

Sul tavolo anche la richiesta di stralciare l’articolo che introduce il blocco. «L’emendamento è prezioso fieno in cascina per l’anno prossimo. Per non andare a schiantarci con un preventivo da oltre 130 milioni di deficit», ha sostenuto il capogruppo UDC Sergio Morisoli.

«La fretta fa i gattini ciechi. La questione della non sostituzione strutturale sarebbe definitiva, ma cosa bisogna fare se in un ufficio aumentano le necessità? Anche la non sostituzione del 20% nel PPA (Piano dei posti autorizzato) è problematica perché non si sa chi andrà a colpire. Se i cittadini non fossero d’accordo con la misura avrebbero la possibilità di fare un referendum, come in qualsiasi democrazia?», ha chiesto il capogruppo socialista Ivo Durisch.

Il relatore del rapporto di maggioranza, Michele Guerra (Lega), ha fatto notare che nessuno, nemmeno Durisch, ha sollevato il tema durante le riunioni. L’Ufficio presidenziale ha informato che il Decreto legislativo, in quanto tale, non è referendabile.

Carobbio: «La spesa cresce per ragioni decise anche dal Parlamento»

La direttrice del DECS Marina Carobbio ha ricordato che la «spesa cresce per ragioni decise anche dal Parlamento, come la riduzione degli allievi per classe. Come dipartimento abbiamo già attuato misure per avere risorse che tengano conto della situazione finanziaria del Cantone».

«La non sostituzione di personale, soprattutto nella scuola, è un atto di sabotaggio contro l’educazione e servizi pubblici», ha detto dal canto suo il comunista Massimiliano Ay.

Ai voti i singoli quattro emendamenti

Ai voti sono stati messi, a esclusione, i singoli quattro emendamenti. Dapprima quello di Lisa Boscolo (PS), che chiede lo stralcio dell’articolo 3 (28 voti favorevoli); quindi quello dell’MPS con Matteo Pronzini (22 voti); poi quello del legista Omar Balli che propone blocco totale (14 voti); infine quello del democentrista Morisoli (12 voti e pertanto è stato scartato).

Alla fine è andato in votazione finale l’emendamento PS che è stato bocciato con 41 voti contro 29 favorevoli e 13 astenuti.

L’emendamento di Morisoli (UDC), che chiedeva il blocco degli scatti salariali, è stato respinto con 64 voti contro 12 e 4 astenuti. Così pure quello, dello stesso gruppo democentrista, che voleva limitare all’1% la crescita della spesa (bocciato con 73 voti contrari, 9 favorevoli e 2 astenuti).